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Classifica Libri di Maurizio Bettini

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Libri in questa classifica: 8

Pagina 1 di 1

Posizione in classifica: 1

Homo Sum
Essere «umani» Nel Mondo Antico

Maurizio Bettini

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Homo Sum<br>Essere «umani» Nel Mondo Antico
il senso di umanità dei greci e dei romani era migliore del nostro? Quale posto occuperebbe nel mondo antico la dichiarazione universale del 1948? Intanto nel canale di sicilia non si soccorrono i naufraghi. Nel medesimo luogo ove enea, diretto in italia, fu soccorso da didone.  «È la guida ideale per comprendere come la cultura classica si rapportava a chi proveniva da oltre il confine, alla donna, al bambino, all'uomo che oggi chiamiamo migrante» - marco bracconi, robinson questo libro inizia con un episodio dell' eneide : il naufragio dei troiani sulle coste di cartagine (nei pressi dell'odierna tunisi, nel canale di sicilia) mentre sono diretti in italia. Enea e i suoi vengono accolti dalla regina didone in nome dell'umanità e del rispetto verso gli dèi, perché le frontiere si chiudono di fronte agli aggressori, non ai naufraghi. Scrive bettini: «ci sono troppi dispersi nel mare che fu di virgilio, troppi cadaveri che fluttuano a mezz'acqua perché quei versi si possano ancora leggere solo come poesia. Sono diventati cronaca». Il libro propone dunque una triplice esplorazione della cultura antica alla luce di ciò che oggi definiamo 'diritti umani': per scoprire in grecia e a roma alcuni incunaboli della dichiarazione; per misurare gli scarti che su questo terreno ci separano dalla società e dalla cultura antica; infine per mettere in luce alcune specifiche forme culturali in base alle quali greci e romani si ponevano problemi equivalenti a ciò che oggi definiamo diritti umani. Ancora una volta, riflettere sul mondo antico ci aiuta ad orientarci nel presente.
Punteggio: 1003
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 28/02/2024

Posizione in classifica: 2

A Che Servono I Greci E I Romani?

Maurizio Bettini

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

A Che Servono I Greci E I Romani?
«se non leggeremo più l'eneide perderemo contatto non solo con il mondo romano, ma anche con ciò che è venuto dopo. Perdere virgilio significa perdere anche dante, e così via. Un cambiamento radicale di enciclopedia culturale somiglia infatti a un cambiamento di alfabeto. »sempre più spesso a chi si occupa di discipline umanistiche - e soprattutto classiche - viene chiesto: «a che cosa serve? » dietro questa domanda agisce una rete di metafore economiche usate per rappresentare la sfera della cultura («giacimenti culturali», «offerta formativa», «spendibilità dei saperi», «crediti», «debiti» e così via). A fronte di tanta pervasività di immagini tratte dal mercato, però, sta il fatto che la storia testimonia una visione ben diversa della creazione intellettuale. La civiltà infatti è prima di tutto una questione di pazienza: e anche la nostra si è sviluppata proprio in relazione al fatto che alla creazione culturale non si è chiesto immediatamente «a che cosa servisse». In particolare, è proprio lo studio dei greci e dei romani a meritare questa pazienza: soprattutto in italia, un paese la cui enciclopedia culturale è stata profondamente segnata dall'ininterrotta conoscenza dei classici. Se si vuole mantenere viva questa presenza, però, è indispensabile un vero e proprio cambiamento di paradigma nell'insegnamento delle materie classiche nelle nostre scuole.
Punteggio: 945
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 28/02/2024

Posizione in classifica: 3

Elogio Del Politeismo
Quello Che Possiamo Imparare Dalle Religioni Antiche

Maurizio Bettini

Scienze, geografia, ambiente - Problematiche sociali

Elogio Del Politeismo<br>Quello Che Possiamo Imparare Dalle Religioni Antiche
Duemila anni di monoteismo ci hanno abituato a ritenere che dio non possa essere se non unico, esclusivo, vero. Al contrario, il politeismo antico prevedeva la possibilità di far corrispondere fra loro dèi e dèe appartenenti a culture diverse (la greca artemis alla romana diana, l'egizia isis alla greca athena), ovvero di accogliere nel proprio pantheon divinità straniere. Questa disposizione all'apertura ha fatto sì che il mondo antico non abbia conosciuto quella violenza a carattere religioso che invece ha insanguinato, e spesso ancora insanguina, le culture monoteiste. È possibile attingere oggi alle risorse del politeismo per rendere più agevoli e sereni i rapporti fra le varie religioni?
Punteggio: 937
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 11/06/2022

Posizione in classifica: 4

Il Presepio
Antropologia E Storia Della Cultura

Maurizio Bettini

Scienze, geografia, ambiente - Problematiche sociali

Il Presepio<br>Antropologia E Storia Della Cultura
Bettini ricostruisce questo avventuroso percorso antropologico con la cura del filologo e la passione del narratore, mostrandoci tutta l'affascinante complessità meticcia che si nasconde sempre dietro la tradizione. Il presepio è una finzione fragile e incantevole. Nel suo puntuale ritorno, a ogni 25 dicembre, si cela qualcosa di magico che riguarda ognuno di noi: credenti, atei o indifferenti. Una nostalgia che riporta ai natali dell'infanzia, quando aprivamo lo scatolone preso in soffitta, o in cantina, e con gli occhi pieni di stupore tiravamo fuori una dopo l'altra le piccole statuine quella del presepio è una storia che conosciamo tutti: la nascita di gesù. Ci sono la sacra famiglia, una grotta, una capanna, la stella cometa, una mangiatoia, il bue, l'asinello e i re magi. La sua iconografia sembra essere tanto luminosa quanto immutabile. Ma, come spesso avviene con i racconti forniti di un forte significato culturale - quelli che hanno valore fondativo per una comunità o per un gruppo -, anche la narrazione della natività è frutto di centinaia di anni di riscritture, di racconti che nel tempo si sono sedimentati su una base originariamente povera di dettagli. Nei vangeli di luca e matteo molti degli elementi che popolano i nostri ricordi di bambini, infatti, non sono presenti. Non si parla né di una capanna né di una grotta, e nemmeno di due bestie che avrebbero tenuto al caldo il corpo del neonato. Queste pagine descrivono dunque il processo che ha condotto alla formazione di una vera e propria scenografia culturale della natività, in base alla quale gesù, che secondo matteo era nato in una casa, passo dopo passo è arrivato a vedere la luce in una grotta, vegliato da animali soccorrevoli: come tanti eroi mitici dell'antichità destinati a cambiare il destino dei popoli. Quanto ai personaggi più fiabeschi del presepio - il bue, l'asino, i re magi -, scopriamo con sorpresa che la loro creazione, e la loro definizione, è stata prodotta non dalle invenzioni del folclore, ma da dotte speculazioni teologiche. Infine, l'autore disegna una vera e propria antropologia del presepio, mettendo in luce la trama di relazioni che da un lato lega fra loro la sacra famiglia, i pastori e coloro che «fanno il presepio », simbolicamente rappresentati da queste figurine; dall'altro ristabilisce il contatto con le statuette utilizzate nelle pratiche votive di epoca classica, per testimoniare, ora come allora, fedeltà, memoria e gratitudine alla divinità.
Punteggio: 869
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 28/02/2024

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