Tutto quello che avremmo voluto sapere su maurizio costanzo finalmente ce lo racconta lui. In prima persona. In una confessione, un outing, uno sfogo. Non ne poteva più di sentire parlare di sé a destra e a sinistra, un tanto al chilo. E allora ecco l'uscita allo scoperto, senza filtri né protezioni, con tanto di nomi: berlusconi silvio, bonolis paolo, d'alema massimo, moretti nanni, prodi romano, santoro michele, vespa bruno. E de filippi maria. Il testo contiene interventi di giancarlo dotto.
Maurizio costanzo rompe i tabù della vita privata custoditi finora nel taschino del gilet. Racconta l'operazione al cuore ignota ai più e le passeggiate in vestaglia nei corridoi dell'ospedale con un altro ricoverato eccellente. Parla per la prima volta del rapporto complicato e profondo coi figli, dell'orgoglio e dell'imbarazzo per il successo cinematografico del secondogenito saverio. E aggiunge qualcosa, che ancora non aveva detto, sull'inseparabile maria. La memoria si avventura poi in anfratti rimasti vergini, e ne emerge con storie, atmosfere, personaggi di un mondo che gli piaceva molto più di quello che si è trovato a rappresentare. Allora si toglie di dosso la malinconia e scende sul campo pubblico con tutta la crudeltà di cui è capace un ironico disincantato. Si salvano i pochi amici, vecchie certezze e nuove piacevoli scoperte. Agli altri (soubrette e sovrani, moggi e malgiogli) tocca fare i conti con chi ha visto tanto e si è stufato di molto. Servita in appositi capitoli c'è la sua personale filosofia: l'approccio alla vita del 'e che sarà mai? ', salutare distacco da ciò che non vale la pena. E alla fine del libro si capisce di che specie è l'animale costanzo. Si capisce forse di più di quello che vorrebbe far capire lui, e che sulla pagina scritta, complice la mancanza di telecamere, gli scappa.