'che razza di pensieri, che razza di tentazioni mi passano per la testa? ! ' si domanda pietro, il protagonista di questo romanzo, distraendosi mentre legge 'il cappotto' di gogol. Per aggiungere, subito dopo: 'sono qui a dannarmi l'anima e non è successo niente, proprio niente: tutto nella mia testa'. Può essere che la smania, il subbuglio interiore, la vertigine che, prima sottilmente, e poi con un'accelerazione drammatica inarrestabile, scuotono la vita quotidiana di pietro siano tutti nella sua testa, certo è che le conseguenze presto cominciano a manifestarsi anche all'esterno. Un romanzo che racconta il passaggio da un sentimento di solidale pietà nei confronti della condizione umana più indifesa, alla crudeltà e al delirio dell'aggressione.
Il luogo comune vuole che milano sia una città non bella, poco vivibile, e fatta soltanto per il lavoro. Ma l'autore afferma che non è così. Si tratta di un giudizio superficiale, spesso condiviso, purtroppo, dagli stessi milanesi. Maurizio cucchi, che è nato a milano e a milano ha ambientato i suoi versi, dimostra che il capoluogo lombardo è una città accogliente, affabile e bella. Compie così, in questo che è una sorta di libro di viaggi condotto entro il semplice perimetro di una metropoli, un percorso tra passato e presente capace di portare sulla scena i monumenti insieme alle leggende popolari ed eroiche e i templi della cultura, come la scala, insieme ai grandi personaggi come stendhal, carlo porta, gadda, montale.