28 dicembre 1908: il più devastante terremoto mai avvenuto in europa rade al suolo messina e reggio calabria. «c'è qualcosa di più forte del dolore, ed è l'abitudine». Lo sa bene l'undicenne nicola, che passa ogni notte in cantina legato a un catafalco, e sogna di scappare da una madre vessatoria. Dall'altra parte del mare, barbara, arrivata in treno a messina per assistere all'aida, progetta una fuga dal padre, che vuole farle sposare un uomo di cui non è innamorata. I loro desideri di libertà saranno esauditi, ma a un prezzo altissimo. La terra trema, e il mondo di barbara e quello di nicola si sbriciolano, letteralmente. Adesso che hanno perso tutto, entrambi rimpiangono la loro vecchia prigione. Adesso che sono soli, non possono che aggirarsi indifesi tra le rovine, in mezzo agli altri superstiti, finché il destino non li fa incontrare: per pochi istanti, ma così violenti che resteranno indelebili. In un modo primordiale, precosciente, i due saranno uniti per sempre. «in trema la notte c'è fame di vita. E c'è una scrittrice che ha trovato la voce perfetta e levigata di due figure cariche di umanità, di rabbia e di grazia».
Finalista al premio viareggio-rèpaci 2020, sezione narratival'unica è raccontarsela come una storia d'amore, roma, e per farlo si deve partire dalle assenze, dalla mancanza, dai fantasmi. La scommessa dell'identità strepita coi corvi del pigneto, nella gramigna di una pensilina a porta maggiore la mattina di natale, andando incontro all'età adulta, ride forte nelle lavanderie di quartieri multietnici, sognando l'altrove. Roma, come ogni storia d'amore, necessita di un linguaggio privato che la renda segreta, tua. I personaggi di terranova sono spezzati, sulla soglia di un cambiamento, congelati in un ricordo. Aspettano di essere liberi, immaginano vite negli occhi degli altri, interrogano l'esistenza in una lingua che non conoscono e scoprono, a volte, che la felicità è un difetto della vista e che, a volte, è necessario perdersi.
Finalista al premio viareggio-rèpaci 2020, sezione narratival'unica è raccontarsela come una storia d'amore, roma, e per farlo si deve partire dalle assenze, dalla mancanza, dai fantasmi. La scommessa dell'identità strepita coi corvi del pigneto, nella gramigna di una pensilina a porta maggiore la mattina di natale, andando incontro all'età adulta, ride forte nelle lavanderie di quartieri multietnici, sognando l'altrove. Roma, come ogni storia d'amore, necessita di un linguaggio privato che la renda segreta, tua. I personaggi di terranova sono spezzati, sulla soglia di un cambiamento, congelati in un ricordo. Aspettano di essere liberi, immaginano vite negli occhi degli altri, interrogano l'esistenza in una lingua che non conoscono e scoprono, a volte, che la felicità è un difetto della vista e che, a volte, è necessario perdersi.
Un'antologia che rende omaggio alle grandi raccolte del passato remoto e ne rinnova lo spirito avvicinandole ai giovani lettori di oggi. È il lembo d'acqua che separa messina e reggio calabria a unire le otto storie di questa raccolta. Scilla e cariddi e la loro avversa fortuna, dina e clarenza che con coraggio hanno difeso messina dall'attacco dei nemici, ulisse ammaliato dalle sirene, cola pesce in carne, ossa e squame: sono solo alcuni dei personaggi che da un passato lontano arrivano fino a noi, echi di racconti forse già sentiti, da custodire e raccontare ancora e ancora, perché non vengano dimenticati. L'omaggio di nadia terranova alla sua città, messina, e al suo mare.
Un'antologia che rende omaggio alle grandi raccolte del passato remoto e ne rinnova lo spirito avvicinandole ai giovani lettori di oggi. È il lembo d'acqua che separa messina e reggio calabria a unire le otto storie di questa raccolta. Scilla e cariddi e la loro avversa fortuna, dina e clarenza che con coraggio hanno difeso messina dall'attacco dei nemici, ulisse ammaliato dalle sirene, cola pesce in carne, ossa e squame: sono solo alcuni dei personaggi che da un passato lontano arrivano fino a noi, echi di racconti forse già sentiti, da custodire e raccontare ancora e ancora, perché non vengano dimenticati. L'omaggio di nadia terranova alla sua città, messina, e al suo mare.
Vincitore premio bagutta opera prima 2016 «un racconto senza fondo, che stringe la schizofrenica storia italiana al pulsare dei sentimenti. Un racconto che mi ha legato a sé. » – roberto saviano messina, 1977. Aurora, figlia del fascistissimo silini, ha sin da piccola l'abitudine di rifugiarsi in bagno a studiare, per prendere tutti nove immaginando di emanciparsi dalla sua famiglia, che le sta stretta. Giovanni è sempre stato lo scavezzacollo dei santatorre, ce l'ha con il padre e il suo