Che le sorti del mondo dipendano da ciò che avviene in quella vasta zona che oggi chiamiamo turkmenistan, tagikistan o afghanistan è una percezione antica, oggi confermata quotidianamente da guerre, trame e agguati. Una storia, dunque, quanto mai utile da conoscere. «. Grande affresco storico sul grande gioco, come lo chiamò kipling, che impegnò inglesi e russi, per buona parte dell'ottocento, in afghanistan, in iran e nelle steppe dell'asia centrale. Mentre il grande impero moscovita scivolava verso i mari caldi inghiottendo ogni giorno, mediamente, 150 chilometri quadrati, la gran bretagna cercava di estendere verso nord i suoi possedimenti indiani. Vecchia storia? Acqua passata? Chi darà un'occhiata alla carta geografica constaterà che i grandi attori hanno cambiato volto e nome, ma i territori contesi o discussi sono sempre gli stessi. In queste affascinanti
'grande affresco storico sul grande gioco, come lo chiamò kipling, che impegnò inglesi e russi, per buona parte dell'ottocento, in afghanistan, in iran e nelle steppe dell'asia centrale. Mentre il grande impero moscovita scivolava verso i mari caldi inghiottendo ogni giorno, mediamente, 150 chilometri quadrati, la gran bretagna cercava di estendere verso nord i suoi possedimenti indiani. Vecchia storia? Acqua passata? Chi darà un'occhiata alla carta geografica constaterà che i grandi attori hanno cambiato volto e nome, ma i territori contesi o discussi sono sempre gli stessi. In queste affascinanti 'mille e una notte' della diplomazia imperialista il lettore troverà l'antefatto di molti avvenimenti degli scorsi anni in afghanistan e in iran. ' (sergio romano)
Quando nel 1982, uscì 'alla conquista di lhasa', molti trovarono semplicemente entusiasmante la rievocazione della corsa, fra la fine dell'ottocento e i primi decenni del novecento, per la conquista di quello che ancora era, nell'immaginazione popolare, il paradiso perduto: il tibet. In effetti le imprese di personaggi come anne royle taylor - che nel 1892 dai teatri dell'east end passò ai sentieri himalaiani, arrivando, a dorso di mulo, a un passo da lhasa -, o di maurice wilson - fermato dalle autorità inglesi in india poco prima di mettere in opera l'ultima fase del suo piano, che prevedeva di schiantarsi con un biplano gipsy moth alle falde dell'himalaya per poi proseguire a piedi alla volta dell'inaccessibile capitale - restano nella memoria. Ma a chi lo sa davvero leggere il racconto di hopkirk suggerisce anche qualcos'altro, e cioè ad esempio il senso di una credenza antichissima, secondo la quale chi conquista il tibet conquista, semplicemente, il mondo, oltre alla strana sensazione che le tensioni globali, se accostate a quello che ancora oggi rimane il loro misterioso e segreto epicentro, non siano che epifenomeni marginali.