Iniziato durante i primi anni settanta, durante le crisi petrolifera mondiale, e portato avanti fino alla morte, nel novembre 1975, «petrolio» è un gigantesco frammento di quello che avrebbe dovuto essere un romanzo-monstruum di circa duemila pagine. Una enciclopedia del racconto, che comprende tutti i registri, bassi e alti, della scrittura. Appunti, annotazioni, una lettera a alberto moravia, schizzi e specchietti che compongono un libro «nero», pubblicato, con fedeltà all'autografo, solo nel 1992. Risulta da questi frammenti una disperata archeologia umana, un'esplorazione dei misetri della sessualità e insieme uno spaccato dell'italia del boom tra oscuri complotti di potere e stragi di stato rimaste impunite. Con nota filologica di aurelio roncaglia.
La riflessione sul fascismo e sulla sua evoluzione storica attraversa tutta l'opera di pasolini: questo volume raccoglie alcuni dei suoi testi più significativi scritti sull'argomento tra il settembre 1962 e il febbraio 1975. Prendendo coraggiosamente posizione contro un antifascismo di maniera ormai fuori tempo massimo, pasolini mette in guardia da una nuova forma di fascismo, più subdola e insidiosa, intesa «come normalità, come codificazione del fondo brutalmente egoista di una società». È il sistema dei consumi, che a partire dagli anni sessanta si è reso responsabile dell'omologazione culturale del paese: un potere senza volto, senza camicia nera e senza fez, ma capace di plasmare le vite e le coscienze. A distanza di oltre quarant'anni, questi interventi mantengono intatta la loro forza critica, permettendo di cogliere alcuni dei tratti più profondi dell'italia di oggi.
La riflessione sul fascismo e sulla sua evoluzione storica attraversa tutta l'opera di pasolini: questo volume raccoglie alcuni dei suoi testi più significativi scritti sull'argomento tra il settembre 1962 e il febbraio 1975. Prendendo coraggiosamente posizione contro un antifascismo di maniera ormai fuori tempo massimo, pasolini mette in guardia da una nuova forma di fascismo, più subdola e insidiosa, intesa «come normalità, come codificazione del fondo brutalmente egoista di una società». È il sistema dei consumi, che a partire dagli anni sessanta si è reso responsabile dell'omologazione culturale del paese: un potere senza volto, senza camicia nera e senza fez, ma capace di plasmare le vite e le coscienze. A distanza di oltre quarant'anni, questi interventi mantengono intatta la loro forza critica, permettendo di cogliere alcuni dei tratti più profondi dell'italia di oggi.
Nell'ultimo anno della sua vita pasolini condusse, dalle colonne del 'corriere della sera' e del 'mondo', una rovente requisitoria contro l'italia che vedeva intorno, 'distrutta esattamente come l'italia del 1945'. Partendo dall'analisi delle mutazioni culturali, pasolini rintracciava i segni di un inarrestabile degrado: la crisi dei valori umanistici e popolari; le lusinghe del consumismo, più forte e corruttore di qualsiasi altro potere; le distruzioni operate dalla classe politica; una invincibile e generalizzata 'ansia di conformismo'; le mistificazioni di certi intellettuali autoproclamatisi progressisti. Non è vero che la storia va sempre avanti: l'individuo e la società possono regredire. Prefazione di guido crainz.
Il riccetto, il caciotta, il lenzetta, il begalone, alduccio e altri sono giovanissimi sottoproletari romani. Sciamano dalle borgate della roma anni cinquanta verso il centro, in un itinerario picaresco fatto di eventi comici, tragici, grotteschi. Alternano una violenza gratuita a una generosità patetica: riccetto salva una rondine che stava per annegare ma non potrà far nulla dinanzi al piccolo genesio trascinato via dalla corrente dell'aniene; agnolo e oberdan assistono marcello agonizzante, rimasto travolto dal crollo della sua scuola. La roma monumentale e quella della speculazione edilizia sono lo spazio contraddittorio in cui avviene questa sorta di rito iniziatico di una giornata dei 'ragazzi di vita'. Prefazione di vincenzo cerami.
Nel 1961, in compagnia di alberto moravia ed elsa morante, pasolini si reca per la prima volta in india. Le emozioni e le sensazioni provate sono così intense da spingerlo a scrivere queste pagine, un diario di viaggio divenuto un libro di culto. Pasolini si aggira attento nella realtà caotica del subcontinente indiano, osservando i gesti e le movenze della gente, seguendo i colori dei paesaggi e soprattutto l'odore della vita. L'incanto di una terra ammaliante e l'orrore dell'esistenza che vi si conduce ci vengono restituiti dalla sua curiosità sensibile alle condizioni sociali, ma soprattutto con l'originalità della sua visione.
Il romanzo racconta la vera storia della vita breve, vissuta con passione, di tommaso puzilli, un giovane sottoproletario dei sobborghi romani. I piccoli furti, i rapporti con omosessuali, i vagabondaggi notturni, fino alla tragedia finale: il ritratto di un gruppo che vive al di fuori di ogni ordinamento sociale che lo possa condizionare. Pubblicato per la prima volta nel 1959, questo libro venne giudicato dalla critica uno dei romanzi più importanti del dopoguerra. Lungi dal servire effetti coloriti e pittoreschi, il gergo fu utilizzato qui da pasolini per dare una rappresentazione 'lucida e spietata, delle persone e degli atti, dell'ambiente e delle fatalità' (carlo emilio gadda) delle borgate romane. Prefazione di giuseppe de robertis.
Nel 1961, in compagnia di alberto moravia ed elsa morante, pasolini si reca per la prima volta in india. Le emozioni e le sensazioni provate sono così intense da spingerlo a scrivere queste pagine, un diario di viaggio divenuto un libro di culto. Pasolini si aggira attento nella realtà caotica del subcontinente indiano, osservando i gesti e le movenze della gente, seguendo i colori dei paesaggi e soprattutto l'odore della vita. L'incanto di una terra ammaliante e l'orrore dell'esistenza che vi si conduce ci vengono restituiti dalla sua curiosità sensibile alle condizioni sociali, ma soprattutto con l'originalità della sua visione.