In un campo di concentramento nazista dieci detenuti sono rinchiusi in isolamento per una notte. Sono condannati a pagare con la vita la colpa di tre compagni che sono riusciti a evadere da quell'inferno, e la loro esecuzione è fissata per la mattina dopo. Ma il comandante del campo, che non può permettersi di sprecare troppa 'forza lavoro', decide che solo uno di loro verrà sacrificato e infligge ai prigionieri un crudele supplizio: nel corso di quella stessa notte dovranno stabilire da soli chi merita di sopravvivere e chi no. Nella baracca d'isolamento la tensione e la paura sono insostenibili, i detenuti devono tirare fuori un nome, altrimenti verranno fucilati. L'invisibile ghigliottina pende minacciosa sulla testa di ciascuno di loro: tutti hanno qualcosa da espiare, e le storie dei dieci prigionieri si intrecciano in reciproche accuse, confessioni, racconti e ammissioni di colpa. Mentre il comandante nazista è impegnato in una lunga partita a scacchi con suo figlio, in cui i pedoni del gioco sono accomunati ai dieci detenuti in un parallelo macabro e perverso, quella terribile notte viene infine rischiarata dalle prime luci dell'alba e dieci anime sono ancora in bilico, sospese tra la condanna e l'assoluzione. Chi di loro sarà sacrificato?
L'omicidio di una prostituta infiamma le cronache della tranquilla la spezia. Le indagini sono gestite dall'irreprensibile e brillante giudice altero, che ha a sua disposizione un'unica testimonianza: quella di svevo, un bambino che ha casualmente assistito al brutale assassinio. Sarà svevo a fornire al giudice i primi preziosi indizi, raccontando - anzi disegnando, poichè dalla sera del delitto ha smesso di parlare - che l'omicida guidava una porsche verde. Ed è il proprietario di una porsche verde, niccolò guerra, figlio di uno degli uomini più ricchi della città, a essere presto incriminato dell'omicidio. Ma improvvisamente una misteriosa e-mail firmata «mimosa» segna l'inizio del crollo delle sue certezze: guerra è innocente.
L'omicidio di una prostituta infiamma le cronache della tranquilla la spezia. Le indagini sono gestite dall'irreprensibile e brillante giudice altero, che ha a sua disposizione un'unica testimonianza: quella di svevo, un bambino che ha casualmente assistito al brutale assassinio. Sarà svevo a fornire al giudice i primi preziosi indizi, raccontando - anzi disegnando, poichè dalla sera del delitto ha smesso di parlare - che l'omicida guidava una porsche verde. Ed è il proprietario di una porsche verde, niccolò guerra, figlio di uno degli uomini più ricchi della città, a essere presto incriminato dell'omicidio. Ma improvvisamente una misteriosa e-mail firmata «mimosa» segna l'inizio del crollo delle sue certezze: guerra è innocente.