Virgilio scrisse il suo capolavoro, l'«eneide», tra il 29 e il 19 a. C . Per rendere poetico omaggio all'imperatore augusto e soprattutto alla sua città, roma, magnifica e florida nell'era della 'pax augustea', ma nata dalle ceneri della guerra di troia. Una grandezza costruita quindi con il ferro, il fuoco, il sangue, le lacrime di nostalgia, dolore, rabbia e amore di un esule. Magnifico racconto pieno di avventure e di intense emozioni, il poema virgiliano è la matrice di tutta la moderna letteratura e insieme paradigma della forza e della debolezza del genere umano.
L'opera epica commissionata da augusto e mecenate a virgilio per esaltare il principato, i destini di roma e la pax romana. Un poema che sa unire la gloria delle imprese all'elegia, e soprattutto alla speranza di una pace eterna e universale.
Opera prima di virgilio, le bucoliche mostrano già un'incredibile maturità e una perfezione formale che le hanno rese uno dei modelli imprescindibili della poesia occidentale. Nate durante i sanguinosi anni delle guerre civili che seguirono l'assassinio di cesare, sono lo specchio di un virgilio alla ricerca di un difficile equilibrio interiore. Un equilibrio che riuscì a trovare in una poesia che celebra il dolce abbandono allo spettacolo della natura e alla soavità del canto come rifugio contro i drammi dell'esistenza. Le bucoliche sono qui presentate nella bellissima traduzione di luca canali. L'introduzione di antonio la penna chiarisce le novità stilistiche e lessicali virgiliane e la complessa architettura sottesa alla raccolta.