Pupi avati è uno dei più amati registi italiani contemporanei, ha pubblicato nel 2013 la sua autobiografia, la grande invenzione. Questo è il suo primo romanzo. 'berardo rossi detto dedo è popolare e brillante, è negato per il latino e tifa milan anche se vive a bologna. Giulio bigi è timido e sovrappeso, legge l'eneide come fosse «tuttosport» e indossa orrende cravatte. Due quindicenni che sembrano appartenere a pianeti diversi, se non fosse che ora abitano nello stesso palazzo e frequentano la stessa classe… e che nella famiglia di giulio c'è un segreto che coinvolgerà, suo malgrado, anche dedo. Giulio, infatti, non ha mai visto suo padre, chiuso in ospedale fin da prima che lui nascesse. Ora quello sconosciuto sta per tornare a casa. Ma non è la persona che lui si aspetta. Mentre dagli armadi del passato emerge una favola nera di ambizione musicale e passione non corrisposta, dedo si rende conto che il «ciccione del piano di sopra» è diventato un amico, che quell'amico è in pericolo, e che è il momento di fare delle scelte: ora sono loro due contro tutti. Da una trieste intrisa di nostalgia a una luminosa e cinica bologna, pupi avati mette in scena nel suo primo romanzo un intenso intreccio psicologico e una vicenda ricca di suspense: la storia di un'amicizia adolescenziale, di un lungo amore, di una nera vendetta. E crea con dedo e giulio due protagonisti di estrema autenticità: due ragazzi costretti a diventare grandi affrontando le sconfitte dei loro padri. '
Bologna, 1938. Michele casali è uno scialbo professore di storia dell'arte, ingenuo e sognatore. È sposato con delia, donna di prorompente bellezza e dal discutibile passato, che l'ha scelto solo per interesse. Ma, soprattutto, è il papà di giovanna, creatura debole e goffa che tanto gli somiglia quanto sembra distinguersi dalla madre, e che lui ama e protegge con strenua dedizione. Questo essere fragilissimo che lui vorrebbe a qualunque costo vedere felice va tuttavia progressivamente smarrendosi in un mondo solo suo, fino a scambiare per realtà i desideri e le illusioni: credendosi ricambiata dall'idolo di tutte le ragazze del liceo, non esita a compiere un gesto efferato e violentissimo per difendere il suo amore immaginario. Ma in questo tracollo mentale di giovanna - a lungo rinchiusa insieme ai suoi fantasmi fra le mura di un manicomio criminale - michele troverà una ragione per amarla ancora di più, e insieme un'occasione per sciogliere i tanti nodi che soffocano la vita della sua famiglia.
22 dicembre 1952: in una cittadina dello iowa, una grande casa isolata, battuta dalle tormente di neve, è sconvolta da un terribile delitto. Cinquantacinque anni dopo, in quella grande casa rimasta chiusa per mezzo secolo, una donna di origini italiane decide di aprire un ristorante. È appena uscita dalla clinica psichiatrica dove è stata ricoverata per quindici anni in seguito al suicidio del marito, ed è decisa a costruirsi una nuova vita, ma non appena mette piede nell'edificio, i fantasmi del passato tornano a tormentarla. Sarà lei, sempre più in bilico tra ragione e follia, a dover fare chiarezza sui fatti oscuri accaduti tra quelle mura.
Una storia intensamente nera, il ritratto di una provincia non addomesticata, mai del tutto compresa, un profondo nord-est intriso di religione quanto di superstizione e in cui i confini tra vita e mistero si spostano come l'orizzonte nelle paludi. Un mondo dove tutto sembra possibile. Anche il diavolo. «allora a me e a paolino i giorni ci sembravano tutti diversi, quelli corti e quelli lunghi. Comunque il giorno più bello restava sempre domani. Prima di addormentarci bisognava pregare il nostro angelo custode. Così il diavolo si teneva alla larga. » anni cinquanta, italia. Il pubblico ministero furio momentè sta raggiungendo venezia da roma, inviato dal tribunale per un processo delicato. Un ragazzino di quattordici anni ha ucciso un coetaneo, e la curia romana vuole vederci chiaro, perché nel drammatico caso è implicato un convento di suore e si mormora di visioni demoniache. All'origine di tutto c'è la morte, due anni prima, di paolino osti. Malattia, hanno detto i medici, ma secondo carlo, il suo migliore amico, paolino è morto per una maledizione: emilio lo ha fatto inciampare mentre, in chiesa, portava l'ostia consacrata per la comunione. Sacrilegio. E paolino sul letto di morte avrebbe mormorato: 'io voglio tornare'. 'far tornare' l'amico per carlo è diventata un'ossessione che ha messo in moto oscuri rituali e misteriosi eventi. Fino alla morte di emilio, ucciso da carlo con la fionda di paolino. Almeno così pare.
Bologna, 1954. Il bar margherita, sotto i portici di via saragozza, è frequentato dai campioni della città: campioni nel biliardo, nel poker, nella briscola, nella conquista delle donne, nelle gare di boogie, nelle bevute, nel guidare spericolatamente ma, soprattutto, nell'investire gran parte del tempo negli scherzi da riservare agli amici. Tutto sembra andare per il meglio finché non accade l'irreparabile: il fidanzamento dell'ingenuo bep con la navigata beatrice, 'l'unica a essere uscita con tutti i ragazzi di via saragozza sia dalla parte dei numeri pari che dei numeri dispari'! Matrimonio più disarmonico è difficile da immaginarsi ma difficile sarebbe anche farlo saltare, considerati gli interessi delle rispettive famiglie. Fortuna però che esistono gli amici del bar margherita, quell''unità di crisi' sempre pronta a correre in soccorso di uno dei suoi membri in difficoltà.