Con questo nuovo romanzo, renzo bistolfi continua con mano sicura e felice a disegnare il suo personalissimo 'affresco provinciale', ricco di toni nostalgici, umoristici e intelligenti; di scenari minuziosi e interessanti; e di personaggi francamente irresistibili. «l'una di notte, in punto. Una piccola persiana nell'ammezzato si sollevò appena e ricadde con un colpo secco. Tloc. Poco dopo, dabbasso, si udì il sonoro tlac di una serratura che girava: una, due, tre mandate, poi il portone verde si aprì lentamente di un palmo, due occhi acuti e prudenti scrutarono il vicolo: nessuno. Via libera. » sestri ponente, maggio 1960. Zefira e richetta magnone, dette le zefire, sono due anziane sorelle nubili che conducono una vita parca e ritirata, con un'unica, grande passione: i gatti. Quelli con cui abitano, e tutti i randagi di cui si prendono cura ogni notte, col favore delle tenebre, per non esser viste. In realtà, ogni movimento delle zefire è osservato. Da occhi che poi ne riferiscono, in lettere anonime, alla loro unica parente: la giovane clelia, che insieme al rampante marito ugo non sa più come gestire le vecchie zie. E quelle spedizioni notturne sono attese e controllate anche da qualcuno che vuole intrufolarsi nella grande casa delle zefire, alla ricerca dei tesori accumulati in vita dal loro padre, e lì conservati senza tante cautele. Tesori tali da far gola a molti, infatti le due sorelle nascondono molto più che semplici mobili, quadri, gioielli. Forse inconsapevoli del rischio che stanno correndo. Anche perché, nel frattempo, due inspiegabili omicidi stanno minando la tranquillità dei sestresi, e il maresciallo galanti non riesce a scovare il colpevole, o i colpevoli.