Alberto ha vissuto il suo quarto d'ora di gloria negli anni ottanta, quando è scoppiato a ridere, davanti alle telecamere, in faccia all'uomo più potente d'italia, giulio andreotti. Dopodiché il quarto d'ora si è prolungato, perché una rai già avida di volti nuovi gli ha offerto di condurre supersmile: un programma dal quale ha avuto soldi e il lasciapassare per il paradiso delle celebrità. Poi la trasmissione è stata soppressa e la festa è finita: di colpo. Oggi, a quarant'anni, con un matrimonio sull'orlo del fallimento, un figlio che non sa come educare e un padre anziano nelle mani di una badante slava, alberto si è perso. Ha provato a riciclarsi come motivatore di manager ed è strapagato per alimentare suggestioni. Ma il denaro non gli basta: ha conosciuto il successo e ha un disperato bisogno di riassaporarlo. Perciò coglie l'opportunità di aiutare un ex compagno di scuola, massimo dandi, a diventare sindaco di una cittadina di provincia. Siamo ai margini dell'impero, ma l'ambizione è sconfinata e per alberto, disposto a tutto pur di risorgere, è il primo passo verso il gran ritorno. Il romanzo di riccardo bocca si addentra nello sprofondo immorale dell'italia contemporanea, offrendoci il più realistico bestiario mai letto. Alberto siamo noi, e questi anni feroci sono il nostro pane quotidiano.