I turbamenti, le angosce e la solitudine di 'un ragazzo senza qualità': pubblicato nel 1906, il romanzo di esordio di robert musil colloca, attraverso un'ardita analisi interiore, la crisi adolescenziale del piccolo törless all'interno della crisi della società mitteleuropea. Nei tratti psicologici del protagonista si delinea il rifiuto di un patrimonio di valori svalutato, paragonabile al vuoto 'ideologico' e alla noia esistenziale di molti giovani d'oggi. Al contempo però il lettore contemporaneo non potrà non riconoscere in beineberg e reiting - i compagni di törless che lo stesso musil nel 1937 definì 'gli attuali dittatori in nucleo' - una prefigurazione dei vari 'duci' che di lì a qualche decennio avrebbero assoggettato l'europa. Da qui (e non solo per correttezza filologica) anche la scelta di togliere il protagonista dalla dimensione esclusivamente 'giovanile' per restituirlo a quella più ampiamente sociale di 'allievo' di un preciso sistema educativo, politico e culturale. Introduzione di franco marcoaldi.
Scritto nel 1906 e considerato il romanzo di esordio di musil, la storia, di ispirazione autobiografica, narra attrverso crudi episodi sadomasochistici e avventure intellettuali, il momento di passaggio dall'adolescenza alla virilità nella crisi della società mitteleuropea. Come scrisse lo stesso musil, in quest'opera risiede la chiave dell''uomo senza qualità': l'assenza di sentimento, di morale e di 'esperienze' di toerless, lo rende nostalgico, vuoto. Parabola di profonda attualità, nei tratti psicologici del giovane protagonista si delinea il fiero e consapevole rifiuto di un patrimonio di valori svalutato, paragonabile al vuoto 'ideologico' e alla noia esistenziale di molti giovani di oggi.