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Julien Tromeur


Classifica Libri di Robert Walser

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Libri in questa classifica: 4

Pagina 1 di 1

Posizione in classifica: 1

Jakob Von Gunten
Un Diario

Robert Walser

Narrativa estera - Classica

Jakob Von Gunten<br>Un Diario
«scoprire walser è un po' come per jakob von gunten scoprire l'istituto benjamenta: si passa dal sospetto della mistificazione alla certezza del mistero e infine alla scoperta che il centro di quel mistero è la sua quasi identità con la mistificazione. Jakob scopre che veramente dietro alla facciata dell'istituto non c'è un pensiero – 'forse che qui c'è un qualche piano generale, un pensiero? No, niente' –, ma è proprio la fuga dal pensiero il segreto dei benjamenta e anche di walser». (roberto calasso)
Punteggio: 981
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 30/11/2023

Posizione in classifica: 2

I Fratelli Tanner

Robert Walser

Narrativa estera - Classica

I Fratelli Tanner
«corre dappertutto, felice sino alla punta dei capelli, e alla fine non diventa nulla, se non una gioia del lettore». Così simon, protagonista dei fratelli tanner, viene descritto da kafka, che ne fu uno dei primissimi e più entusiastici lettori. Simon ci appare, all'inizio, come un ultimo discendente della nobile stirpe dei «fannulloni» che, da eichendorff in poi, hanno traversato la letteratura accompagnati dal soffio corrosivo dell'ironia romantica: cerca, trova e abbandona i lavori più vari (ma sempre anonimi e subalterni) con irresponsabile disinvoltura, si lancia in lunghe passeggiate, fantastica, si guarda intorno per le strade, scrive grandi lettere, attacca discorso, incrocia senza mai arrestarsi i suoi fratelli e tanti sconosciuti, dell'esistenza dei quali, proprio perché a nulla, o forse al nulla, appartiene, riesce per un poco a partecipare così intimamente come neppure loro stessi saprebbero. Ma quando lo troviamo che scrive indirizzi in una copisteria per disoccupati, circondato da una schiera di rifiuti della società, riconosciamo in lui uno di quei diseredati su cui dostoevskij fu il primo romanziere a fissare ossessivamente lo sguardo. Eppure non c'è in simon neppure una punta del risentimento dell'«uomo del sottosuolo». Questo «disoccupato straccione» è un imprendibile spirito dell'aria, che prova meraviglia ogni mattina per l'esistenza del mondo, anzi ritiene che «si troverebbe tutto meraviglioso se si fosse capaci di sentire tutto, perché non può essere che una cosa sia meravigliosa e l'altra no». La sua gioia è nel sentirsi «debitore» anche se non ha nulla e nulla gli viene dato. Ma proprio questo sconcertante modo di essere carica di una straordinaria intensità le sue esperienze. E quando dirà: «la lotta della povera gente per un po' di pace, intendo la cosiddetta questione operaia», sapremo che, di là dalla loro mirabile ironia, queste parole sono fra le più dure e inappellabili che mai siano state dette contro la società. Come, all'inverso, dai discorsi della maga-direttrice di una «casa di cura per il popolo», che è insieme un luogo di ritrovo e un'immagine dell'utopia, ci renderemo conto che i fratelli tanner non ci introduce solo, come sembrerebbe, a un «romanzo familiare» ma a una parola di cui forse credevamo di aver smarrito il significato, per l'inadeguatezza di chi la propugna e di chi la evita: fraternità. Pubblicato nel 1907, questo primo romanzo di walser raccoglie, come una lunga ouverture, abbandonata e felice, tutti i temi dell'opera del grande scrittore svizzero (di cui prefigura in un episodio, con cinquant'anni di anticipo, la morte in una solitaria passeggiata nella neve). La più bella definizione della sua forma rapsodica, toccata da un'impalpabile grazia, è nelle parole del poeta morgenstern, che fra l'altro aiutò walser a «ripulire» il manoscritto dei fratelli tanner: «questo romanzo ha un qualcosa di sonnambolico, come, per così dire, si fosse scritto da sé. Per svariate ragioni, è per me una pura meraviglia, e se qui appare un genio spesso ancora immaturo e selvatico, tuttavia è un genio, cioè quel caso eccezionale e ogni volta incredibile di un uomo attraverso il quale la vita sembra scorrere come da una brocca gorgogliante».
Punteggio: 967
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 17/03/2023

Posizione in classifica: 3

La Passeggiata

Robert Walser

Narrativa estera - Classica

La Passeggiata
La passeggiata (1919) è uno dei testi più perfetti di walser, il grande scrittore svizzero che ormai, soprattutto dopo la pubblicazione delle sue opere complete, viene posto accanto a kafka, a rilke, a musil – ammesso cioè fra i massimi autori di lingua tedesca del nostro secolo. Ma la passeggiata ha anche un significato peculiare in rapporto a tutta l'opera di walser: è in certo modo la metafora della sua scrittura nomade, perpetuamente dissociata e abbandonata agli incontri più incongrui, casuali e sorprendenti, come lo è appunto ogni accanito passeggiatore – e tale walser era –, che abbraccia amorosamente ogni particolare del circostante e insieme lo osserva da una invalicabile distanza, quella del solitario, estraneo a ogni rapporto funzionale col mondo. In un décor di piccola città svizzera, e della campagna che la circonda, il passeggiatore walser ci guida, con la sua disperata ironia, in un labirinto della mente, abitato da figure disparate, dalle più amabili alle più inquietanti. Da eichendorff a mahler, il vagabondaggio è stato un archetipo ricchissimo della più radicale letteratura moderna. Tutta quella grande tradizione sembra condensarsi, quasi clandestinamente, nella passeggiata di walser, a cui lo scrittore ci invita col suo irresistibile tono: «lei non crederà assolutamente possibile che in una placida passeggiata del genere io m'imbatta in giganti, abbia l'onore d'incontrare professori, visiti di passata librai e funzionari di banca, discorra con cantanti e con attrici, pranzi con signore intellettuali, vada per boschi, imposti lettere pericolose e mi azzuffi fieramente con sarti perfidi e ironici. Eppure ciò può avvenire, e io credo che in realtà sia avvenuto».
Punteggio: 883
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 15/07/2024

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