A sarah piace il silenzio assoluto della sera che avvolge l'isola di skye. Le piace muoversi piano nella penombra e accarezzare delicatamente i biondi capelli della sua bambina di sette anni, kirstie, che si è appena addormentata. Mentre osserva le sue manine che stringono il cuscino, sarah ripensa a quando quelle mani si stringevano a quelle, identiche, della sorella gemella lydia. Niente le distingueva: stesse lentiggini, stessi occhi azzurro ghiaccio, stesso sorriso giocoso. Ma, un anno prima, lydia è morta improvvisamente e ha lasciato un vuoto così grande che ha costretto sarah e la sua famiglia a fuggire da tutto e da tutti su quell'isola nel mare della scozia. Lì, tra scogliere impervie e cieli immensi, sarah sente che lei, la bambina e suo marito angus potranno forse ritrovare la serenità. Eppure, mentre si avvicina l'inverno, kirstie è sempre più strana. Diventa silenziosa, riflessiva, stranamente interessata a cose che prima non amava. Sempre più simile a lydia, la gemella scomparsa. Quando un giorno si scatena una violenta tempesta, sarah e kirstie rimangono isolate. Nel buio, col solo mugghiare del vento ad ascoltarle, kirstie alza gli occhi e sussurra: 'mamma, perché continui a chiamarmi kirstie? Io sono lydia. Kirstie è morta, non io'. Sarah è devastata e il tarlo del dubbio comincia a torturarle l'anima. Cos'è successo davvero il giorno in cui una delle gemelle è morta? È possibile che una madre possa non riconoscere sua figlia?