Questo libro racconta la vita di marguerite duras, dall'infanzia, quando è per tutti nené, agli anni centrali in cui gli amici più intimi, come jeanne moreau, godard, depardieu, lacan, la chiamano margot, fino al delirio megalomane e alcolico della vecchiaia in cui la scrittrice parla di sé in terza persona autocitandosi con il solo cognome: duras. È la storia di una vita irripetibile che si è intrecciata al colonialismo, alla resistenza, al partito comunista francese - con l'adesione prima, la ribellione e l'espulsione poi - al '68, al femminismo, all'ecole du regard, alla nouvelle vague. La storia di una donna dai moltissimi aggrovigliati amori e di una scrittrice e cineasta che, dopo la vittoria al goncourt e il successo del romanzo ispirato al suo primo amore - l'amante - ha conquistato, suo malgrado, una sterminata folla di lettori. La storia, infine, dei trionfi e delle sconfitte di questa donna, del suo corpo a corpo con la letteratura, della sua autenticità e delle sue mistificazioni, del doloroso attraversamento dell'alcolismo, dei deliri dovuti alla disintossicazione, della sua capacità d'innamorarsi e di giocare coi sentimenti e con le parole fino all'ultimo soffio di vita. Per scoprire, infine, che nessun riconoscimento, nessuna turbinosa passione potevano guarirla dal male di vivere, dalle lontane ferite infantili e dalla lucidità con cui, in vecchiaia, avrebbe compreso che 'nessun amore vale l'amore' o che 'scrivere non insegna altro che a scrivere'.