Dopo essere morto, yankel morgenstern approda in paradiso, dove scopre che dio è un grosso pollo soddisfatto di sé: tocca adeguarsi e, nel caso, cambiare le proprie abitudini alimentari. A schwartzman, invece, dio ordina di erigere un altare dorato nel cortile di casa, poi di comprare legno di cipresso per costruire un'arca. Stanley fisher, a sua volta, in un momento di difficoltà, compie un viaggio in israele e in una caverna del negev trova tredici tavolette di pietra antichissime, portatrici di un messaggio che potrebbe cambiare l'intero corso dell'esistenza umana; solo che nessuno le vuole comprare, nemmeno su ebay. In questi racconti shalom auslander tratteggia una serie di incontri-scontri con l'onnipotente, sardonici e dissacranti, surreali eppure precisi nel descrivere il complicato rapporto tra l'uomo e la religione. Il dio di auslander a volte soffre di emicrania, può essere un temuto businessman, o ancora può scendere di persona a manhattan per eliminare qualcuno inspiegabilmente sfuggito alla rigida programmazione delle morti. Il mondo intero, animali compresi, è in balia di questo dio autoritario e implacabile, una creatura capricciosa e dispotica che, con la costante minaccia di punizioni nel mondo a venire, li costringe a seguire assurde norme nel mondo presente. Ma la narrazione di shalom auslander lascia aperta una via per combattere l'ossessione del precetto: quella di un'ironia irriverente, a tratti feroce ma liberatoria.