Messina, 1479. Un uomo sta morendo nella sua casa, dopo aver vagato per mesi accompagnato da una bara con dentro una giovane donna. È antonello da messina, il grande pittore siciliano, appena tornato da una venezia flagellata dalla peste. Antonello è famosissimo ormai. Ma la sicilia non ama i suoi figli più geniali e antonello lo sa. Per questo adesso, nel delirio finale, invoca il vecchio maestro colantonio. Quel delirio gli farà rivivere l'infanzia pezzente e l'incontro con i misteriosi artisti del trionfo della morte; lo porterà da una napoli dominata dai cortigiani, come il panormita e la bella lucrezia, alla roma dei cardinali cialtroni e delle puttane; dalla mantova del mantegna, alla arezzo di piero della francesca. Da bruges, dove finalmente scoprirà l'amore e persino il segreto della pittura a olio, a una venezia che gli darà fama e gloria e l'amicizia coi bellini. Il romanzo è anche l'affresco dell'epoca, crudele, affamata di gloria, dove domina l'angelo della morte. Tanti sono i comprimari di questa vicenda, dai familiari meschini e sanguisughe, alla nana nannarella morta per amore nei vicoli di napoli; dall'aristocratica volatrice e forse erede al trono di sicilia, al buffone cicirello; dai viceré scaltri, ai fanatici frati osservanti, che scatenano a messina rivolte contro il malgoverno. Ma in quei viaggi una sola luce per antonello: griet, la figlia bastarda di van eych. E una sola ossessione: la pittura a olio dei fiamminghi.
Catania, prima messa del mattino nella chiesa degli angeli custodi. Un ragazzo si alza, avanza, uccide il parroco e poi fugge. Poco dopo viene trovato a scuola. Non nega il delitto, lo giustifica. Era iarrusu' afferma. Possibile? Pedofilo proprio quel prete in lotta contro la violenza e il degrado del quartiere angeli custodi? Don jano platania, la cui fama si era sparsa ben oltre i vicoli intorno alla parrocchia? Maria laura gangemi, commissario di polizia, non riesce a crederci. Eppure fatica come non mai a concentrarsi sulle indagini. Suo figlio andrea è in coma, investito da un tir la sera prima. Ora che teme di perderlo, maria laura misura con sgomento quanto le è estraneo quel ragazzo diventato quasi adulto mentre lei correva dietro al suo dovere. Non sapeva nulla del sodalizio che lo legava a un compagno di liceo. Quell'amico è proprio mario torrisi: l'assassino. Quell'amico è il nipote di don nitto torrisi, vecchio uomo d'onore che ancora regna sugli angeli custodi in virtù del potere di vita e di morte che ebbe in altri tempi. Coincidenze che innescano in maria laura un cortocircuito fra la necessità di fare i conti con il passato e l'urgenza di trovare la verità. Comincia così la sua corsa tra ville sontuose dove il marcio si nasconde tra le buganvillee e quartieri dove i costumi sono arcaici, le esigenze fameliche, le finalità spietate. Tra le vie di una città bruciata dal sole e battuta dal vento che scende dall'etna. '