Edipo, colui che ha saputo risolvere gli enigmi della sfinge, è l'ultimo a rendersi conto di essere parricida e incestuoso, e cavandosi gli occhi si priva dello strumento che non gli è servito a vedere l'abisso; quando, ormai vecchio e sfinito dal patire e dall'errore, torna nella città su cui aveva regnato è solo per chiedere di potervi morire in pace. Antigone, sua figlia e sorella, assisterà allo scontro per il potere tra i fratelli, e quando dovrà scegliere se infrangere gli ordini e dare sepoltura a uno di loro, traditore della patria, non avrà dubbi, e pagherà con la vita la sua opposizione alla ragion di stato. Il ciclo di edipo, considerato vetta dell'arte drammatica fin dall'antichità, segue il filo rosso dell'impotenza umana di fronte agli eventi, vera essenza del tragico.
Composte nella seconda metà del v secolo a. C . , le tragedie del ciclo di edipo mettono in scena, in forme di straordinaria suggestione, una delle più alte e dolenti rappresentazioni del destino umano. Edipo, assurto con sofocle a simbolo universale, è il paradigma più famoso dell'eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato. Giunto al potere grazie alla propria intelligenza, edipo è costretto, attraverso una forzata e convulsa indagine retrospettiva, a scoprire che il suo passato è una lunga sequenza di orrori e delitti, e a riconoscere la drammatica verità delle ultime, desolate parole del coro: 'non dire felice uomo mortale, prima che abbia varcato il termine della vita senza aver patito dolore'. Franco ferrari analizza nell'introduzione la strategia drammatica di sofocle e il ruolo che ha in essa il rovesciamento della sorte umana, tema conduttore dei tre drammi.