'un aureo libretto questo di stefano rodotà, intriso di passione, di delusione mascherata, ma anche di volontà di mutar registro, di rendere la politica degna delle sue responsabilità e i cittadini più consapevoli' (corrado stajano, corriere della sera). 'contro l'illegalità dilagante, e la vera e propria barbarie che esplode improvvisa a devastare il senso stesso della vita umana, 'elogio del moralismo' è un vibrante pamphlet che diventa più che un segno di rivolta. Esso è un anticorpo nei confronti di questo virus micidiale e insieme un invito alla ricostituzione dello spirito pubblico' (roberto esposito, la repubblica). 'non si arrende, stefano rodotà, e invita tutti a fare altrettanto' (benedetta tobagi, la repubblica). 'rodotà ci invita a ricordare che democrazia non vuole dire soltanto governo del popolo ma anche governo 'in pubblico', e dunque sono inammissibili tanto la menzogna, quanto la pretesa da parte dei politici di non rendere conto dei propri comportamenti' (maurizio viroli, il fatto quotidiano).
Di fronte ai grandi soggetti economici che sempre più governano il mondo, l'appello ai diritti individuali e collettivi è la via da seguire per impedire che tutto sia soggetto alla legge 'naturale' del mercato. Nel 2000 l'unione europea si è data una carta dei diritti fondamentali, la prima del nuovo millennio. Ma non bisogna fermarsi soltanto alle dichiarazioni formali. I fatti ci dicono altro: le donne e gli uomini dei paesi dell'africa mediterranea e del vicino oriente si mobilitano attraverso le reti sociali, occupano le piazze, si rivoltano in nome di libertà e diritti, scardinano regimi politici oppressivi; lo studente iraniano e il monaco birmano, con il loro telefono cellulare, lanciano nell'universo di internet le immagini della repressione di libere manifestazioni, anche rischiando feroci punizioni; i dissidenti cinesi chiedono l'anonimato in rete come garanzia della libertà politica; le donne africane sfidano le frustate in nome del diritto di decidere liberamente come vestirsi; i lavoratori asiatici rifiutano la logica patriarcale e gerarchica dell'organizzazione dell'impresa e scioperano; gli abitanti del pianeta facebook si rivoltano quando si pretende di espropriarli del diritto di gestire i loro dati personali. L'elenco potrebbe continuare a lungo perché la 'rivoluzione dell'eguaglianza', mai davvero compiuta, è oggi accompagnata dalla 'rivoluzione della dignità' e sta dando vita a una nuova antropologia, che mette al centro l'autodeterminazione delle persone.