Viviamo in un'epoca di esibizione delle nostre emozioni. Crediamo che l'unico spazio autentico sia quello dei nostri vissuti emotivi, che da tempo, però, non ci appartiene più. Oggi dobbiamo sorvegliare il futuro dei nostri figli, sempre più connessi, che frequentano una scuola incapace di educare, perché ignora l'apparato sentimentale dei nativi digitali, e la politica che, soprattutto nella sua versione populista, ha fatto delle nostre reazioni emotive il proprio linguaggio. Con la guida di umberto galimberti ritorniamo alla natura delle emozioni e ritroviamo questo spazio essenziale, liberandolo dalle esigenze del successo e del mercato. La mente e il cuore. Platone invita a privilegiare la mente razionale capace di governare le passioni del cuore. Ma noi non possiamo dimenticare che anche il cuore ha le sue ragioni. Anzi, prima che la mente giungesse a guidare la vita dell'uomo, per i nostri antenati la vita era governata dal cuore, che con le sue sensazioni giungeva a capire, come peraltro fanno gli animali, in modo rapido e senza riflettere, che cosa è vantaggioso e che cosa è pericoloso per il mantenimento della vita. Il cuore promuove le azioni più rapidamente della ragione e senza troppo indugiare sul da farsi, perché il mondo non è ospitale e i pericoli, che sono a ogni passo, richiedono decisioni immediate. Le decisioni del cuore sono promosse dalle emozioni come la paura che il cuore avverte di fronte al pericolo, o come il desiderio che approda all'accoppiamento per la preservazione della specie. Tutto questo senza riflettere, perché la luce della ragione ancora non c'è. La nostra è un'epoca di spaventosa espansione della razionalità tecnica. Da un lato, questa espansione impone la rimozione delle emozioni e dall'altro innesca una reazione di ritirata emotiva nel proprio sentimento, assunto come unica legge di vita. A questo si aggiungono la ricerca costante di visibilità e di notorietà, che trasformano le nostre emozioni in merci. Ma allora siamo ancora capaci di riconoscere che cosa sia un'emozione? Umberto galimberti costruisce un cammino straordinario nelle profondità del nostro vissuto e ci insegna a ritrovare il nostro spazio intimo, cioè lo spazio che si nega al pubblico per concederlo a chi si vuol fare entrare nel proprio segreto profondo e spesso ignoto a noi stessi.