Estate del '56. Tre fratellini, vito, marilù e pino, sono in vacanza sulle montagne venete. La bucolica atmosfera alpestre fa da sfondo ai loro giochi, ma nasconde sotto l'apparente serenità oscure vicende e inafferrabili segreti. La valle, i boschi e i monti sono popolati da esseri magici e alberi fatati e aleggia ovunque la presenza inquietante delle anguàne, mitiche ninfe delle sorgenti. La spensierata vacanza prenderà così improvvisamente una piega inaspettata e drammatica. Dodici anni dopo il brigadiere baldelli tenterà di far luce su quei lontani avvenimenti e scoprirà gli antichi rancori, le verità inconfessabili e i crudeli delitti che hanno avviluppato i protagonisti in una tragica ragnatela.
'a ogni curva i fari dell'auto spazzavano la costa del monte e illuminavano gli alberi di un bosco ormai spoglio. I tronchi, colpiti dalla luce, apparivano d'improvviso nella notte simili a neri feticci, mentre le ruote schizzavano tutt'intorno manciate di fango. ' in una notte di pioggia, in mezzo a cupe colline, un automobilista s'imbatte per caso in un efferato delitto. La vittima è una ragazza sconosciuta che in punto di morte gli consegna una busta piena di antichi documenti: 'scappa, scappa' sono le sue ultime parole. I carabinieri, allertati da una telefonata anonima, giungono lassù dopo pochi minuti ma trovano soltanto il suo corpo senza vita: l'involontario testimone si è nel frattempo volatilizzato. Inizia così l'intricata indagine del maresciallo piconese, tesa innanzitutto a scoprire l'identità della ragazza e che ben presto s'indirizza verso una strana comunità insediata sulla cima di un colle selvoso che sorge li vicino. Anche il cronista del quotidiano locale, affiancato da alcuni improbabili collaboratori, comincia una propria indagine partendo, invece, dal misterioso enigma rinvenuto fra i documenti della vittima. Alla fine le due indagini tenderanno fatalmente a convergere e la soluzione del delitto verrà trovata, con un finale a sorpresa, in una vicenda che si credeva ormai cancellata dalla memoria della gente e dalle pagine dei libri di storia.
Aldo manfredini, un giovane medico stanco della vita cittadina, decide di andare ad abitare in una contrada montana, nel bel mezzo delle prealpi venete. Riesce facilmente ad integrarsi in quella piccola comunità composta da anziani montanari e si adegua volentieri agli antichi ritmi della vita contadina. I suoi nuovi compaesani hanno fama d'essere ombrosi e bruschi, rovèrsi, ma lui si sente ben accolto, come a casa propria. L'atmosfera di serena vita agreste che si respira lassù viene offuscata da un tragico incidente che provoca la morte di un vicino. Non credendo alla casualità di quanto accaduto, aldo inizia un'indagine discreta, aiutato dall'ex parroco del paese. Per fissare meglio le proprie riflessioni, le scoperte e i dubbi comincia inoltre a scrivere un diario. Via via che scava nel passato remoto di quella valle e di quella gente, gli incidenti misteriosi e le morti si moltiplicano e lui si rende conto che potrebbe rimanere travolto dagli avvenimenti. Aldo infatti muore e il suo diario diventa la cronistoria dell'indagine, una specie di 'messaggio in bottiglia' che verrà raccolto dal suo unico amico rimasto in città, l'ingegnere carlo zampieri. Molte sono le domande alle quali carlo dovrà trovare risposta, la prima delle quali riguarda proprio il suo amico: aldo si è suicidato, come sostengono i carabinieri, o è stato assassinato? E se è stato ucciso, chi è il colpevole? Cosa ha trovato di così importante da lasciarci la vita?