La paura più grande di un essere umano, insieme alla paura della morte cui è spesso associata, è di non valere agli occhi degli altri, di poter essere considerato in modo negativo o con ostilità. Quando si prova questa sensazione vuol dire che agiscono ricordi emotivi di ferite che ha subito la nostra autostima durante l'infanzia. Traumi dovuti molto spesso all'inadeguatezza psicofisica rispetto agli adulti con i quali conviviamo e ci confrontiamo, ma anche a episodi che avrebbero potuto essere evitati, come abbandoni, mancanza di affetto, critiche cattive. In questo volume vengono analizzate la natura e la genesi dell'emozione denominata 'senso di colpa', e viene affrontato il tema delle vere origini dell'ansia e del panico.
La paura più grande di un essere umano, insieme alla paura della morte cui è spesso associata, è di non valere agli occhi degli altri, di poter essere considerato in modo negativo o con ostilità. Quando si prova questa sensazione vuol dire che agiscono ricordi emotivi di ferite che ha subito la nostra autostima durante l'infanzia. Traumi dovuti molto spesso all'inadeguatezza psicofisica rispetto agli adulti con i quali conviviamo e ci confrontiamo, ma anche a episodi che avrebbero potuto essere evitati, come abbandoni, mancanza di affetto, critiche cattive. In questo volume vengono analizzate la natura e la genesi dell'emozione denominata
Secondo il racconto dei vangeli, gesù, dopo l'ultima cena, si ritira nei pressi di un piccolo campo poco fuori gerusalemme: è il getsemani, l'orto degli ulivi. Alla testa di un gruppo di uomini armati, arriva giuda che indica gesù ai soldati baciandolo. Questo bacio è divenuto il simbolo dell'esperienza straziante del tradimento e dell'abbandono. Ma anche i suoi discepoli e pietro stesso, il più fedele tra loro, tradiscono il maestro lasciandolo solo. Nella notte del getsemani non c'è dio, ma solo l'uomo. È lo scandalo rimproverato a gesù: aver trascinato dio verso l'uomo. La notte del getsemani è la notte dove la vita umana si mostra nella sua più radicale inermità. In primo piano c'è l'esperienza dell'abbandono assoluto, della caduta, della prossimità irreversibile della morte e della preghiera. La notte del getsemani è la notte dell'uomo.
Al centro di questo libro c'è il rapporto della vita umana con l'esperienza traumatica della perdita. Cosa accade dentro di noi quando perdiamo chi abbiamo profondamente amato? Quale vuoto si spalanca? Quale lavoro ci attende per ritornare a vivere? E cosa avviene quando questo lavoro risulta impossibile e ci sentiamo persi insieme a chi abbiamo perduto? Il lavoro del lutto e la nostalgia sono due esempi di come possiamo restare vicini a ciò che abbiamo perduto senza però farci inghiottire dal dolore. Mentre il nostro tempo esalta il futuro, il progetto, l'intraprendenza, il lutto e la nostalgia ci ricordano che lo sguardo rivolto all'indietro non è sempre segno di impotenza, ma può anche alimentare le risorse che servono per essere davvero capaci di non smettere mai di nascere. Può la luce arrivare dal passato? Può esserci luce nella polvere?
Un saggio che svela forme nuove di un rituale antico: dal terrorismo jihadista all'economia finanziaria «ma quale sacrificio? E sacrificio di cosa? Che vuol dire sacrificare? A rispondere a queste domande decisive, con l'intensità di un'intelligenza libera da pregiudizi di scuola, è massimo recalcati» – la repubblica «sacrificare le nostre aspirazioni, privarci della nostra libertà, fare a meno di cose a cui teniamo è un clamoroso autogoal e anche uno sgarbo nei confronti degli altri. Il filosofo massimo recalcati spiega perché, recuperando tra l'altro un messaggio cristiano: onorare i doni ricevuti, i talenti, e anche un dovere: realizzare i propri desideri. » - antonella fiori, natural style «recalcati offre un apporto particolarmente significativo all'inesausto dibattito sul sacrificio. » - ttl - la stampa 'l'esistenza non è da sacrificare, e non la si può sacrificare. La si può soltanto distruggere o condividere. ' la passione per il sacrificio è solo umana. Gli uomini non si sono limitati a sacrificare sull'altare animali offerti ai loro dei ma hanno sacrificato su quell'altare anche la loro vita. È il caso dell'uomo ipermorale che sacrifica il suo desiderio, o del martire del terrorismo che si immola per una causa. Un fantasma fondamentale ha attraversato l'occidente: vivere nel sacrificio per ottenere un rimborso illimitato (da dio, dalla propria famiglia, dall'altro). In psicoanalisi questa è la legge paradossale del super-io: il sacrificio non è una semplice rinuncia al soddisfacimento ma una forma masochistica del soddisfacimento. È un fantasma che proviene da una interpretazione solo colpevolizzante del cristianesimo. La psicoanalisi, insieme alla parola più profonda di gesù, si impegna invece a liberare la vita dal peso del sacrificio. Il che comporta un diverso pensiero della legge: l'uomo non è schiavo della legge perché la legge – come sostiene la lezione cristiana – è fatta per l'uomo e non l'uomo per la legge.
Medico, psichiatra, psicoanalista, jacques lacan (1901-1981) è stato una delle personalità più significative nella cultura del novecento e nella storia della psicoanalisi del dopo-freud. Il suo riferimento costante e rigoroso ai fondamenti della clinica psicoanalitica s'interseca con l'utilizzo critico delle teorizzazioni più avanzate proprie della linguistica, della filosofia, della logica, dell'antropologia, della letteratura e della psichiatria. Scritto da due psicoanalisti di generazioni diverse ma formatisi entrambi alla scuola di lacan, questo libro offre al lettore un'esposizione chiara e rigorosa dell'insegnamento lacaniano.
Medico, psichiatra, psicoanalista, jacques lacan (1901-1981) è stato una delle personalità più significative nella cultura del novecento e nella storia della psicoanalisi del dopo-freud. Il suo riferimento costante e rigoroso ai fondamenti della clinica psicoanalitica s'interseca con l'utilizzo critico delle teorizzazioni più avanzate proprie della linguistica, della filosofia, della logica, dell'antropologia, della letteratura e della psichiatria. Scritto da due psicoanalisti di generazioni diverse ma formatisi entrambi alla scuola di lacan, questo libro offre al lettore un'esposizione chiara e rigorosa dell'insegnamento lacaniano.
Il corpo di giobbe e la sua anima sono lacerati dal male; «nudo e rasato», ricoperto di piaghe, cade nella cenere. La preghiera può prendere solo la forma acuta del grido rivolto a dio: «perché a me? Perché l'ingiustizia di tutto questo dolore? »il male che si accanisce contro giobbe non può piú essere concepito come una punizione, poiché egli non ha commesso alcun delitto; non può piú essere una vendetta, poiché egli non ha colpito nessuno. Nel trovarsi esposto alla violenza insensata della sofferenza giobbe si trova immerso in una esperienza intraducibile. Resta solo il grido rivolto a dio come il modo piú radicale della domanda. La stessa che egli porta nell'etimo del suo nome: giobbe significa nella lingua ebraica « dov'è il padre? » domanda che sovrasta ogni possibile risposta. «il dolore di giobbe – come scrive recalcati – non può essere ricondotto all'ordine del senso perché nessuna teologia, come nessuna altra forma di sapere, è in grado di spiegarne l'eccesso». Il grido di giobbe accade quando le parole sono costrette al silenzio, spezzate dal trauma del male. Esso non è indice di rassegnazione ma di lotta e di resistenza. Dopo la notte del getsemani e il gesto di caino, con il grido di giobbe continua l'intenso e sorprendente viaggio di massimo recalcati lettore della bibbia, impegnato a rintracciare l'eredità piú profonda del pensiero psicoanalitico che si concluderà, a breve, con un'ampia e attesa opera.
Come si costituisce un soggetto e cosa rende la sua vita degna di essere vissuta? Queste due domande sono al centro del pensiero di lacan, di cui massimo recalcati presenta qui una lettura ampia centrata sulle categorie di desiderio e di godimento. Questo testo, cui seguirà un secondo volume dedicato alla clinica psicoanalitica, non prende partito per il lacan del desiderio contro il lacan del godimento né viceversa. Sceglie la via di mostrare come desiderio e godimento siano i poli entro i quali si snoda il processo di soggettivazione e accentua lo statuto etico del soggetto esposto ad una responsabilità illimitata eppure senza padronanza. Attraverso questa griglia il lettore potrà seguire lo sviluppo del pensiero di lacan sul soggetto e ripercorrere i suoi temi più conosciuti: lo stadio dello specchio, l'aggressività paranoica, la funzione dialettica della parola e le leggi strutturali del linguaggio, il nome del padre, il dono d'amore, il fattore letale del significante, l'oggetto piccolo (a), l'angoscia come incontro con il reale, l'inesistenza della donna e del rapporto sessuale, la pratica dell'arte come organizzazione del vuoto, joyce-il-sinthomo.
Michel onfray, coerente con sé stesso, prende di mira in questo libro una religione che, ancor più dei monoteismi del suo 'trattato di ateologia', sembra dover ancora avere vita lunga e felice. Questa religione è la psicoanalisi, e più in particolare il freudismo. L'idea di onfray è semplice e radicale: freud ha tentato di costruire una scienza e non vi è riuscito; ha voluto provare che l'inconscio ha le sue leggi, la sua logica intrinseca, può essere studiato mediante protocolli che riteneva scientifici, e tuttavia ha mentito, per potersi fregiare degli emblemi della scientificità. Tutto ciò merita una controinchiesta: ed è l'obiettivo che onfray si pone. Con il rigore e la pazienza di un archivista, riprende daccapo in mano i testi sacri della nuova chiesa. E senza timore dello stigma che si sarebbe senz'altro procurato, li mette a confronto con le testimonianze e ne esamina le contraddizioni. Il bilancio è terribile: la psicoanalisi è un'appendice della psicologia, della letteratura, della filosofia, ma non può assolutamente aspirare allo statuto di scienza 'dura'. Accolto in francia da un enorme successo di pubblico - che si avvia a superare quello del 'trattato di ateologia' - e un'ondata di critiche feroci, 'crepuscolo di un idolo' è onfray al suo meglio: un pensatore che della decostruzione di grandi miti del nostro (e di ogni) tempo fa una battaglia per la libera ricerca della felicità terrena.