Sinossi Libro
Tuzzi abbandona le vesti del giallista per una narrazione fuori dal genere, con una riflessione profonda su che cosa significhi vivere, su che cosa si è amato, su ciò che non ritornerà. Itaca è la giovinezza, appunto, che nessuno rivedrà più. «l'ho aperto per dargli un'occhiata. In breve, ci sono caduto dentro». - corrado augias, il venerdì di repubblica «tuzzi scrive addirittura benissimo; offre molto e non concede quasi nulla». - mario baudino, la stampa «tuzzi si dimostra un maestro». - ranieri polese, corriere della seraun musicista sciupafemmine, tommaso, nato nel 1966, riceve, poco dopo il suo cinquantesimo compleanno, un lascito composto da una scatola di foto e cartoline e da una chiavetta da pc con un lungo messaggio di uno scrittore nato nel 1936 e morto tragicamente da poco: massimo. Amico dei genitori di tommaso, massimo segnò alcuni snodi decisivi nella vita del ragazzo, e ora le due voci si intrecciano in un dialogo oltre il tempo e lo spazio dipanandosi, in un continuo slittare fra passato e presente, attraverso i più disparati e inattesi argomenti: come erano organizzati i bordelli per omosessuali a venezia al tempo di proust? Come musicare un idillio di leopardi? Esistono case o luoghi «abitati» da spettri? Perché l'uomo ha un solo pene, mentre il primo lucertolone che incontri può offrire alla sua lucertola la scelta fra più peni diversi per forma e colore? Un contrappunto, quello tra massimo e tommaso, che spazia tra gli anni sessanta della falsa euforia delle feste in costa azzurra e della roma della dolce vita, sino a una opaca venezia invasa dal turismo di massa, fra discussioni sull'arte, prestazioni di cavalli da corsa e raggelanti ricordi delle atrocità della guerra. Una meditazione, anche, su questa nostra attuale europa, sul nostro tempo, che rende difficile sperimentare l'altrove perché tutto è simile a tutto, è in vendita e a portata di mano. Per la seconda volta, dopo l'esordio con