Sinossi Libro
Viscerale e appassionante, castigo di dio conferma il talento narrativo di marcello introna e la sua immediatezza e autenticità nel raccontare uno spaccato di vita e di storia italiana. «amaro era l'ossido che aggredisce il metallo, lo scorpione in attesa sotto la sabbia, la putrescina della carogna di un cane, era la guerra, il razzismo, l'opportunismo, il nazista che cavava denti d'oro ai deportati. Non provava affetto per nessuno e l'idea che nessuno ne provasse per lui lo irritava ancora di più perché lo leggeva come un gesto di mancata sottomissione. Era cattivo. In un unico termine che meravigliosamente lo sintetizzava, era cattivo ed era nato così. Un castigo di dio. » È l'estate del 1943 a bari, quando un uomo corrotto e malvagio che tutti chiamano 'amaro' decide di rapire la figlia dodicenne di un ricco proprietario terriero della provincia. A capo di un'organizzazione malavitosa dai contorni inquietanti, amaro è il re della socia, un immenso palazzo fatiscente che nel corso degli anni ha subito un progressivo e inarrestabile degrado. Proprio quando il regime fascista cade, la germania nazista perde colpi e gli alleati prendono il controllo della città, grazie alla complicità e alla protezione del prefetto nicola arpino, amaro si serve della sua corte dei miracoli, e specialmente del suo sadico vassallo filippo, per gestire la borsa nera, i traffici legati alla prostituzione e allo spaccio di morfina, trasformandoli in guadagni faraonici che non gli bastano mai. A creargli qualche problema ci sono gli articoli di denuncia di luca 'il bracco', un giornalista acuto ed entusiasta, le indagini incalzanti del commissario michele de santis, e il disprezzo sentimentale e umano di anna, la donna più bella della socia. Anna è la puttana letterata che conosce il latino e il greco antico e ritrova un po' di serenità solo quando può fare lezione ai due piccoli orfani che vivono in quell'inferno: lorenzo e francesco. Sullo sfondo di una città devastata dalle privazioni, dalle clientele e dalla malafede dilagante, la socia è una realtà scomoda di cui tutti fingono di ignorare l'esistenza, il cupo teatro in cui si muovono i molti personaggi di questo romanzo corale, il palcoscenico dove salvio, un fabbro taciturno e solitario, sceglie di sfidare amaro per amore di anna. In quei piccoli appartamenti invasi dalla muffa, oltre ai soprusi e alle malattie, c'è anche tanta brava gente. Ed è in questa alternanza tra bene e male, tra giusto e ingiusto, tra bello e orrendo che il romanzo si compie.