Sinossi Libro
I formidabili frank è un viaggio struggente e avventuroso al cuore di quel mistero chiamato famiglia. «il libro che ho regalato di più? Senz'altro il bellissimo memoir i formidabili frank» - jonathan franzen un fratello e una sorella sposarono una sorella e un fratello. La coppia piú anziana non aveva figli e quindi quella piú giovane glieli prestava. Sembra l'inizio di una fiaba, invece è una storia vera quella dei frank, anzi dei formidabili frank, come se fosse il titolo di un film: del resto zio irving e zia hank sono sceneggiatori di successo nella hollywood ruggente degli anni sessanta e settanta. E la stravagante e magnetica hank non si accontenta di lavorare con paul newman, steve mcqueen, jane fonda e robert deniro, ma pretende che anche i suoi familiari si attengano al copione che ha scritto per loro. Anche, e soprattutto, per la vita del giovane michael. Almeno finché michael non si ribella… i formidabili frank è un viaggio struggente e avventuroso al cuore di quel mistero chiamato famiglia. Ogni infanzia racchiude in sé emozioni, esperienze e impressioni uniche destinate a plasmare irrimediabilmente gli adulti che saremo. Michael lo sa bene, e sa anche che la sua infanzia è stata eccezionale. È cresciuto a laurel canyon, sulle verdeggianti colline della los angeles degli anni settanta, circondato dall'affetto delle famiglie dei genitori, legate a doppio filo essendo nate dai matrimoni di due coppie di fratelli. Ma c'è una persona in particolare che ha fatto di un'infanzia fuori dal comune il perfetto materiale per un romanzo di henry james se avesse vissuto a hollywood o per un film di wes anderson: zia hank. Harriet frank ravetch, detta hank, è una sceneggiatrice di hollywood dalla personalità stravagante e magnetica: insieme a suo marito, lo zio irving, anch'egli sceneggiatore, la donna, che non ha figli, si propone di far conoscere il mondo al nipote prediletto, trasmettendogli il suo punto di vista, il suo gusto, il suo «occhio» – insindacabile, ça va sans dire – per l'arte, la letteratura, gli oggetti e le persone. L'autore cresce cosí in un universo gerarchizzato in b. E n. b . , buono e non buono, seguendo il precetto del creare « bellezza sempre ». Tra mercatini dell'antiquariato e negozi di arredamento, serate a teatro e battute shakespeariane imparate a memoria, la zia «rapisce» il nipote e si trasforma inconsapevolmente in un dispotico pigmalione. Solo grazie a questa formazione totalizzante michael potrà essere un formidabile frank degno del suo nome. Col passare degli anni, però, il bambino diventato un ragazzo si rende conto di dover prendere le distanze dagli zii per poter crescere. La voglia di indipendenza si scontrerà con la caparbietà irriducibile di hank, che condiziona non solo michael, ma anche l'intera famiglia. Ma questa eccezionale figura, una sorta di «zia mame» realmente esistente, non è l'unica formidabile degna di essere raccontata: ci sono la nonna huffy e la nonna sylvia, che si odiano ma vivono insieme da quando sono rimaste vedove; i genitori di michael, merona e marty, trattati come eterni fratelli minori; lo zio irving, la sua freschezza, i suoi riti e la sua devozione per la moglie. E poi ci sono i luoghi, che sembrano assecondare l'ascesa e il declino delle persone che li affollano: l'appartamento delle nonne a dieci minuti di macchina da laurel canyon, la sontuosa maison degli zii