«questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso da ragazzo, con la mia famiglia, nell'isola greca di corfù. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell'isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato i vari amici a dividere i capitoli con loro»: con queste parole, dove già traspare la sua accattivante ironia, gerald durrell presenta questo libro, uno dei più universalmente amati che siano comparsi in inghilterra negli ultimi anni. Non sono soltanto memorie, né soltanto osservazioni di storia naturale, sembra avvertirci discretamente durrell – e aspetta che il lettore si inoltri nel libro perché scopra da solo che cosa è veramente: la storia di un paradiso terrestre, e di un ragazzo che vi scorrazza instancabile, curioso di scoprire la vita (che per lui, futuro illustre zoologo, è soprattutto la natura e gli animali), passando anche attraverso avventure, tensioni, turbamenti, tutti però stemperati in una atmosfera di tale felicità che il lettore ne viene fin dalle prime pagine contagiato. «gerald durrell non corrisponde a quello che generalmente si intende per scrittore comico, ma possiede un'abilità assolutamente straordinaria nel far ridere la gente» scrisse qualche tempo fa il «times literary supplement». Di fatto le vicende della famiglia del piccolo durrell, in quel luogo di delizie che deve essere stato la corfù degli anni prima della guerra, sono in certo modo naturalmente e irresistibilmente comiche e provocano nel lettore, senza bisogno di ricorrere a complicate macchinazioni, un piacevole stato di cronica ilarità. La simpaticissima madre, che cucina profumate verdure e guida la sua piccola tribù col piglio di una avventuriera, il fratello lawrence, poi diventato famoso scrittore, qui ritratto con raffinata malizia nella sua fase di giovane poeta che vuol fare pesare goffamente sugli altri il macigno del suo genio, la sorella con i suoi languori amorosi, infine il protagonista stesso, che trasforma la sua casa in una specie di arca di noè e scopre giorno per giorno la vita affascinante delle testuggini e delle mantidi, dei ragni e delle gazze: tutti questi esseri, ai quali si aggiungono gli strani personaggi incontrati nell'isola, da yani il pastore a un bizzarro naturalista di provincia, gareggiano, nelle variegate sfumature del loro comportamento e nella vivezza della loro presenza, con la lussureggiante vita animale e vegetale che durrell ci descrive con l'occhio al tempo stesso del bambino e dello scienziato, ed entrano nel paesaggio incantato dell'isola con tale leggerezza che alla fine ci allontaniamo da questo libro con nostalgia, come dopo aver visitato una sola meravigliosa famiglia, formata solo in parte da esseri umani e per il resto da innumerevoli piante e animali: una famiglia disordinata e rissosa, ma – caso quasi inaudito – una vera famiglia felice. La mia famiglia e altri animali è apparso per la prima volta nel 1956.