''venni al mondo nel 1940 in un harem di fez, città marocchina. ''. Così fatima mernissi, una della voci femminili più eloquenti del mondo musulmano, apre quest'intensa memoria d'infanzia. Il contrasto fra tradizione e modernizzazione che sovverte la società marocchina in quegli anni è ben presente nella narrazione di fatima, dove la vita privata e quella pubblica s'intrecciano costantemente e felicemente: ne è nato un libro seducente e provocatorio, delicato e drammatico al tempo stesso, che fa giustizia degli stereotipi negativi così come delle visioni idealizzanti dell'harem e ci coinvolge in una dimensione affascinante, in cui il desiderio di una piena libertà femminile si mescola all'orgogliosa difesa della propria cultura d'origine.
L'islam non è soltanto una religione, ma una concezione globale e integrata della storia, della cultura, dell'etica, del diritto. D'altro canto, proprio perché è vicino alle altre religioni monoteistiche, spesso si crede di conoscerlo incorrendo in pregiudizi e luoghi comuni. Bausani da un lato mette in evidenza l'originalità dell'islamismo, pur segnalando l'essenziale identità del suo monoteismo con quello ebraico-cristiano; e dall'altro cerca di soddisfare la curiosità di un occidentale su quello che il musulmano medio crede, pensa e sente. Si sofferma in particolare sulla teologia, la legge canonica e la mistica dell'islam sunnita.
Quattro sorelle legatissime, un matrimonio imminente e un terribile segreto che qualcuno ha sussurrato. Che fare? Rivelarlo e mandare tutto all'aria o tacere e rendersi complici di un misfatto? Un nobile dilemma, si direbbe. Ma siamo poi sicuri? Chi non ha incontrato, ad esempio, qualcuno che volendo fare del bene ha seminato disastri? In un turbinio di pettegolezzi, sospetti, vendette e tradimenti, presto la farsa si colora della sinistra ossessività di un thriller. Dietro ogni quinta si svela un'altra quinta, e la scena si affolla di colori e perfidie.
Un décor quasi convenzionale (la firenze frequentata dalla colonia inglese, vista però da una distanza molto più ravvicinata del solito), una donna bellissima e a suo modo perduta, due uomini molto diversi che se la contendono, e al centro di tutto uno scabroso fatto di sangue. Ma per combinarli a dovere ci voleva la mano di somerset maugham.
Fra i lettori di hillman si sentono spesso ricordare due scritti: il saggio sul tradimento e senex e puer. Di fatto sarebbe difficile trovare una migliore via d'accesso al pensiero di hillman. Nel primo caso perché in poche pagine egli ci offre un'analisi esemplare di una di quelle realtà condannate e deprecate che solo lo scandaglio psicologico riesce a illuminare dietro le grevi cortine della morale. Nel secondo perché la caratterizzazione del puer aeternus e quella parallela del senex hanno una tale precisione e capacità individuante da offrirsi come ausilio immediato per riconoscere nella nostra psiche i tratti dell'eterna fanciullezza e della saturnina vecchiaia.
Un giovane di area lombarda racconta la sua adolescenza e la sua giovinezza: dalla scoperta della propria omosessualità alle prime amicizie, maschili e femminili, i rapporti con la famiglia, con la scuola e poi l'università, le prime delusioni e i primi scontri. Ne viene fuori un ritratto, un quadro generazionale di grande vivacità. L'autore si diverte, imita le soap opera, ironizza con se stesso e la sua vita. La sua prosa imita il mondo delle canzonette, i suoi idoli sono quelli del gioco parodistico più scoperto. La sua sessualità è vista come una scelta esistenziale accettata e serenamente vissuta. Ne nasce così una visione attuale dei giovani di oggi assolutamente inedita.
Gennaio 1925. Mentre il duce si assume alla camera la responsabilità del delitto matteotti, su una sperduta isola italiana, sede di una colonia penale per delinquenti comuni e prigionieri politici, viene trovato il cadavere di una camicia nera. A indagare su questa morte, e su quelle che seguiranno, è chiamato un giovane commissario senza illusioni, né fascista né antifascista, un piccolo malinconico eroe involontario. Ha una moglie resa folle dalla tristezza, dalla solitudine e dagli influssi malefici che aleggiano sull'isola. Che sembra intanto sprofondare in una sorta di incantesimo sempre più insondabile, tanto che forse, ormai, allontanarsi è dawero impossibile.
Gennaio 1925. Mentre il duce si assume alla camera la responsabilità del delitto matteotti, su una sperduta isola italiana, sede di una colonia penale per delinquenti comuni e prigionieri politici, viene trovato il cadavere di una camicia nera. A indagare su questa morte, e su quelle che seguiranno, è chiamato un giovane commissario senza illusioni, né fascista né antifascista, un piccolo malinconico eroe involontario. Ha una moglie resa folle dalla tristezza, dalla solitudine e dagli influssi malefici che aleggiano sull'isola. Che sembra intanto sprofondare in una sorta di incantesimo sempre più insondabile, tanto che forse, ormai, allontanarsi è dawero impossibile.
Forse non tutti sanno che socrate è stato bocciato a scuola, perché davanti all'esaminatore ha affermato con grande serenità: 'so di nulla sapere'. Oppure che alessandro magno portava sempre con sé - probabilmente per fargli imparare la lingua greca - un pappagallo trovato in india. O ancora che a roma, sul gianicolo, si vede ancora tutt'oggi la quercia del tasso del tasso. Da giacomo casanova ad alessandro manzoni, da gutenberg fino a dante, i grandi personaggi della storia vengono passati al setaccio umoristico di achille campanile, visti di scorcio, colti in un piglio particolare e inconsueto, in ritratti comici, a volte ridicoli. Nascono così queste 'vite degli uomini illustri', racconti basati su aneddoti veritieri o inventati, che grazie allo stile limpido e a quell'ironia effervescente e inconfondibile non possono che farci ridere e metterci di buonumore.
Senza aristotele niente sherlock holmes. È questa, verosimilmente, l'idea alla base di questo giallo investigativo. Il metodo del tipo di detective alla sherlock holmes non sarebbe stato possibile se non applicando il metodo dimostrativo della logica aristotelica al crimine. Stefanos, un simpatico giovanotto dell'atene del iv secolo, dunque, guidato dallo stagirita che non si muove di casa come nero wolfe, indaga sull'assassinio di un ricco oligarca, di cui è accusato ingiustamente il cugino, esule per un precedente errore. Al primo omicidio, ne segue un secondo, e tra colpi di scena, travestimenti, testimonianze reperite avventurosamente, aristotele alla fine scioglie l'enigma e consente al giovane di smascherare il vero assassino.