Londra, 1842. Matilda è una povera fioraia nell'affollato mercato di covent garden. Ma un giorno la sua esistenza prende una svolta inaspettata: salva la vita della piccola tabitha, figlia del reverendo milson, e i genitori riconoscenti le offrono la possibilità di trasferirsi insieme a loro in america. Dai fumosi sobborghi londinesi matilda si trova catapultata dapprima nell'affollata new york, quindi nelle sterminate pianure del west, infine nella san francisco della corsa all'oro. Tentando di costruire una vita migliore per sé e per tabitha nel paese della libertà, matilda conoscerà la passione e la sofferenza. Ma sarà l'incontro con il capitano james russell a rivelarle l'amore vero. Un sentimento che resiste alla lontananza, alla guerra e ai pregiudizi. È un difficile cammino quello di matilda, un percorso che le insegnerà come la vita vada affrontata comunque, anche nel dolore più cupo, tra le difficoltà più aspre. L'importante è non voltarsi mai indietro.
Il più scanzonato e irriverente libro di formazione alla rovescia. Per insegnare ai ragazzi a diventare grandi, ma nel modo giusto. O per insegnare ai grandi a diventare piccoli, nel moda giusto. Come in un diario scolastico, dodici mesi di racconti, poesie e consigli. Scritto da elio e le storie tese, disegnato da una 'maga' dell'illustrazione, chiara rapaccini.
Filtrata attraverso lo sguardo sarcastico dell'autore, l'avventura di un giovane punk dublinese in cerca di fortuna a londra diventa l'occasione per un affresco della capitale britannica e del variegato universo underground che la popola.
Henry chinasky, abituale alter ego di bukowsky e protagonista in prima persona di questo romanzo, ha deciso di lavorare come postino. Superati non senza affanno i test d'ammissione, si ritrova con la borsa di cuoio sulle spalle a girare in lungo e in largo per la periferia di los angeles. Perennemente in ritardo, vessato dal capufficio e insofferente ai regolamenti, si scontra ben presto con la rigida e burocratica macchina organizzativa. Tra sbronze e scommese all'ippodromo, chinasky trova il tempo per vivere una degradante storia d'amore con betty, per sposare una texana ricca e ninfomane da cui verrà abbandonato e infine per licenziarsi.
Jeremy è sulla soglia dei quarant'anni, è un artista e gode anche di un certo successo, ha qualche allievo occasionale e vende le sue opere, ma vive in un mondo tutto suo, ovattato, protetto dall'anziana madre, che per vivere trasforma la sua casa in una sorta di pensione. Quando la madre muore, per un momento sembra che qualcosa possa cambiare nella sua vita, ma tutto continua esattamente come prima. Jeremy continua a vivere con la testa fra le nuvole, a dedicare qualche minuto al resto della sua vita. Affitta le numerose stanze della grande casa a persone sole, pensionati, studenti, che si mescolano formando uno strano gruppo omogeneo.
Già negli anni trenta, quando scrisse 'addio a berlino', christopher isherwood sosteneva di voler trasformare il suo occhio di romanziere nell'obiettivo di una macchina fotografica. Ma per lungo tempo - attraverso libri molto diversi fra loro, e spesso segnati dai personaggi fittizi o reali che raccontavano l'intenzione rimase una di quelle fantasticherie stilistiche che spesso gli scrittori inseguono per tutta la vita senza realizzarle mai. E invece nel suo ultimo romanzo - questo - isherwood trasforma una giornata nella vita di george, un professore inglese non più giovane che vive in california, in un'asciutta, e proprio per questo struggente, sequenza di scatti. Non è una giornata particolare per george: solo altre ventiquattr'ore senza jim, il suo compagno morto in un incidente. Ventiquattr'ore fra il sospetto dei vicini, la consolante vicinanza di charlotte, la rabbia contro i libri letti per una vita ma ormai inutili, e il desiderio di un corpo giovane appena intravisto ma che forse è già troppo tardi per toccare. Quanto basta per comporre un ritratto che non si può dimenticare, e che alla sua uscita sorprese tutti, suonando troppo vero per non essere scandaloso.
Alberto ha vissuto il suo quarto d'ora di gloria negli anni ottanta, quando è scoppiato a ridere, davanti alle telecamere, in faccia all'uomo più potente d'italia, giulio andreotti. Dopodiché il quarto d'ora si è prolungato, perché una rai già avida di volti nuovi gli ha offerto di condurre supersmile: un programma dal quale ha avuto soldi e il lasciapassare per il paradiso delle celebrità. Poi la trasmissione è stata soppressa e la festa è finita: di colpo. Oggi, a quarant'anni, con un matrimonio sull'orlo del fallimento, un figlio che non sa come educare e un padre anziano nelle mani di una badante slava, alberto si è perso. Ha provato a riciclarsi come motivatore di manager ed è strapagato per alimentare suggestioni. Ma il denaro non gli basta: ha conosciuto il successo e ha un disperato bisogno di riassaporarlo. Perciò coglie l'opportunità di aiutare un ex compagno di scuola, massimo dandi, a diventare sindaco di una cittadina di provincia. Siamo ai margini dell'impero, ma l'ambizione è sconfinata e per alberto, disposto a tutto pur di risorgere, è il primo passo verso il gran ritorno. Il romanzo di riccardo bocca si addentra nello sprofondo immorale dell'italia contemporanea, offrendoci il più realistico bestiario mai letto. Alberto siamo noi, e questi anni feroci sono il nostro pane quotidiano.
Il nome di proust suscita in voi un certo timore reverenziale? Non è il caso di sentirsi troppo intimiditi di fronte a lui, ci suggerisce alain de botton in questo libro. Vale la pena semmai di trarre profitto dalla sofferta esperienza del grande scrittore francese, perché nessuno meglio di chi è stato infelice può darci lezioni di quotidiana felicità: come avere un sacco di amici, come ridar vita a una liaison sentimentale che langue, quali sono i vantaggi e gli svantaggi della lettura. Con la verve del miglior umorismo inglese, e insieme una profonda sensibilità umana, alain de botton offre al lettore una guida di vita ispirata a uno scrittore che diventa un discreto, generoso, confortante 'compagno dell'anima'.
'in nessun libro recente il dolore e l'angoscia, il dato umano che è all'origine della creazione, sono apparsi così evidenti. 'conversazioni in sicilia' ha un valore assoluto di allegoria, unica allegoria possibile del sentimento, discorso in cui gli uomini e le cose portano segni a noi familiari e tuttavia sono sempre molto remoti, oltre i limiti della cronaca. ' (giaime pintor)
Pino cacucci racconta la singolare storia di jules bonnot operaio, soldato, autista nientemeno che di sir arthur conan doyle, il creatore di sherlock holmes. E il suo sogno di una felicità rabbiosa che lo trasforma in rapinatore (il primo rapinatore che usa l'automobile) e anarchico sanguinario, convinto di dover colpire la società borghese senza mezze misure, creando il caos, facendo parlare i giornali. Cacucci gli oppone il commissario jouin, vicecapo della sureté, a cui è stato affidato il compito di fermare con ogni mezzo la banda bonnot.