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Classifica Libri CATEGORIA (E SOTTOCATEGORIE)
Mente E Psiche

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Libri in questa classifica: 268

Pagina 12 di 27

Posizione in classifica: 111

Gli Archetipi Dellinconscio Collettivo

Carl Gustav Jung

Mente e psiche - Sociale

Gli Archetipi Dellinconscio Collettivo
Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio è senza dubbio personale: noi lo chiamiamo inconscio personale
Punteggio: 841
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 05/11/2024

Posizione in classifica: 112

C Come Cuore
Pagine Per Lenire Il Mal Damore

Gabriele La Porta

Mente e psiche - Emozioni

C Come Cuore<br>Pagine Per Lenire Il Mal Damore
Tutti noi abbiamo sofferto pene d'amore e abbiamo vissuto quei giorni in cui nulla sembra in grado di consolare i nostri cuori. Gabriele la porta, che ha già esplorato l'amore nella sua forma più elevata con
Punteggio: 841
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 25/06/2024

Posizione in classifica: 113

Ancora Dalla Parte Delle Bambine

Loredana Lipperini

Mente e psiche - Infanzia e adolescenza - Psicologia sessuale

Ancora Dalla Parte Delle Bambine
Le eroine dei fumetti le invitano a essere belle. Le loro riviste propongono test sentimentali e consigli su come truccarsi. Nei loro libri scolastici, le mamme continuano ad accudire la casa per padri e fratelli. La pubblicità le dipinge come piccole cuoche. Le loro bambole sono sexy e rispecchiano (o inducono) i loro sogni. Questo è il mondo delle nuove bambine. Negli anni settanta, elena gianini belotti raccontò come l'educazione sociale e culturale all'inferiorità femminile si compisse nel giro di pochi anni, dalla nascita all'ingresso nella vita scolastica. Le cose non sono cambiate, anche se le apparenze sembrano andare nella direzione contraria. Ad esempio, libri, film e cartoni propongono, certo, più personaggi femminili di un tempo: ma confinandoli nell'antico stereotipo della fata e della strega. Sembra legittimo chiedersi cosa sia accaduto negli ultimi trent'anni, e come mai coloro che volevano tutto (il sapere, la maternità, l'uguaglianza, la gratificazione) si siano accontentate delle briciole apparentemente più appetitose. E bisogna cominciare con l'interrogarsi sulle bambine: perché è ancora una volta negli anni dell'infanzia che le donne vengono indotte a consegnarsi a una docilità oggi travestita da rampantismo, a una certezza di subordine che persiste, e trova forme nuove persino in territori dove l'identità è fluida come il web.
Punteggio: 837
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 31/10/2023

Posizione in classifica: 114

Donne Che Amano Troppo

Robin Norwood

Mente e psiche - Emozioni

Donne Che Amano Troppo
Con simpatia e competenza professionale robin norwood indica un possibile itinerario verso la consapevolezza di se stessi e verso l'equilibrio dei sentimenti. Perché amare diviene 'amare troppo', e quando questo accade? Perché le donne a volte pur riconoscendo il loro partner come inadeguato o non disponibile non riescono a liberarsene? Mentre sperano o desiderano che lui cambi, di fatto si coinvolgono sempre più profondamente in un meccanismo di assuefazione. 'donne che amano troppo' offre una casistica nella quale sono lucidamente individuate le ragioni per cui molte donne si innamorano dell'uomo sbagliato e spendono inutilmente le loro energie per cambiarlo. Con simpatia e competenza professionale robin norwood indica un possibile itinerario verso la consapevolezza di se stessi e verso l'equilibrio dei sentimenti. Prefazione di dacia maraini
Punteggio: 829
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 26/01/2024

Posizione in classifica: 115

Il Crollo Della Mente Bicamerale E L'origine Della Coscienza

Julian Jaynes

Mente e psiche - Infanzia e adolescenza - Psicologia

Il Crollo Della Mente Bicamerale E L"origine Della Coscienza
L'opera scientifica che più di ogni altra ci ha avvicinato, in questi ultimi anni, a quel 'teatro segreto fatto di monologhi senza parole e di consigli prevenienti, dimora invisibile di tutti gli umori, le meditazioni e i misteri' che si chiama 'coscienza'.
Punteggio: 827
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 13/08/2019

Posizione in classifica: 116

L Ospite Inquietante
Il Nichilismo E I Giovani

Umberto Galimberti

Mente e psiche - Infanzia e adolescenza - Infantile e delletà evolutiva

L Ospite Inquietante<br>Il Nichilismo E I Giovani
Il nichilismo, la negazione di ogni valore, è anche quello che nietzsche chiama
Punteggio: 825
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 20/03/2024

Posizione in classifica: 117

Un Genitore Quasi Perfetto

Bruno Bettelheim

Mente e psiche - Psicologia familiare

Un Genitore Quasi Perfetto
Non bisogna cercare di essere genitori perfetti o, tantomeno, aspettarsi che perfetti siano i figli. Il segreto - dice bruno bettelheim - sta nell'essere un genitore 'quasi' perfetto, cercare di comprendere le ragioni dei propri figli, mettersi nei loro panni, costruire con loro un profondo e duraturo rapporto di comunicazione emotiva e affettiva. Solo questo scambio paritario consente di riconoscere, affrontare e risolvere i problemi che via via si presentano nella vita quotidiana della famiglia: dalle collere e dai capricci ai terrori notturni della prima infanzia, dal rifiuto della scuola alle ribellioni adolescenziali, dalla questione della disciplina a quella delle punizioni, dalle prime esperienze e dal gioco sino alla costruzione dell'identità del bambino.
Punteggio: 825
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 17/10/2023

Posizione in classifica: 118

L' Ospite Inquietante
Il Nichilismo E I Giovani

Umberto Galimberti

Mente e psiche - Infanzia e adolescenza

L" Ospite Inquietante<br>Il Nichilismo E I Giovani
Il nichilismo, la negazione di ogni valore, è anche quello che nietzsche chiama 'il più inquietante fra tutti gli ospiti'. Si è nel mondo della tecnica e la tecnica non tende a uno scopo, non produce senso, non svela verità. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo, identità, libertà, senso, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si è nutrita l'età pretecnologica. Chi più sconta la sostanziale assenza di futuro che modella l'età della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell'esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona. I giovani rischiano di vivere parcheggiati nella terra di nessuno dove la famiglia e la scuola non 'lavorano' più, dove il tempo è vuoto e non esiste più un 'noi' motivazionale. Le forme di consistenza finiscono con il sovrapporsi ai 'riti della crudeltà' o della violenza (gli stadi, le corse in moto). C'è una via d'uscita? Si può mettere alla porta l'ospite inquietante?
Punteggio: 815
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 15/01/2022

Posizione in classifica: 119

Homo Stupidus Stupidus
Lagonia Di Una Civiltà

Vittorino Andreoli

Mente e psiche - Sociale

Homo Stupidus Stupidus<br>Lagonia Di Una Civiltà
È possibile scongiurare l'agonia in cui sta scivolando la nostra civiltà? Che ne è dell'uomo quando smarrisce i benefici garantiti dalla parte più evoluta del suo cervello? Quando delega le sue funzioni ad appendici digitali, vere e proprie protesi, innescando una regressione che cancella ogni traccia del salto evolutivo per cui è stato definito sapiens sapiens, diventando stupidus stupidus? Quando la nostra mente perde progressivamente la razionalità e l'affettività, e intanto muore l'etica, muoiono gli dèi, che vengono sostituiti dal denaro e dal successo? Vittorino andreoli sa che l'uomo si può 'rompere', come psichiatra ha seguito e curato molti pazienti aiutandoli a sollevarsi dalle loro cadute. Ecco perché non ha perso la fede nell'uomo e nelle sue possibilità. In queste sue nuove pagine vuole lanciare un allarme e spingerci a riflettere sulla regressione del nostro tempo, che rischia di cancellare le conquiste che hanno segnato la storia dell'occidente. Convinto che la morte di una civiltà possa essere osservata e testimoniata, e che se ne possano indicare i segni premonitori, mette a fuoco tre comportamenti talmente diffusi da essere diventati regole: la distruttività, la caduta dei princìpi primi che sono alla base del vivere sociale e l'uomo senza misura. Intorno a questi tre grandi temi, svolge la sua analisi arrivando alla conclusione che l'uomo vada ormai escluso dall'ambito della sapienza. Il tratto che oggi lo definisce meglio è l'essere stupidus, secondo il significato etimologico, che condivide la radice con 'stupore'. Lascia infatti attoniti, sbalorditi, che un uomo possa assumere gli atteggiamenti dominanti nel nostro tempo, ma ancora più incredibile è che lo possa fare una comunità intera, un popolo. Un margine per invertire la rotta ancora c'è, per farlo occorre però riaffermare i princìpi che permettono il procedere della ragione, la bellezza della cooperazione contro l'esasperato individualismo, integrando sentimenti e razionalità.
Punteggio: 803
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 23/02/2024

Posizione in classifica: 120

Homo Stupidus Stupidus
L'agonia Di Una Civiltà

Vittorino Andreoli

Mente e psiche - Sociale

Homo Stupidus Stupidus<br>L"agonia Di Una Civiltà
È possibile scongiurare l'agonia in cui sta scivolando la nostra civiltà? Che ne è dell'uomo quando smarrisce i benefici garantiti dalla parte più evoluta del suo cervello? «amo l'uomo, e amo la civiltà in cui mi trovo, quella che si lega a platone, al dubbio, alla nascita dei concetti astratti, che sono il fondamento per fare progetti, per migliorare la vita sociale». Quando delega le sue funzioni ad appendici digitali, vere e proprie protesi, innescando una regressione che cancella ogni traccia del salto evolutivo per cui è stato definito sapiens sapiens, diventando stupidus stupidus? Quando la nostra mente perde progressivamente la razionalità e l'affettività, e intanto muore l'etica, muoiono gli dèi, che vengono sostituiti dal denaro e dal successo? Vittorino andreoli sa che l'uomo si può 'rompere', come psichiatra ha seguito e curato molti pazienti aiutandoli a sollevarsi dalle loro cadute. Ecco perché non ha perso la fede nell'uomo e nelle sue possibilità. In queste sue nuove pagine vuole lanciare un allarme e spingerci a riflettere sulla regressione del nostro tempo, che rischia di cancellare le conquiste che hanno segnato la storia dell'occidente. Convinto che la morte di una civiltà possa essere osservata e testimoniata, e che se ne possano indicare i segni premonitori, mette a fuoco tre comportamenti talmente diffusi da essere diventati regole: la distruttività, la caduta dei princìpi primi che sono alla base del vivere sociale e l'uomo senza misura. Intorno a questi tre grandi temi, svolge la sua analisi arrivando alla conclusione che l'uomo vada ormai escluso dall'ambito della sapienza. Il tratto che oggi lo definisce meglio è l'essere stupidus, secondo il significato etimologico, che condivide la radice con 'stupore'. Lascia infatti attoniti, sbalorditi, che un uomo possa assumere gli atteggiamenti dominanti nel nostro tempo, ma ancora più incredibile è che lo possa fare una comunità intera, un popolo. Un margine per invertire la rotta ancora c'è, per farlo occorre però riaffermare i princìpi che permettono il procedere della ragione, la bellezza della cooperazione contro l'esasperato individualismo, integrando sentimenti e razionalità.
Punteggio: 803
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 19/11/2021

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