Il racconto del giudice cantone prende avvio dal suo ultimo giorno alla direzione distrettuale antimafia di napoli: ripercorrendo la sua esperienza, cantone mostra in che modo un bravo studente di giurisprudenza che voleva addirittura fare l'avvocato sia finito per diventare il nemico numero uno dei boss di mondragone e casal di principe, più di una volta minacciato di morte e da anni costretto a vivere sotto scorta insieme ai familiari. Un'evoluzione che non nasce da una sorta di vocazione missionaria, ma prende forma attraverso un percorso graduale e, talvolta, persino casuale, dove però rimane sempre salda la sua originaria passione per il diritto. Quella che gli fa trattare con la medesima professionalità e dedizione le vicende di un anziano signore che si rivolge alla giustizia per la tragica morte del figlio dovuta a un caso di malasanità e le sofisticatissime indagini condotte insieme al ros per arrivare alla cattura di michele zagaria, la primula rossa dei casalesi. Ma l'amaro realismo di queste pagine finisce per evidenziare come l'universo camorrista abbia confini ben più estesi e radici ben più profonde dei vertici di qualche clan. Per cui, fino a quando ci saranno politici, funzionari, imprenditori, uomini delle forze dell'ordine e liberi professionisti corrotti, conniventi o sottomessi, la camorra resterà come un'idra cui la giustizia può tagliare una o qualche testa che subito ricresce, mentre coloro che vi si oppongono individualmente sono votati a un pericoloso destino di isolamento.
Che cosa succede a serravalle degli ottoboni, in umbria, quieto paesino famoso per le sue bellezze artistiche, le leggende e le tradizioni popolari? Misteri, delitti, l'ombra di una inafferrabile latitante e di un serpente gigantesco. Tutto sembra far capo a quel grazioso gruppo di villini, alti sulla rupe, noti come i villini della colpa: o anche alla tentacolare libreria 'il mito della caverna' dove la tormentata protagonista, licinia, nasconde il suo male di vivere. Per non dire di villa lucchi, capolavoro del postmoderno, con i suoi ricchissimi proprietari: la matriarca, il mago della finanza, la moglie perfetta. Intanto due storie d'amore si intrecciano, così roventi e passionali da essere destinate a procurare grossissimi guai.
Poco meno che ventenne, vittorino andreoli varca per la prima volta la soglia di un manicomio. È l'inizio di una grande passione, di una lunga carriera a stretto contatto con i matti, con le grandi questioni della ricerca, con le drammatiche esigenze dei malati di mente, fino all'ultimo giorno, quello della decisione di abbandonare per sempre i luoghi della follia. Anni di osservazione, di esperienze forti, scoperte appassionanti e avvilenti frustrazioni di fronte al dolore psichico: storie di pazienti che rivivono in queste pagine, nelle memorie di un medico che ha visto cambiare la psichiatria e che ha contribuito ad alcune delle sue importanti trasformazioni. Un documento prezioso, ma soprattutto un percorso sincero, autobiografico, pieno di affetto, dentro una condizione umana così misteriosa, che riguarda tutti da vicino. Perché i matti sono uomini tra gli altri uomini.
C'è stato un tempo in cui la bellezza era lontana, irraggiungibile e ogni gesto, ogni evento, mi sembravano svuotati di senso. Poi è accaduto qualcosa, anzi proprio nel momento in cui lo scetticismo aveva preso il sopravvento arrivò la metamorfosi. Il desiderio è diventato ancora una volta la spinta propulsiva; era desiderio di riconciliazione. Con chi mi stavo riconciliando? Ora lo so bene. Mi stavo riconciliando con l'umanità. Col mondo. Da allora ho reimparato a cogliere la bellezza che c'è nelle cose, negli uomini, ovunque. Come prima cosa decisi di scrivere una lettera agli amici che avevo trascurato o dai quali mi ero allontanato. Volevo offrire loro una lettera che parlasse della bellezza perché sentivo che il mondo circostante non provava nemmeno a mettersi nell'ordine di idee del bello. Mentre scrivevo leggevo. E ciò che leggevo mi conduceva alla bellezza. Interpretai queste coincidenze come un vero e proprio segno.
Un cadavere senza testa nel bagagliaio della sua chrysler. Un killer psicopatico e maniaco degli esplosivi come collega. Un 'lavoretto' facile e pulito che deflagra in un'escalation di violenza. Per charlie swift, gangster di orlando, florida, questa è ordinaria amministrazione. Le cose si complicano quando il suo capo stan, boss incontrastato della mala locale, si ritrova con le spalle al muro: beggar johnson, che da miami controlla la criminalità organizzata di quasi tutto lo stato, ha deciso di impossessarsi anche del suo territorio. La banda di stan viene massacrata e charlie si ritrova unico superstite della mattanza, ma con i registri contabili dell'impero criminale di johnson fra le mani, diventando così l'obiettivo di una sfrenata caccia all'uomo scatenata dall'fbi e dalla gang di miami.
Zeb parte per il campo estivo. Vuole dimostrare a tutti di essere grande ma sa che gli mancheranno i baci di mamma e papà. «non ti preoccupare, sappiamo come fare» gli dicono i genitori. E così preparano un'abbondante scorta di baci. A zeb, quando si sentirà triste, basterà aprire la scatola e prendere un fogliettino con i baci di mamma e papà. La scorta di baci si rivela subito una bellissima idea: non solo consolerà il piccolo zeb ma anche molti fra i suoi compagni di viaggio.
La storia vera di iqbal masih, il ragazzo pakistano di 12 anni diventato in tutto il mondo il simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Ceduto dalla sua famiglia di contadini ridotti in miseria, in cambio del prestito di 26 dollari, costretto a lavorare in una tessitura di tappeti dall'alba al tramonto, incatenato al telaio, in condizioni disumane, come milioni di altri bambini nei paesi più poveri del mondo, iqbal troverà la forza di ribellarsi, di far arrestare il suo padrone, di denunciare la
'la storia dell'arte' è il libro sull'arte più famoso e popolare mai pubblicato. Per oltre cinquant'anni è rimasto un'ineguagliata introduzione alla materia, dalle pitture rupestri all'arte sperimentale contemporanea. In tutto il mondo lettori di ogni età e formazione hanno trovalo in gombrich un vero maestro, capace di coniugare cultura e sapienza con il raro dono di comunicare in modo diretto l'amore profondo per i capolavori che descrive. La storia dell'arte deve la sua ininterrotta popolarità a una scrittura semplice e immediata, oltre che all'esemplare chiarezza narrativa del suo autore. Lo scopo, come direbbe gombrich, è di consentire al lettore di 'far fronte, senza smarrirsi, alla gran messe di nomi, periodi e stili che affollano le pagine delle opere più ambiziose' e grazie alla profonda conoscenza della psicologia delle arti visive, egli ci prospetta la storia dell'arte come 'una continua tessitura e trasformazione di tradizioni, dove ogni lavoro accenna al futuro e ricorda il passato', 'una catena vivente che collega ancora l'arte dei nostri giorni a quella dell'età delle piramidi'. Il nuovo formato tascabile di quest'opera ormai classica intende rinnovarne il successo trionfale tra le future generazioni e riaffermarla quale scelta prioritaria per coloro che si avvicinano per la prima volta all'arte.
Nella storia del novecento, il 1956 - l'anno shock lo definisce canfora segnò un passaggio d'epoca sia ad oriente che ad occidente. Innanzitutto si svolse il xx congresso del partito comunista dell'unione sovietica con cui veniva demolita definitivamente la figura di stalin, morto tre anni prima. Quell'anno segnò anche la fine del vecchio colonialismo europeo. Nel 1956 infatti l'egitto nazionalizzò il canale di suez sottraendolo alla concessione franco-inglese. La risposta fu l'invasione dell'egitto da parte dello stato di israele e, subito dopo, dei paracadutisti francesi e inglesi. Ma, imprevedibilmente, sia i sovietici che gli americani fermarono l'occupazione e francia e inghilterra si ritrovarono così umiliate. Se non bastasse, il '56 vide anche una vera e propria guerra nel cuore dell'europa: la ribellione dell'ungheria e la sua uscita dal neonato patto di varsavia, bloccata dall'invasione sovietica nell'indifferenza operativa della grande potenza avversaria. Ma il '56 fu anche l'anno di altri memorabili eventi in altri scacchieri mondiali: dalla francia all'islanda, dalla polonia alla cina.
Il 1993 è appena iniziato in sierra leone e a mogbwemo, il piccolo villaggio in cui vive il dodicenne ishmael, la guerra tra i ribelli e l'esercito regolare, che insanguina la zona del paese più ricca di miniere di diamante, sembra appartenere a una nazione lontana e sconosciuta. Di tanto in tanto nel villaggio giungono dei profughi che narrano di parenti uccisi e case bruciate. Ma per ishmael, suo fratello junior e gli amici talloi e mohamed, quei profughi esagerano sicuramente. L'immaginazione dei ragazzi è catturata da una cosa sola: la musica rap. Affascinati dalla 'parlata veloce' di un gruppo americano visto in televisione, i ragazzi hanno fondato una band e se ne vanno in giro a esibirsi nei villaggi vicini. Un giorno, però, in cui sono in uno di questi villaggi, li raggiunge la terribile notizia: i ribelli hanno attaccato e distrutto mogbwemo. Ishmael non vedrà più casa sua e i suoi genitori. Perderà junior. Fuggirà nella foresta, dormirà di notte sugli alberi, sarà catturato dall'esercito governativo, imbottito di droga, educato all'orrore, all'omicidio, alla devastazione. Il suo migliore amico non sarà piú il tredicenne talloi ma l'ak-47 e la sua musica non più l'hip-hop ma quella del suo fucile automatico. Una testimonianza indimenticabile dal cuore dell'africa, dove milioni di bambini muoiono di malattie curabili in occidente e centinaia di migliaia sono mutilati o cadono in guerra.