Vincitore del premio gregor von rezzori 2016 per la migliore traduzione di fulvio ferrari. L'autore è un entomologo scrittore, nonché importante collezionista di sirfidi (nel 2009 le sue mosche sono state esposte alla biennale d'arte di venezia) e ha confezionato un gioiellino. Citazioni, ricordi, incontri bizzarri, in realtà le mosche sono solo un pretesto per raccontare la vita. Da regalarsi se si è in un momento ni. - vanity fair «nessuna persona sensata si interessa alle mosche», e soprattutto, ahimè, non le ragazze. Ma sono questi screditati insetti ad aver cambiato la vita di fredrik sjöberg, o meglio, la curiosa famiglia dei sirfidi, che abbondano nell'idilliaca isoletta svedese dove si è trasferito e di cui è uno dei maggiori esperti e collezionisti. E sono loro il suo ironico punto di partenza per osservare la vita da un'altra ottica, l'alfabeto di una lingua nuova per leggere il paesaggio, e forse il mondo. La lentezza; la poesia dell'attesa; la sicurezza del vivere entro i confini ristretti di un'isola perché «si dorme meglio con la porta chiusa»; il collezionismo come bisogno di controllare il caos dell'esistenza; gli altri grandi irrequieti, chatwin, lawrence, kundera, affascinati dalla catalogazione: attraverso divagazioni, storie, aneddoti si resta presi nella rete di un'incantata affabulazione, fino a scoprire che «tutti nell'intimo siamo collezionisti di mosche, anche se non ce ne siamo mai accorti». Un inclassificabile romanzo-conversazione in cui all'esperienza dell'autore fa da controcanto l'avventurosa vita di rené malaise, geniale inventore della trappola che ha permesso di scoprire migliaia di nuove specie: un don chisciotte alla balzac, esploratore in kamčatka, nella birmania dei tagliatori di teste, in luoghi selvaggi che erano allora chiazze bianche sulle carte geografiche, illustre scienziato e teorico visionario dell'esistenza di atlantide. L'uomo degli eccessi che diventa per sjöberg il suo inafferrabile alter ego. Sarà poi così vero, allora, che la felicità è a portata di mano, che basta contemplare il proprio giardino, che l'arte di porsi limiti è forse il suo segreto?