Secondo il presidente degli usa, l'attività dei signori della droga riuniti nel potente 'cartello' della colombia costituisce ormai un pericolo imminente per la sopravvivenza stessa del mondo occidentale: un pericolo cui è necessario dare una risposta militare. Ha così inizio una feroce guerriglia che si avvale di mezzi sofisticatissimi, nella quale è praticamente impossibile distinguere il nemico dall'amico, il pericolo esterno da quello interno, la superficialità e l'incompetenza dalla ragion di stato. Solo jack ryan, agente della cia, consente di assicurare l'incolumità dei reparti speciali paracadutati nella giungla colombiana, ma il prezzo è molto alto.
Da uno scrittore cult, un inno all'amicizia tra uomo e cane, una storia d'amore, la paura e la voglia di libertà. Non sono uno specialista di cani. Solo un amico. Un po' cane anch'io, può darsi. Sono nato nello stesso giorno del mio primo cane. Poi siamo cresciuti insieme. Ma lui è invecchiato prima di me. A undici anni era un vecchietto pieno di reumatismi e di esperienza. Morì. Io piansi. Molto. Ecco cosa dice daniel pennac, l'innamorato dei cani. Quando avremo letto la storia del cane, sapremo non solo tutto sul suo mondo, ma impareremo anche molto su quello degli uomini: come appariamo agli occhi del cane, quanto dobbiamo venir 'ammaestrati'.
Durante una tempesta, in un mondo lontano, nascono tre principesse. Ciascuna di esse è legata al magico potere di un fiore a tre petali, il giglio nero. Ciascuna di loro, una volta cresciuta, potrà liberare la patria comune e salvare il mondo intero rintracciando un altrettanto magico talismano.
«nessuno, oggi, possiede la grazia di kundera: il suo tocco: quella combinazione inimitabile di ironia e amarezza, di malinconia e leggerezza. Basta aprire il libro, leggere due righe, corteggiare un'immagine, inseguire disperatamente un motivo; e ci diciamo sorridendo: 'È kundera'. » (pietro citati)
Leonardo sciascia pubblicò questo romanzo nel 1961. Allora, nelle parole dell'autore stesso, «sulla mafia esistevano degli studi, studi molto interessanti, classici addirittura: esisteva una commedia di un autore siciliano che era un'apologia della mafia e nessuno che avesse messo l'accento su questo problema in un'opera narrativa di largo consumo». La stessa parola mafia era usata con tutte le cautele e quasi di malavoglia. Eppure noi sappiamo che proprio in quegli anni avveniva la radicale trasformazione che spostò la mafia dal mondo agrario a quello degli appalti, delle commesse e di altre realtà «cittadine», non più regionali ma nazionali e internazionali. Lo scrittore sciascia irrompe dunque in questa realtà come nominandola per la prima volta. Basta leggere la pagina iniziale del giorno della civetta per capire che essa finalmente cominciava a esistere nella parola. Sciascia sottopose il testo a un delicato lavoro di limatura, riducendolo ai tratti essenziali con l'arte del «cavare»: e, visto a distanza di anni, tale lavoro si rivela più che mai un'astuzia dell'arte. Qui infatti sciascia ha scoperto, una volta per tutte, quel suo inconfondibile modo di narrare che non si concede ambagi e volute, ma fissa lo sguardo sempre e soltanto sulle nervature del significato, fossero anche in un minimo gesto o dettaglio. In questo senso, se il giorno della civetta è diventato il romanzo più popolare di sciascia, è anche perché lo rappresenta in una forma che, nel più piccolo spazio, raggiunge la massima densità.
Leonardo sciascia pubblicò questo romanzo nel 1961. Allora, nelle parole dell'autore stesso, «sulla mafia esistevano degli studi, studi molto interessanti, classici addirittura: esisteva una commedia di un autore siciliano che era un'apologia della mafia e nessuno che avesse messo l'accento su questo problema in un'opera narrativa di largo consumo». La stessa parola mafia era usata con tutte le cautele e quasi di malavoglia. Eppure noi sappiamo che proprio in quegli anni avveniva la radicale trasformazione che spostò la mafia dal mondo agrario a quello degli appalti, delle commesse e di altre realtà «cittadine», non più regionali ma nazionali e internazionali. Lo scrittore sciascia irrompe dunque in questa realtà come nominandola per la prima volta. Basta leggere la pagina iniziale del giorno della civetta per capire che essa finalmente cominciava a esistere nella parola. Sciascia sottopose il testo a un delicato lavoro di limatura, riducendolo ai tratti essenziali con l'arte del «cavare»: e, visto a distanza di anni, tale lavoro si rivela più che mai un'astuzia dell'arte. Qui infatti sciascia ha scoperto, una volta per tutte, quel suo inconfondibile modo di narrare che non si concede ambagi e volute, ma fissa lo sguardo sempre e soltanto sulle nervature del significato, fossero anche in un minimo gesto o dettaglio. In questo senso, se il giorno della civetta è diventato il romanzo più popolare di sciascia, è anche perché lo rappresenta in una forma che, nel più piccolo spazio, raggiunge la massima densità.
Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. E' un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L'esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è un'altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un inferno che ha la forma di una scacchiera. Risalendo indietro, mossa per mossa, troveremo due maestri del gioco, opposti in tutto e animati da un odio inesauribile che attraversano gli anni e i cataclismi politici pensando soprattutto ad affilare le proprie armi per sopraffarsi. Che uno dei due sia l'ebreo e l'altro sia stato un ufficiale nazista è solo uno dei vari corollari del teorema.
Un pugno di uomini ed una affascinante ragazza, ridotti alle dimensioni di batteri, compiono un viaggio nel corpo di uno scienziato nel tentativo disperato di salvargli la vita. L'impresa però si dimostra irta di difficoltà.
Un vero regno magico, con tanto di fate e maghi, in vendita a prezzo di liquidazione. A ben holiday sembra un'occasione da non perdere ma, una volta effettuato l'acquisto, il povero ben scoprirà fin troppo presto che sarebbe stato meglio pensarci due volte. Il regno è in rovina, i baroni sono in rivolta ed un terribile drago distrugge ogni cosa. Cosa potrà fare l'improvvisato eroe?
Ci sono tanti motivi per sposarsi, ma forse la gratitudine non è un sentimento capace di garantire un'unione duratura. Così almeno sembra pensarla caroline che, alla vigilia del matrimonio, decide di dare una svolta alla sua vita e parte con il fratellino jody per l'estremo nord della scozia, alla ricerca di angus, l'altro fratello misteriosamente scomparso anni prima. Sarà proprio in questo viaggio, nelle romantiche brughiere delle highlands, che caroline riuscirà a trovare se stessa ed un vero, grande amore.