Jules guérec - quarant'anni, celibe, proprietario di due pescherecci - è sempre vissuto nella cittadina bretone in cui è nato, nella casa adiacente all'emporio che la sua famiglia gestisce da generazioni, nello stesso odore 'di catrame, cordami, caffè, cannella e acquavite', insieme alle due sorelle rimaste nubili, che lo accudiscono con una sollecitudine benigna, occhiuta e possessiva. A loro guérec deve rendere conto di come spende ogni centesimo. Persino quando gli capita di andare a quimper, e di non resistere alla tentazione di tornare in quella certa strada dove un paio di signore 'arrivate da parigi' passeggiano 'gettando agli uomini sguardi provocanti', il pensiero di come farà a giustificare i cinquanta franchi mancanti gli rovina il piacere. Sono loro, le sorelle, a sorvegliare tutto, a provvedere a tutto. Anche quella volta che lui, da giovanotto, ha messa incinta una ragazza, è stata celine - che delle due è la più penetrante e la più spiccia, e che afferma di conoscere il fratello come fosse un figlio suo - a prendere in mano la situazione. Una notte, però, guérec, senza quasi accorgersene, sarà la causa di un evento tragico, le cui paradossali conseguenze potrebbero forse spingerlo a uscire dal bozzolo soffocante, ma anche tiepido e rassicurante, dei legami familiari.