Figlia di un facoltoso imprenditore ebreo. Batsheva ha-levi è nata negli stati uniti ed è cresciuta tra gli agi e le opportunità di cui può disporre una ricca ragazza americana. Bellissima e dotata di una grande curiosità intellettuale, ama studiare, progetta di iscriversi all'università e, come tutte le sue coetanee, sogna il grande amore. Ma al compimento dei diciott'anni batsheva si ritrova a fare i conti con le tradizioni della sua famiglia ultraortodossa. Per assicurare agli ha-levi una degna discendenza, suo padre ha deciso di darla in sposa a un grande studioso del talmud: isaac harshen, un rabbino molto rispettato della comunità di gerusalemme. Batsheva accetta e si trasferisce in israele. Ma la meravigliosa città presto diverrà per lei una prigione: isaac si rivelerà un uomo freddo e crudele, assorbito dagli studi teologici e ossessionato dalla religione. Costretta a subire i soprusi di un marito geloso e violento, e attorniata da una comunità devota e accondiscendente, giorno dopo giorno batsheva rinuncerà ai suoi sogni e perderà la fiducia in se stessa. Solo un gesto di grande coraggio - e un incontro inaspettato - potranno restituirle la libertà.
'che cosa aspetti a infilarti il costume, vecchio commediante, illusionista appassito? Il ballo in maschera sta per cominciare. ' il libertino quarantenne ha un gusto amaro in bocca, e la stanza è piena di ombre: sono le ombre della sua giovinezza. Ma ha un contratto, e deve rispettarlo. Dov'è la lettera che gli ha mandato francesca? 'devo vederti' ha scritto. Oh, non sarà né la prima né l'ultima che riceve da una donna sposata. Questa, però, è stata scritta dalla sola donna che un giorno ha creduto di amare (e lui, per paura di quell'amore, è fuggito). Per di più gliel'ha portata il marito in persona: sua eccellenza il conte di parma.
Un'ipotesi dell'autore - una giustificazione per un modo di raccontare così allusivo - è che questo libro potrebbe servire da guida per un amante di percorsi incongrui. E vi è certo dell'incongruo in questa ricerca di un amico disperso, ombra di un passato segnato - s'indovina - da una qualche definitiva rottura; in quest'india conosciuta solo nelle camere d'albergo, negli ospedali, e che pure balugina attraverso i colloqui essenziali con profeti incontrati sui pullman, con gesuiti portoghesi, con gnostici di una società teosofica. Ma è un'incongruità che dall'esplicitarsi di suggerimenti, da concomitanze che si rivelano necessarie, si riordina a metodo. È il lato notturno e occulto delle cose il tema di 'notturno indiano'.
Quando si sparge la fama di gesù il nazireo, e l'eco delle sue azioni arriva a roma, il potere imperiale decide di farlo diventare una pedina in più del suo gioco strategico in giudea. Le sette che si oppongono al potere di tiberio in nome del dio d'israele sono violente e irriducibili, e un messia pacifico potrebbe essere utile agli interessi romani. Per seguire i suoi passi e controllarlo viene inviato un fedele servitore dell'impero, lucio valerio adunco, e gesù si converte, a sua insaputa, in uno strumento del grande gioco politico, ma il suo destino precipiterà inatteso, deluderà i piani di roma e cambierà il corso della storia.
'la vita agra' segnò per luciano bianciardi il momento dell'autentico successo, un successo che non tardò a fare entrare in sofferenza un intelletto indipendente come il suo. Il romanzo, ampiamente autobiografico, vede il protagonista lasciare la provincia e con essa la moglie e il figlioletto per andare a vivere a milano. L'intento iniziale è far saltare un grattacielo, per vendicare i minatori morti in un incidente causato dalla scarsa sicurezza sul lavoro (il riferimento è all'incidente alla miniera di ribolla del 1954, in cui persero la vita quarantatré minatori). Ma il protagonista vive in perenne bilico fra voglia di far esplodere il sistema e desiderio di esserne riconosciuto. A cinquant'anni dalla prima pubblicazione nel 1962, 'la vita agra' resta uno sguardo sulle conseguenze umane e sociali del boom economico italiano, ricco di una scrittura irrequieta, precisa, impossibile da imbrigliare. Al romanzo si ispirò il celebre film 'la vita agra' di carlo lizzani, con ugo tognazzi che interpretava il bianciardi/protagonista.
Se dovessimo indicare una forma romanzesca capace di rivelare come si compone e come si manifesta quell'impasto vischioso del potere che la politica italiana ha avuto per lunghi anni il funesto privilegio di produrre, basterebbe rimandare alle asciutte pagine di 'todo modo', alla scansione crudele dei suoi episodi, che solcano come una traccia fosforescente una materia informe, torbida e sinistra. Non meraviglia dunque che questo libro, pubblicato nel 1974, possa essere letto come una guida alla storia italiana dei decenni successivi.
Si dice che raccontare la propria vita serva a comprenderla. Ci sono esperienze, però, su cui le parole non hanno presa: si può solo 'soffrirle' una seconda volta sulla propria pelle. I criminali siberiani le loro vite se le portano addosso, incise dalla mano esperta del kol'sik: sacerdote e custode della tradizione, il tatuatore è l'unico a comprendere fino in fondo la lingua arcana dei simboli. Ma i tatuaggi, mentre raccontano delle storie, ne creano altre: generano incontri ed equivoci, stabiliscono legami, decidono, a volte, della vita e della morte. Ed è attraverso questo vortice di storie che nicolai lilin ci conduce dentro la tradizione dei 'marchi' siberiani. Sei racconti diversissimi - comici o disperati, violenti, romantici, rocamboleschi - nei quali ritroviamo alcuni dei personaggi memorabili di 'educazione siberiana' la banda di minorenni capitanata da gagarin, il colossale mei, nonno boris e gli altri vecchi fuorilegge di fiume basso - e ne incontriamo di nuovi: oliva, che spara come un sicario e si porta sempre appresso la foto di una donna; styopka con il suo amore impossibile; pelmen, che pagherà caro un tatuaggio sbagliato nel posto sbagliato; e ancora kievskij, criminale di seme nero; il vecchio hippy batterista in perenne lotta con una direttrice dittatoriale; il terribile treno e la virginale cristina. A fare da filo rosso, c'è la voce inconfondibile di nicolai 'kolima' e la storia della sua formazione da tatuato.
In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante al nostro presente, la merce, l'intrattenimento e la pubblicità hanno ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Il canada e gli stati uniti sono una sola supernazione chiamata onan, il quebec insegue l'indipendenza attraverso il terrorismo, ci si droga per non morire, di noia e disperazione. E un film perduto e misterioso, 'infinite jest', dello scomparso regista james incandenza, potrebbe diventare un'arma di distruzione di massa.
Il viaggio, il vagabondaggio per il mondo, è il filo conduttore delle storie raccolte in questo libro. Lo scrittore narra le vicende di personaggi anonimi e marginali incontrati per il mondo, uomini e donne che hanno in comune l'aver fatto della propria vita una forma di resistenza. Un amico cileno che ha diretto la rivista analisis, prima barricata della lotta contro pinochet. Un cantante che ha partecipato alla primavera di praga. Un cameraman olandese ucciso dall'esercito del salvador. Uomini che non hanno mai sperato di uscire dai margini, ma che per una volta sono affiorati, con le loro storie, dal buio dell'oblio. Come le rose che, in un solo giorno dell'anno, ricoprono il deserto di atacama.
Aaron, giovane vedovo ancora sconvolto dalla perdita della moglie dorothy, comincia a riceverne le visite. Per strada, al mercato, al lavoro, dorothy lo affianca silenziosa nei mesi del lutto. Per aaron, balbuziente, leggermente zoppicante, soffocato per tutta la vita dalle attenzioni di donne troppo premurose - dalla madre apprensiva alla sorella invadente, alle fidanzate votate più ad assisterlo che ad amarlo - l'incontro con dorothy era stato una liberazione. Finalmente una donna diretta, pratica, quasi asociale ma per nulla sentimentale e soprattutto refrattaria a ogni pietismo, una donna che lo trattava come un uomo e non come un bambino da accudire. Insieme si erano costruiti un rifugio, vivendo in una simbiosi assoluta che portava ciascuno a coltivare le proprie idiosincrasie e ad amplificare quelle dell'altro. Ma ora che lei non c'è più, tranne che nelle sue brevi apparizioni, aaron è costretto ad avventurarsi di nuovo in un mondo dove i vicini di casa lo foraggiano ogni giorno con abbondanti provviste di cibo; la sorella insiste per ospitarlo; i colleghi fanno di tutto per rendergli la vita più facile e qualcuno già cerca di combinargli un incontro con una giovane vedova altrettanto sola e bisognosa d'affetto. Con tono leggero e divertito, e la consueta capacità di tratteggiare i personaggi, anne tyler descrive il percorso tortuoso che dallo smarrimento della perdita conduce alla scoperta di nuove, infinite possibilità, sfociando in un inno alla vita e alla sua stupefacente varietà.