Luca barberis, ricco e stimato esperto di sicurezza informatica, autore di un brutale omicidio, è fuggito all'estero. Potrebbe scomparire nel nulla ma è un appassionato lettore di simenon e per questo, emulo del protagonista della 'lettera al mio giudice', dà avvio a uno scambio epistolare con il magistrato che sta conducendo le indagini. Il carteggio scava alla ricerca delle ragioni che hanno fatto di un uomo di successo un reietto costretto a nascondersi. Luca ha infatti ucciso perché così voleva la sua vittima, non aveva altra scelta: ora vuole solo capire in quale rete è caduto. La posizione di luca si complica quando muoiono altre persone e il suo nascondiglio viene scoperto.
Prendendo come archetipo narrativo i 'racconti di canterbury', il racconto di dawkins riporta il lettore indietro di quattro miliardi di anni nella storia del pianeta, alla scoperta dei comuni antenati di ogni forma vivente, fino a incontrare i primissimi organismi.
Un piccolo hotel incastonato in una scogliera scoscesa, la spiaggia di ciottoli, il mare indaco: per sugi, che dopo infiniti fallimenti deve affrontare anche il disonore, è l'approdo cercato - lo scenario ideale per morire. Si è concesso un unico, singolare lusso: tre giorni, il tempo necessario per leggere il resoconto del favoloso viaggio che nel xiii secolo guillaume de rubrouck compì attraverso l'impero dei mongoli. Nulla tranne quel libro lo tiene legato alla vita. Ma l'unica altra ospite dell'albergo, la giovane nami, nel registrarsi ha indicato come motivo del suo soggiorno «mors»: forse una criptica richiesta di soccorso, o una sfida lanciata alla sorte. È fatale che fra loro nasca un silenzioso dialogo, che ha la stessa iridescenza del mare in cui entrambi hanno deciso di scomparire. E di astrali rispondenze, impercettibili cataclismi, arcane complicità, beffarde rappresaglie scatenate dai luoghi (come l'abbagliante giardino di pietra di kyoto) sono intessuti anche gli altri due, non meno indimenticabili, racconti qui riuniti. Racconti che esplorano, con la sovrana maestria che i lettori del fucile da caccia ben conoscono, quell'indecifrabile e ingannevole universo che si spalanca dietro la parola «amore».
'donne'. Fin dall'inizio, e per tutte le sue trecento pagine, il romanzo è la confessione esplicita, quasi ostentata, di una passione stregante: le donne per bukowski sono un'attrazione costante, un bisogno che non conosce pause e che non si arresta neppure di fronte alle situazioni più disagevoli, o riprovevoli, o disgustose. No, la ricerca del narrante non si arresta di fronte a nulla, forse perché l'amore, e la lotta, tra i sessi è per lo scrittore americano il mezzo più sicuro per tenersi in rapporto con la realtà. In questo, che è il suo romanzo più esplicitamente erotico, bukowski racconta con strepitosa immediatezza le sue - vere o immaginarie - avventure d'amore. Storie tumultuose, incontri sguaiati e grotteschi, memorabili o miserabili prodezze, dialoghi enormemente e quasi commoventemente sboccati, sullo sfondo di un'esistenza randagia, segnata da maratone alcoliche, gravata dalla continua e assillante ricerca di denaro, vissuta sempre e rigorosamente on the road.
Malena è una ragazza timida e insicura ma anche appassionata e sensuale, in perenne conflitto con se stessa e ossessionata dal confronto con la sorella reina, freddo modello di perfezione. Malena decide di scavare nel proprio passato avventuroso e convulso per scoprire le ragioni del proprio destino e riuscire ad accettarlo, risalendo poi ancora più indietro lungo i percorsi della storia della sua famiglia, sino agli albori del novecento. Malena si racconta e cerca le radici della 'maledizione' che l'ha colpita. Alla fine capirà che l'unica maledizione è il sesso e l'unica colpa avere il coraggio di viverlo.
L'istria è stata per mezzo secolo un grande buco nero nella coscienza italiana: una terra dimenticata, rimossa, così come è stata di fatto occultata la presenza dei trecentomila profughi istriani che, dopo la guerra, ha scelto l'esilio. In questo libro anna maria mori, che ha lasciato l'istria con la famiglia quando era ancora bambina, prova a spiegare cosa significa essere istriani. Il suo libro non è un'inchiesta oggettiva o il rendiconto di un'esperienza di vita: è piuttosto un collage di storie, persone, percorsi, riflessioni su una terra di confine (italiana, veneta, asburgica, slava), una terra di contadini e di pescatori e di marinai, di poesie, leggende, tradizioni, miti e riti, di sapori e odori mediterranei e mitteleuropei.
La prima puntata del teleromanzo reale di al bano va in onda nel 1967, quando un contadino del sud con una voce che sembra non finire mai diventa famoso cantando 'nel sole'. Il successo si espande in tutto il mondo e viene coronato da un matrimonio da fiaba, quando fra la festa e l'invidia popolare sposa la bellissima romina power, figlia del tyron divo di hollywood. Sembra la famiglia perfetta, ma a turbare la favola arriva la scomparsa della figlia ylenia nel 1994 e la crisi profonda del matrimonio. Il fuoco del gossip non si spegne mai. Quella di al bano è una storia italiana raccontata spesso in terza persona, che in questo libro viene restituita alla voce diretta del suo protagonista.
Firenze, dicembre 1965. Un uomo viene trovato ucciso nella sua abitazione: l'assassino gli ha conficcato un paio di forbici nella nuca. Del morto si conosce la professione, redditizia quanto disgustosa: era un usuraio e la gente, quasi a segnalarne l'estraneità, lo chiamava 'il nuovo venuto'. Da un primo sopralluogo non emergono indizi significativi. Sarà l'autopsia del medico legale diotivede a offrire il primo tassello di un puzzle ancora tutto da costruire. Il commissario bordelli, chiamato a far luce su un delitto che suscita in lui sentimenti contrastanti - il bisogno di far giustizia ma anche una profonda ostilità per la vittima - si appresta a iniziare un'indagine quanto mai ardua.
Monserrat lavora come centralinista in un call center erotico. A milano, per pagarsi l'università. La prima notte prende la telefonata di uno sconosciuto che non vuole parlare con le ragazze. Ma solo con lei. Davide è un artista affascinante, contraddittorio, sfuggente che la convincerà ad incontrarlo, obbligandola a venire meno alle regole. 'non ti sto offrendo una tenera noia. Tu vuoi essere sconvolta', le dice. Nasce una forte attrazione, un amore lì catapulterà in una folle simbiosi sessuale, accompagnata da sentimenti profondi. Monserrat vive questa storia sullo sfondo di una milano stravagante, dove non esistono limiti agli eccessi. All'improvviso decide di partire per l'india. Da questo paese magico, sorprendente e brutale ripercorrerà con la memoria il suo passato, il legame con davide e il motivo della sua fuga. Monserrat è un'eroina che attraversa tutti i mondi possibili con il cuore e la leggerezza di chi ha coraggio. Di chi ha il desiderio di cercare. Di chi ha il rischio nel dna.