Il romanzo descrive un mondo dove, per ogni generazione, nascono individui dagli occhi viola che hanno la capacità di parlare con i defunti. Alcuni di loro vengono usati per aiutare la comunità a crescere culturalmente, contattando geni del passato, altri aiutano la polizia a risolvere crimini efferati. Ma adesso c'è un serial-killer che uccide proprio gli individui dagli occhi viola e riesce a nascondere la propria identità, riuscirà la polizia a fermarlo?
È una calda notte di giugno, e kirsten sta tornando a casa dopo aver celebrato con i compagni la laurea. Mentre attraversa il parco, qualcuno la aggredisce con selvaggia violenza: quando si risveglierà dopo giorni di coma, ricorderà solo, come in un incubo, due figure che incombono su di lei, una bianca e una nera, e una mano callosa che la stringe; e scoprirà di avere terribili ferite inflitte con un coltello, e che nulla sarà più come prima. Altrove, in una cittadina di pescatori sulla costa dello yorkshire arriva martha, una giovane donna che sta scrivendo un libro. In realtà, martha cerca con feroce determinazione una persona precisa. Intanto, un serial killer continua ad aggredire e uccidere ragazze sole.
Graciela è una donna del sud del mondo, figlia di una lavandaia, ma è riuscita a compiere un'imponente ascesa sociale grazie al matrimonio con un uomo benestante e a uno strenuo impegno negli studi. Sembra destinata alla felicità, almeno la felicità borghese fatta di benessere materiale e riconoscimenti sociali; eppure non è felice, e dopo venticinque anni di matrimonio trova il coraggio di reclamare il suo bisogno d'amore: davanti al marito, seduto in poltrona a leggere con indifferenza il giornale, si lascia andare a un lungo, intenso monologo. Unico testo teatrale dell'autore, l'opera vive del linguaggio poetico dei romanzi dell'autore e dell'inconfondibile clima del realismo magico sudamericano, con un imprevedibile finale.
Bacci pagano è un uomo insieme complicato e semplice. Detesta le ipocrisie del potere ma anche il ricatto dei buoni sentimenti. Non sa dire di no alla richiesta di mara, una delle donne della sua vita: deve tenere a bada le inquietudini del dottor nicolò ingroia, detto il gigante, uno psicoanalista che vive sulle alture che sovrastano genova nervi. Bacci avrebbe avuto più di un motivo per rifiutare l'incarico: non è il suo mestiere occuparsi di un alcolizzato che ha tentato il suicidio; e poi il gigante l'aveva già incontrato vent'anni prima, quando indagava sulla morte di un suo giovane paziente, misteriosamente ucciso in thailandia. Tra memoria e presente, dall'estremo oriente ai carruggi della città vecchia, bacci pagano deve mettere alla prova tutta la sua tenacia, in una vicenda in cui all'odio e alla disperazione si oppongono l'intelligenza e la ragione, alla ricerca di una verità elusa e sepolta. Nei serrati duelli verbali tra bacci e il gigante, l'investigatore 'analfabeta dei sentimenti' e lo psicanalista allo sbando, spesso uno sguardo e un silenzio - o magari una citazione di proust - contano più delle parole. Un romanzo che dà voce a una città irripetibile, dove si sfiorano e s'intrecciano di continuo mondi diversi: dall'alta borghesia chiusa nel suo orgoglio alla casbah di immigrati e prostitute, passando per la memoria di una metropoli industriale che non c'è più.
280 d. C . Approfittando della deriva del potere di roma, il governatore bonoso decide di tradire l'aquila e di costruire nelle gallie un suo regno personale. È suo l'ordine di sterminare i camavi, tribù della tungria che, per aver smascherato l'usurpatore proculo, si è resa colpevole di eccessiva fedeltà all'imperatore. Ed é sempre lui che, per conseguire i suoi fini, non esita ad avvalersi dell'appoggio dei ribelli bagaudi e di diverse tribù barbare da sempre ostili al potere romano. Spetta al legato imperiale valerio metronio reprimere la ribellione e salvare l'onore di roma, in un vorticoso giro di amicizie, alleanze e odi implacabili che coinvolge romani e barbari, traditori e traditi.
Lo scrivere breve non è per gómez dávila solo un'arte o un genere letterario, ma un modo di pensare: l'unica forma, cioè, capace di restituire al pensiero la semplicità che il discorso gli toglie. L'unica in grado di dire il vero, che in una realtà lacerata risiede necessariamente nel frammento, oppure non è. Gómez dávila concepisce i propri aforismi come 'tocchi cromatici di una composizione pointilliste' che sfida il lettore a scorgere la totalità loro sottesa, e dunque a riconoscere il 'testo implicito', l'opera ideale a cui alludono. In questo volume viene presentata una seconda parte del grande libro degli 'escolios', cui gómez dávila si è dedicato per l'intera vita e che nell'edizione originale comprende cinque tomi, tutti composti esclusivamente di brevi, fulminanti sentenze.
In 'riti di morte' il lettore conosce l'ispettrice, quarant'anni, bella anticonformista, due matrimoni falliti alle spalle. È stata confinata al servizio documentazione di un commissariato di barcellona. Poi una inaspettata indagine e l'incontro con il viceispettore fermin garzón, vedovo cinquantenne, uomo d'altri tempi, ma autentico poliziotto di strada. Da questo momento petra abbandona la scrivania e inizia il sodalizio tra i due. La vicenda del libri ruota attorno a degli stupri che si consumano a tarda sera contro giovani donne. Caratteristica comune: le vittime vengono 'marchiate' con una sorta di tatuaggio a forma di fiore. In 'giorno da cani', un poveraccio viene trovato morto; accanto a lui il suo cane che non lo abbandona. Si tratta di un barbone e nessuno si appassiona al caso. Ma dietro l'apparenza di una morte naturale si nasconde un delitto. Sembra impossibile approdare a qualche risultato con il cane unico testimone, ma non per petra delicado e per fermin garzón. In 'messaggeri dell'oscurità' petra riceve dei pacchi che contengono peni amputati. Le sue indagini la condurranno sulle tracce di una setta, fondata in russia nel xviii secolo, e a un torrido incontro con il poliziotto russo.
Non è necessario essere appassionati di fantascienza per sapere che isaac asimov è stato il re di questo genere letterario. Eppure non si è dedicato solo a robot e viaggi interstellari: nella sua sterminata produzione (ha pubblicato circa cinquecento titoli! ) c'è spazio per saggi, racconti per ragazzi, critica letteraria. E gialli, splendidi gialli. Narrati in modo intrigante, tutti basati sulla logica e la deduzione, i suoi romanzi polizieschi mettono alla prova l'intelligenza del lettore con un pizzico di ironia. Come in questo caso: ambientato in una fiera del libro, tra autori, lettori, editori, 'rompicapo in quattro giornate' mette in scena tra i personaggi - e possibili colpevoli! - proprio lo stesso asimov. Tutto inizia quando un misterioso pacchetto viene inviato alla stanza 1511 del grande albergo che, tra conferenze, incontri e pranzi, ospita il congresso dell'american booksellers association. Di lì a poco verrà scoperto un cadavere e a indagare viene chiamato il sagace darius just, scrittore di poca fortuna ma dotato di grande acume, che in soli quattro giorni dovrà venire a capo della spinosa questione.
Sophie ha trentasei anni e in pochi mesi ha perso tutto: il marito, la felicità e il peso forma, cancellato da intere scatole di gelato ingurgitate nel cuore della notte. Quando poi si presenta in ufficio in accappatoio con ai piedi un paio di pantofole très chic a forma di coniglietto rosa, anche il lavoro e la stabilità economica scompaiono. Così, sola e con un disperato desiderio di ricominciare a vivere, decide di accettare l'invito di un'amica a trasferirsi nell'oregon e trova un lavoro come cameriera in un bistrò. Ma la vita non è una favola, e sophie si trova catapultata dal ruolo della vedova affranta a quello della neo-single in lotta contro uomini inetti, clienti incontentabili e una suocera che sta dolcemente andando via di testa.
Capolavoro della letteratura mondiale, don chisciotte inaugura la grande stagione del romanzo moderno. Scritto con l'intento di parodiare i libri di cavalleria, narra le gesta di un nobile hidalgo spagnolo, idealista e folle, e del suo fido scudiero sancho panza, dal tenace e realistico buon senso. Sul filo di vicende grottesche e sconclusionate dominate dall'animo visionario del protagonista, i due vanno verso 'un destino di sconfitta e di smentita'. Ma dietro una realtà disincantata e triste, permane nel romanzo un sorriso di saggezza, che guarda a tutte le illusioni con animo sereno, non ripudiandone nessuna, perché tutte sono proprie dell'uomo.