«il solo innovatore, o liberatore, nella catena dei poeti moderni è stato ungaretti» ha scritto gianfranco contini. Ed effettivamente la sua voce poetica – a partire dalla manciata di versi scritti nelle trincee della prima guerra mondiale e raccolti nel 1916 nel porto sepolto – ha segnato in modo indelebile l'avvio della stagione poetica novecentesca. Pubblicata nel 1966, con l'autorizzazione dell'autore, questa antologia – che porta lo stesso programmatico titolo apposto da ungaretti alla propria opera complessiva – rappresenta una preziosa sintesi del suo intero percorso poetico attraverso tutte le raccolte: l'allegria, sentimento del tempo, il dolore, la terra promessa, un grido e paesaggi, il taccuino del vecchio.
Cosa succede quando a cinquant'anni ti ritrovi all'improvviso un moccioso tra i piedi? È quello che il professor sacerdoti – romanziere, accademico e impenitente misantropo – sta per scoprire. Proprio lui che ha improntato i rapporti parentali a una gelida indifferenza, si vede recapitare per via di un lutto famigliare un bambino di otto anni: noah meisner, figlio di una sua lontana cugina ortodossa; un ragazzino silenzioso e sfuggente, precocemente attaccato alle tradizioni. Tutto il contrario del suo miscredente tutore, che lo accoglie in una casa piena di libri, improvvisandosi padre con risultati piuttosto maldestri. Cacciato dall'università per un'accusa tanto infamante quanto insulsa e alle prese con i fantasmi di un passato tragico, sarà pronto il professore ad aprire la porta a un destino che sta per sconvolgergli la vita? Come lui e noah impareranno, l'aria di famiglia è una calamita insidiosa e irresistibile. Con la stessa felicità narrativa che illumina di chi è la colpa , alessandro piperno segue il suo protagonista con ironia e irriverenza, ma anche con grande tenerezza, tratteggiando i chiaroscuri della mezza età.
Arrivato alla soglia dei novant'anni, dopo aver affascinato i suoi lettori con i segreti della storia, della musica e della religione, corrado augias racconta l'avventura di una vita, la sua. E con grande talento di narratore, evoca l'infanzia in libia, il ritorno a roma, l'incubo dell'occupazione tedesca, il collegio cattolico, i primi passi nel giornalismo, e poi «telefono giallo» e «la repubblica». È un racconto che ha il calore e l'empatia della conversazione tra amici: la vita s'impara, ci dice augias – soprattutto se non si perdono mai la curiosità intellettuale e la passione civile. A quasi novant'anni, corrado augias è un prezioso testimone del cambiamento. L'italia di oggi – esclusi gli eterni vizi nazionali – assomiglia poco a quella di ieri. Augias ci racconta l'infanzia passata in libia al seguito del padre ufficiale della regia aeronautica; la guerra e i bombardamenti; l'incubo di una feroce e lugubre occupazione; gli anni in un collegio cattolico, per lui che oggi si confessa ateo. E poi la vita professionale, il giornalismo, i libri, le fortunate circostanze che lo hanno reso partecipe di tre eventi importanti nella vita culturale del paese: la nascita della direzione centrale programmi culturali della rai; la fondazione del giornale «la repubblica» nel 1976, il rilancio di raitre nel 1987. L'invenzione di alcuni fortunati programmi televisivi da «telefono giallo» a «babele», da «città segrete» alla più recente creatura «la gioia della musica», ultimo programma ideato per la rai prima del passaggio a la7 ancora una volta con un fortunato programma di cultura: «la torre di babele». Accadimenti che sono però solo la parte pubblica di un percorso che ha una componente intima ancora più interessante: il lungo apprendistato a una matura dimensione d'intellettuale. Agli eventi che hanno scandito la sua vita, augias affianca le letture di cui s'è nutrito e dalle quali ha «imparato a vivere».
A dublino, in una sera buia e piovosa, la scienziata eilish stack apre la porta di casa e si trova di fronte due agenti della polizia segreta. Sono lì per interrogare suo marito, un sindacalista. In questa inquietante distopia, paul lynch immagina una repubblica d'irlanda che scivola nel totalitarismo dopo l'ascesa del partito di destra national alliance, che ha preso il potere in risposta alle pressioni dei sindacati per l'aumento dei salari degli insegnanti.
Nei mesi successivi alla pandemia, nella caratteristica plaza del nord di barcellona, si svolge la settimana gastronomica alla presenza di un certo numero di food truck, i camion ristorante che offrono cibo di strada o specialità culinarie delle più svariate regioni del mondo. Sull'evento piomba gelido un fattaccio di sangue. Christophe dufour, cuoco francese nemmeno quarantenne che gestiva - con il suo socio spagnolo, eduardo castillo, detto bob - un camion specializzato in gastronomia francese, è stato assassinato con due pugnalate. Petra delicado, mentre sulla scena del delitto cerca di frenare il suo vice fermín garzón che accetta con entusiasmo tutti gli assaggi che gli vengono offerti dai possibili testimoni, prova a fiutare una possibile pista. Ma nulla, o poco, emerge del passato della vittima. I ragazzi del furgone accanto hanno visto la sera prima una bella donna francese dai capelli neri parlare con christophe e fare molti acquisti. L'ispettrice si mette a caccia della donna misteriosa e scopre ben presto che la sua identità e quella dello chef sono false, i nomi veri riconducono a una rete di narcotraffico. Petra nel frattempo è tormentata dal sospetto di una crisi coniugale, ma non è il momento per mollare l'indagine. Percorrendo a ritroso le varie tappe del food truck di bob e il suo socio, i due poliziotti si ritrovano nei paesi della catalogna a rovistare nel sordido mondo degli stupefacenti tra bar squallidi, centri sociali loschi, negozi che funzionano da copertura. Con una tensione che non lascia il lettore fino all'ultima pagina, un doppio finale a sorpresa stravolgerà tutte le attese e lascerà letteralmente scossi.
Mi chiamo pietro gerber ma qui a firenze, dove vivo da quando sono nato, tutti mi conoscono come l'addormentatore di bambini. Sono un ipnotista, come lo era mio padre, e con l'ipnosi aiuto i bambini a elaborare traumi e a superare paure e fobie. Non sembrerebbe, ma il mio è un mestiere pericoloso. Perché la mente dei bambini è un labirinto ed è facile smarrirsi e non riuscire più a tornare. Forse è proprio questo che sta succedendo a matias. Ha nove anni e da tempo ha un sogno ricorrente. Da troppo tempo. Ormai matias ha paura di addormentarsi, perché in sogno gli fa visita qualcuno che non dovrebbe esistere. Una donna dall'aria triste e vestita sempre di scuro e che non parla mai. La signora silenziosa abita i suoi sogni come uno spettro, come una presenza inquietante che tracima nella realtà. Non dovrebbe essere nient'altro che un sogno, ma allora… allora perché sento che la signora silenziosa è reale? Allora perché sento nel silenzio il ronzio di un immenso sciame di insetti? Allora perché sento che perfino la mia casa, vuota e solitaria, è infestata da fantasmi? E se la storia della signora silenziosa fosse ancora tutta da scrivere… come la mia? Mi chiamo pietro gerber, sono l'addormentatore di bambini, e di colpo ho paura di dormire. E ho ancora più paura di stare sveglio.
Alla fine del xix secolo, convivono due mondi opposti. Da un lato, l'opulenza e lo splendore. Dall'altro, i peggiori vizi dell'uomo: alcol, denaro e sesso. È su questo confine, nel cuore del famigerato triangolo nero, che una ricca famiglia cerca di affermarsi pretendendo di liberare la città dalla corruzione. Gli stallworth, guidati con pugno di ferro dal loro patriarca, l'influente e implacabile giudice james stallworth, coadiuvato dal figlio edward, predicatore dai sermoni incendiari, e dal genero duncan phair, giovane avvocato dalla carriera promettente, hanno un piano impeccabile: estirpare il male annientando una famiglia di corrotti e criminali: gli shanks.
Mi chiamo pietro gerber ma qui a firenze, dove vivo da quando sono nato, tutti mi conoscono come l'addormentatore di bambini. Sono un ipnotista, come lo era mio padre, e con l'ipnosi aiuto i bambini a elaborare traumi e a superare paure e fobie. Non sembrerebbe, ma il mio è un mestiere pericoloso. Perché la mente dei bambini è un labirinto ed è facile smarrirsi e non riuscire più a tornare. Forse è proprio questo che sta succedendo a matias. Ha nove anni e da tempo ha un sogno ricorrente. Da troppo tempo. Ormai matias ha paura di addormentarsi, perché in sogno gli fa visita qualcuno che non dovrebbe esistere. Una donna dall'aria triste e vestita sempre di scuro e che non parla mai. La signora silenziosa abita i suoi sogni come uno spettro, come una presenza inquietante che tracima nella realtà. Non dovrebbe essere nient'altro che un sogno, ma allora… allora perché sento che la signora silenziosa è reale? Allora perché sento nel silenzio il ronzio di un immenso sciame di insetti? Allora perché sento che perfino la mia casa, vuota e solitaria, è infestata da fantasmi? E se la storia della signora silenziosa fosse ancora tutta da scrivere… come la mia? Mi chiamo pietro gerber, sono l'addormentatore di bambini, e di colpo ho paura di dormire. E ho ancora più paura di stare sveglio.
Un viaggio con suo padre verso il paesino tra le dolomiti da cui proviene la famiglia paterna sarebbe la scusa perfetta per capire meglio genitore 2, ma zerocalcare e suo padre sono incapaci di parlarsi di cose significative. Questo rende difficile la trasferta, quando si capisce che la loro famiglia non è vista di buon occhio, anzi, da alcuni è proprio odiata, in paese. Le radici dell'odio risalgono a prima della grande guerra, e si intrecciano al mistero che circonda, da trentacinque anni, il giorno più misterioso ed emblematico della vita di calcare, quello che lui fin da bambino ricorda come