Firenze, dicembre 1965. Un uomo viene trovato ucciso nella sua abitazione: l'assassino gli ha conficcato un paio di forbici nella nuca. Del morto si conosce la professione, redditizia quanto disgustosa: era un usuraio e la gente, quasi a segnalarne l'estraneità, lo chiamava 'il nuovo venuto'. Da un primo sopralluogo non emergono indizi significativi. Sarà l'autopsia del medico legale diotivede a offrire il primo tassello di un puzzle ancora tutto da costruire. Il commissario bordelli, chiamato a far luce su un delitto che suscita in lui sentimenti contrastanti - il bisogno di far giustizia ma anche una profonda ostilità per la vittima - si appresta a iniziare un'indagine quanto mai ardua.
È la prima inchiesta che il commissario capo arrigoni del porta venezia conduce lontano dalla sua amata milano. Siamo nel 1953, e gli alti comandi di polizia e carabinieri decidono di costituire un'unità speciale che dovrà indagare sugli omicidi che vengono commessi in piccoli paesi della lombardia. A capo dell'unità viene nominato proprio arrigoni che, pur non essendo troppo entusiasta della proposta, per senso di responsabilità accetta l'incarico. Dopo una settimana, ha già un caso da risolvere. Parte insieme al il giovane e fidato agente di pasquale, un esuberante e brillante partenopeo, nonché impenitente donnaiolo. I due raggiungono arbizzone varesino, un paese di montagna affacciato sul lago maggiore, dove il contrabbando con la vicina svizzera è la principale fonte di guadagno: un posto tranquillo, all'apparenza, ma che nasconde più di un segreto. Qui, in un bosco, è stato rinvenuto il cadavere di un uomo, ucciso con un colpo alla tempia, sferrato probabilmente con una pietra trovata nel vicino torrente. L'uomo, ricco e sposato con una ragazza molto più giovane, era ufficialmente un imprenditore edile, ma, come si scoprirà nel corso dell'indagine, anche uno strozzino.
Ernesto ragazzoni avrebbe voluto che sulla propria tomba fosse scritto: 'd'essere stato vivo non gli importa'. Poeta dei buchi nella sabbia e delle 'pagine invisibilissime', dell'arte giullaresca realizzata nella vita fuori dal testo, è in un certo senso il testimone di questo 'dramma giocoso in tre atti'. Come grottesco contrappasso, accanto a lui, bohémien anarchicheggiante e antimilitarista, agirà come in duetto un rigido ufficiale dei regi carabinieri. Siamo nel 1901, tempo di attentati (il re umberto è stato appena ucciso), e a pisa, terra di anarchia. Al teatro nuovo si aspetta il nuovo re, per una rappresentazione della tasca di giacomo puccini. Le autorità sono in ansia: il tenore della compagnia 'arcadia nomade', i cavatori di marmo carrarini convocati per alcuni lavori, gli stessi tecnici de teatro, sono tutti internazionalisti e quindi sospetti. E nell'ottusa paranoia dei tutori dell'ordine, perfino il compositore, il grande puccini, è da temere tra i sovversivi. A scombinare ancor di più le carte è l'intervento di quello stravagante di ragazzoni, redattore del giornale 'la stampa'. Fatalmente l'omicidio avviene, proprio sul palcoscenico al culmine del melodramma, e non resta che scoprire se sia un complotto reazionario o un atto dimostrativo di rivoluzionari. O un banale assassinio.
Firenze, estate 1963. La città è deserta per le vacanze e assediata dal caldo e dalle zanzare. Il commissario bordelli passa la notte a rigirarsi nelle lenzuola, dopo giornate di banale routine estiva sbrigata da quei pochi rimasti, come il poliziotto mugnais e il nuovo arrivato, piras. Quand'ecco che una telefonata gli annuncia una morte misteriosa: una ricca signora viene trovata morta, accanto al letto un bicchiere con le gocce per l'asma e sul comodino il flacone perfettamente chiuso. Ma è difficile pensare a un attacco improvviso della malattia, come spiega l'anatomopatologo. Bordelli indaga sui singolari personaggi che frequentavano la villa della donna, tutti dotati di un alibi di ferro, ma c'è qualcosa che non lo convince.
Milano, 1950. È sera, una fredda e buia serata invernale, piove a dirotto. In una vecchia casa di ringhiera, a porta venezia, il corpo di una bella donna sulla quarantina, sposata e madre di due figlie, si sfracella sui ciottoli del cortile, precipitando dal quarto piano. L'inchiesta tocca a mario arrigoni, commissario capo del porta venezia. Tutto farebbe pensare a un suicidio, ma qualcosa nella dinamica dei fatti non convince arrigoni. Comincia così un'indagine che si svolge in una milano grigia e fredda, da poco uscita da una guerra le cui macerie sono ancora visibili nelle strade. Mentre intorno sopravvivono usi e costumi destinati presto a sparire. Il piccolo mondo dei coinquilini della presunta suicida sfila davanti a arrigoni, rivelando diversi personaggi curiosi, una portinaia molto perspicace, nonché miserie, ambizioni frustrate o sbagliate, velleità. Al termine degli interrogatori, il collaudato metodo investigativo e una felice intuizione finale portano il commissario arrigoni alla soluzione del caso, una soluzione del tutto imprevedibile quanto amara.
Un'avventura misteriosa tra grecia, francia e spagna, a caccia di un segreto nascosto tra simboli ed enigmi lungo il cammino di san iacobus nell'avignone del 1315, papa giovanni xxii affida una delicata missione a galcerán de born, medico e cavaliere dell'ordine degli ospitalieri, che per la sua abilità investigativa è stato soprannominato 'il perquisitore'. Sono passati tre anni da quando è stato sciolto ufficialmente l'ordine dei templari, un tempo eroi delle crociate e in seguito condannati al rogo come eretici; nel frattempo i loro principali accusatori sono morti tutti in circostanze misteriose. Il papa dunque sospetta che alcuni sopravvissuti tra i templari si stiano organizzando e tramino per assassinare anche lui. Galcerán, accompagnato dal novizio jonàs e dalla maga ebrea sara, deve affrontare un viaggio pieno di insidie e pericoli per scoprire e fermare i mandanti di questi delitti. Ma soprattutto ha il compito di mettersi sulle tracce del perduto tesoro del tempio di salomone e del suo gioiello, l'arca dell'alleanza.
Pochi giorni prima dell'inaugurazione dell'esposizione universale di parigi, nel 1867, riemerge dalla senna il cadavere di un bambino. La madre - una donna che vive nella misera e degradata periferia parigina - viene arrestata con l'accusa di infanticidio, ma respinge ogni imputazione e sostiene di aver affidato il figlio gravemente malato a un'infermiera. All'ospedale, però, nessuno si ricorda né di lei e né del bambino. L'avvocato d'ufficio che le viene assegnato è inizialmente convinto della colpevolezza della donna, ma dalle indagini emergono sconcertanti contraddizioni e, a un certo punto, anche la polizia segreta si interessa al caso. Parigi 1992: quale motivo induce la giovane gaëtane a studiare i documenti di una biblioteca relativi al presunto infanticidio di centoventicinque anni prima? A chiederselo è bruno, studioso tedesco di storia dell'architettura. Dal momento in cui vede per caso la ragazza desidera conoscerla ad ogni costo. E quanto più il loro rapporto si approfondisce, è la storia che lei sta studiando ad affascinare sempre di più bruno.
La vita di fritz brown, ex poliziotto con problemi di alcool, è un intrico di contraddizioni. Come la sua los angeles, persa tra lo scintillio di hollywood e l'inferno dei bassifondi. E quando brown inizia a indagare sugli strani giri di denaro che ruotano attorno al golf club, si trova invischiato in un oscuro turbine di corruzione, sesso e crudeli vendette, su cui grava ancora l'ombra di un serial killer e l'odio di un vecchio massacro.
Nella siracusa del '700 il poeta e bibliotecario gustavo ladonna deve comporre un poema per il notabile e borghese quadramò, addetto al macello della città. L'ispirazione si fa desiderare e perciò il poeta decide di ricorrere ai servigi di frà colella, prete napoletano nonché suo fedelissimo fornitore d'oppio. I due si chiudono in sagrestia: mentre ladonna si abbandona a sonni deliranti sotto l'effetto della droga, il frate inizia a raccontare le gesta di paesani contemporanei e trapassati. Le sue opere suscitarono l'invidia dei più grandi artisti del tempo tra cui il medico e rivale desnoués. A questo punto si interrompono i racconti di frà colella e dai fumi dell'oppio si alza la voce di ladonna, la cui memoria sembra essersi risvegliata per miracolo.
Nessuno scrive al federale riporta in scena il maresciallo ernesto maccadò. Nel paese in cui è stato inviato insieme alla sua maristella come fossero due marziani, ora si sente sempre più a casa, soprattutto con l'arrivo del primo figlio. Ma bellano, visto da così vicino, è tutt'altro che un luogo tranquillo. E non è facile scacciare il pensiero che vi regni una certa follia. «personaggi autentici e storie schiette. Vitali guida il lettore tra pagine dove va in scena la vita» - il piccolo una sola lettera e anche il terzo segretario bellanese del partito finirebbe nel ridicolo. Le rive del lago di como sono punteggiate di paesi e paesini accomodati ai piedi delle montagne dove non succede granché. Tranne a bellano. Nell'ultimo anno e mezzo circa, il federale del fascio ha dovuto sostituire già due segretari della sezione locale del partito. Il primo a saltare è stato bortolo piazzacampo, detto tartina, per una vicenda legata alle bizzarrie di un toro chiamato benito in cui il tartina si è distinto per insipienza. Il secondo è stato aurelio trovatore, che ha deciso di accasarsi in quel di castellanza preferendo l'amore al destino fatale della patria fascista. Ora ha nominato tale caio scafandro, un pezzo d'uomo che usa le mani larghe come badili per far intendere le proprie ragioni. Avrà la forza d'animo, visto che quella fisica non difetta, per mantenere l'incarico? Perché nel passato dello scafandro qualche fantasma c'è. E più di uno lo sa. Basterebbe una parolina sussurrata all'orecchio del federale e anche il terzo segretario del fascio di bellano farebbe la fine dei precedenti. Per questo, lo scafandro ha preso le sue contromisure senza preoccuparsi di sconfinare in quel territorio dell'illegalità presidiato dalle forze dell'ordine. E lì appunto si trova il maresciallo ernesto maccadò. Fresco padre di rocco, il suo primogenito, la mattina del 20 novembre 1929 il maresciallo scampa per un pelo a una disgrazia per via di un oggetto metallico scaraventato giù in contrada da un potenziale assassino. E chi sarà mai quell'imbecille?