Nei due estremi e intensissimi anni della sua vita (1955-1957) giuseppe tomasi di lampedusa mise insieme non solo le otto parti del gattopardo, ma anche tre racconti e uno scritto di carattere autobiografico. Solo di recente, però, in seguito al ritrovamento di alcuni manoscritti originali, è stato possibile sottoporre i testi brevi a una rigorosa verifica filologica e, in particolare, è stato possibile ricostruire nella loro interezza i
Nel mondo ormai unificato e dominato da roma plutarco sembra additare in un passato già 'classico' le radici di ogni aspetto della vita, e soprattutto di ogni società civile fondata su religiosi valori etici e moderati principi politici plutarco dedicò la sua vita alla filosofia, all'insegnamento, alla scrittura. Amato dai contemporanei, non ha mai cessato di esercitare un fascino particolare su chi sa ascoltare la sua parola. Per la prima volta in assoluto sono raccolte in un unico volume tutte le opere, compresi i frammenti, che plutarco dedicò a svariati ambiti del sapere, e che per convenzione chiamiamo ''moralia'': dall'etica alla filosofia, dalla pedagogia alla politica, dalla scienza alla retorica, e molto altro ancora: storia, religione, igiene, curiosità, zoologia, cultura popolare. Quali sono i problemi più grandi per genitori ed educatori? Ci sono letture più indicate per crescere meglio? Che cos'è la vera amicizia? Come si può affrontare l'imprevedibilità della sorte? E la politica: deve guardare più all'etica o all'utile? Ed è meglio un politico giovane o uno anziano? I grandi personaggi della storia sono stati fortunati o virtuosi? E la religione è una terapia dell'anima o una convenzione sociale? A questi profondi e sempre attuali interrogativi dell'uomo plutarco offre risposte meditate e sempre intelligenti, che condensano già ai suoi tempi secoli e secoli di riflessioni del pensiero occidentale. Oltre all'etica, alla politica, alla religione e alla pedagogia, in questo inesauribile volume si trovano però migliaia di altri temi che rispondono alle più varie curiosità, a volte sorprendenti: che cosa disse leonida lo spartano alla moglie, prima di partire per le termopili? Erodoto era uno storico o un maldicente? Che cosa c'è impresso sul volto visibile della luna? Gli animali sono esseri dotati di intelligenza? E' giusto mangiare carne? E' nato prima l'uovo o la gallina?
Iniziato nel 1939 e interrotto per tutta la durata dell'internamento di sartre in germania, questo libro, il primo della serie romanzesca 'le vie della libertà' comprendente anche 'il rinvio' (1945) e 'la morte nell'anima' (1948), vedrà la luce solo al termine della guerra poiché giudicato, sotto il regime del maresciallo pétain, troppo scandaloso. Il romanzo racconta due giorni cruciali nella vita di un gruppo di trentenni costretti a constatare il crollo delle proprie illusioni di libertà e soprattutto la sconcertante e fatale scoperta che è proprio questo crollo a renderli davvero liberi. Attorno al protagonista, il professore di filosofia mathieu, evidente alter ego dell'autore, alle prese con la gravidanza indesiderata della propria amante, ruota un nucleo di personaggi che, lucidi e disperati o ancora capaci di difensivi autoinganni, si dibattono in una vacuità di significato che né la militanza politica né i sogni di gioventù possono redimere. È però mathieu il solo a giungere con piena consapevolezza all'età della ragione, quella in cui si entra dopo essersi resi conto della gratuità fondamentale di ogni esistenza o, come scrive lo stesso sartre nell'essere e il nulla, della 'fatticità' della coscienza.
Dopo il successo delle fiabe islandesi una nuova antologia di fiabe nordiche l'eterna lotta tra il bene e il male a suon di astuzie e di magie, le avventure di eroi contadini che affrontano giganti e draghi, di una bellissima principessa tramutata in topolina, di un principe condannato a vivere sotto terra e a mostrarsi solo al tramonto. L'universo incantato, imprevedibile eppure familiare delle fiabe, le cui origini si perdono nella notte dei tempi e nei reami sconfinati dei sogni, si esprime in tutto il suo fascino e la sua forza narrativa in questa antologia. Tratte dalle prime raccolte scritte dell'ottocento, volte a preservare un patrimonio letterario che rischiava di scomparire insieme alla tradizione orale, queste storie, tra le più raffinate nel panorama nordico, ci offrono un viaggio nell'immaginario popolare svedese. Un mondo antico in cui gioca un ruolo fondamentale il legame con la natura, quella che detta le dure leggi della vita nelle campagne ma offre anche ispirazione alla fantasia per foreste piene di tesori custoditi da troll, fiumi abitati da lucci parlanti, tigli che suonano musiche meravigliose e animali dai poteri fatati che regalano fortuna a chi li rispetta e sventura a chi non sa ascoltarli. Un mondo che ci dischiude le sue credenze, paure, leggende, rivelando allo stesso tempo le varianti svedesi di motivi universalmente noti, diventati oggi dei classici e immortalati da basile, perrault, i fratelli grimm e hans christian andersen, come quelli di cenerentola e biancaneve, o ancora una fiaba che intreccia a sorpresa le avventure del gatto con gli stivali e della principessa sul pisello.
Una versione rivista e ampliata, impreziosita dalla illustrazioni di alessandro sanna «ho scritto 'il ragazzo selvatico' di getto, senza stare a ragionarci. È un diario, autobiografico: racconta la mia crisi dei trant'anni. Mi ero rifugiato in una baita di montagna per fare i conti con il passato e ritrovare l'ispirazione per la scrittura, che avevo perso. Quelle pagine aspettavano un ritocco: ho aggiunto dei capitoli, modificato delle parti, lavorato di cesello. Ne è uscito un libro più completo e corposo» – paolo cognetti, il corriere della sera trent'anni, un inverno difficile e la sensazione di non andare da nessuna parte: 'mi sentivo senza forze, sperduto e sfiduciato. Soprattutto non scrivevo, che per me è come non dormire o non mangiare'. Nasce da qui la decisione di lasciare milano per trasferirsi in una baita di montagna a duemila metri, nella speranza di fare i conti con il passato e ricominciare a scrivere. Da una delle migliori voci della narrativa italiana, la storia di una lotta a mani nude contro il dolore per ritrovare se stessi.
Ognuno ha il suo psicologo interiore, solo lui sa come farti star bene, impara ad ascoltarlo. Un percorso di autoterapia in 13 sedute. 'se i rami secchi ingombrano il nostro mondo interiore ci ammaliamo di ansia, insonnia, depressione. Nessun sapere convenzionale ci può aiutare quando stiamo male. Proprio perché siamo unici, c'è qualcosa dentro di noi che sa come curarci: sì, siamo abitati dal nostro psicoterapeuta nascosto e non lo sappiamo. ' in questo libro raffaele morelli ci insegna a prenderci cura di noi stessi. A trovare da soli la via della guarigione dai nostri problemi psicologici. Oggi tutti vanno dallo psicoterapeuta per parlare della loro vita sfortunata, del loro passato, dei rapporti difficili con la madre o il padre. Niente di più sbagliato, dice morelli. Bisogna smettere di cercare risposte, smettere di giudicarsi: bisogna invece affidarsi a se stessi, lasciar fluire l'energia antica nascosta nella propria anima. Perché 'dalla notte dei tempi, qualcosa di interiore conduce spontaneamente ogni essere vivente verso la propria meta. Ho scelto tredici semplici mosse che raccolgono i codici della saggezza antica, di quel sapere con cui l'uomo si è sempre preso cura di sé'. Cerca il vuoto, non la spiegazione dei tuoi disagi. Aspetta senza aspettative. Vivi la trasformazione silenziosa. Diventa più insicuro. Smetti di rimuginare sui problemi. Dimentica la tua storia. Osservati per ciò che sei, e non giudicarti. Tredici semplici regole, tredici mosse per cambiare il proprio sguardo su se stessi e sul mondo, e avviarsi verso la guarigione.
Non aveva mai fatto niente di folle. Fino a ora «con questo libro morgan matson offre agli adolescenti un'esperienza unica» – booklist «questo è un libro molto piacevole, con una sottotrama romantica formidabile e un finale che riannoda tutti i fili, credibile e che non delude» – school library journal emily ha deciso di correre qualche rischio per trascorrere l'estate più travolgente della sua vita. Prima di sloane, emily non andava alle feste, parlava a malapena con i ragazzi, non aveva mai fatto niente di folle. Ma sloane, un vero e proprio 'tornado sociale', è la migliore amica che si possa avere e l'ha tirata fuori dal suo guscio. Eppure, poco prima di quella che doveva essere un'estate epica, sloane. Scompare. Lascia solo una misteriosa lista con tredici cose, alquanto bizzarre, che emily dovrà fare. Per esempio: 'cogli le mele di notte'. Va bene, abbastanza facile. 'balla fi no all'alba'. Perché no? 'bacia uno sconosciuto'. Che cosa? ! Ma senza sloane, emily potrà farcela? Chissà cosa succederà, con tutta un'estate davanti e l'inaspettato aiuto dell'affascinante frank porter.
'quando, dopo la sua morte, ho letto il diario che aveva custodito nel segreto per tutta la vita, mi è parso di avere una percezione più chiara del tormento che ha dilaniato per decenni mio padre fascista, prigioniero a coltano dopo aver combattuto, ventenne o poco più, dalla parte dei 'ragazzi di salò'. Ho capito che cosa abbia rappresentato per lui il dolore di essere stato internato in quel campo per i vinti della rsi vicino alla 'gabbia del gorilla' in cui era rinchiuso ezra pound. Ho capito quanto abbia sanguinato il suo cuore di sconfitto, di 'esule in patria' nell'italia in cui era un borghese integrato, maniacalmente attaccato alla civiltà delle buone maniere, ma covando il sentimento di un'apocalisse interiore da cui non si sarebbe mai affrancato. Ho capito quanto sia stata aspra e dolorosa la mia rottura con lui e quanto mi pesi, ancora oggi, il fardello di una riconciliazione mancata. Allora ho pensato che fosse giunto il momento di raccontare, con i miei occhi e il mio modo di sentire le cose della vita, chi fosse mio padre fascista e cosa pensasse nell'italia che non credeva più nei miti in cui lui era cresciuto. Che rapporto ricco e difficile avesse instaurato con i suoi figli. Che cosa abbia significato per me essere figlio di un fascista, e vergognarsi di avere provato vergogna per i padri che abbiamo tradito andandocene da un'altra parte, e che invece hanno vissuto con dignità, coraggio e coerenza la loro solitudine. '
Quadri, statue e sculture, libri e intere biblioteche, codici miniati, porcellane, mobili, manufatti pregiati: l'italia ha sempre venduto la propria arte. Perché mutano i gusti, o perché i patrimoni vanno in rovina, e a chi per secoli ha commissionato o posseduto i capolavori spesso non resta che il blasone. È una storia che vale la pena di narrare, al di là delle catastrofi causate dai conflitti, sempre irrispettosi dell'arte, o dei criminali scavi archeologici che alimentano i lucrosi mercati internazionali. Questa grande fuga ha condotto infinite opere di valore fuori dal nostro paese: a poco vale consolarsi con il tantissimo che ci è rimasto, se non si riflette sul moltissimo che è sparito.