''il banchiere anarchico' è il resoconto di un semplice colloquio tra due uomini al tavolo di un ristorante, a fine pranzo. Un dialogo platonico, genere ricorrente nei manoscritti di pessoa, ma che è ben diverso dalle imitationes rinascimentali, come, per esempio, per rimanere in area portoghese, i 'dialogos em roma' di francisco de holanda o i più tardi quattro 'apologos dialogais' di francisco manuel de melo. In pessoa il dialogo non ha mai interlocutori reali. E nel nostro caso il banchiere, personaggio descritto come ricchissimo e monopolista, racconta come e perché sia sempre stato e ancora sia anarchico; mentre lo stupefatto e poco meno che muto spettatore è incapace di ergersi a convincente interlocutore. ' (ugo serani)
'parigi, 1906. Un uomo decide di impegnarsi in un'impresa folle: la ricerca del 'tempo perduto'. Il risultato non sarà una seconda vita ma un libro, in sette volumi, intitolato appunto 'alla ricerca del tempo perduto'. Marcel proust si congeda anzitempo dalla vita per riabbracciarla tutta intera in un grandioso romanzo. Una tattica suicida, direte voi. Sì, gli scrittori sono un club di suicidi, ma la vita è quella scemenza in cui tutto il mondo perduto della giovinezza, a volte, può riemergere d'un tratto nel sapore di un biscottino inzuppato nel tè. E allora, un romanzo, solo un grande romanzo può raddrizzare questo 'perpetuo errore che è esattamente la via'. ' (antonio scurati)
Nell'ungheria di inizio novecento le crisi politiche si succedono: l'equilibrio della monarchia austroungarica è sempre più precario, l'instabilità sta portando il paese al collasso e l'aristocrazia, che fino ad allora ha retto i destini dello stato, dimostra tutta la sua inettitudine. Attraverso gli occhi dei tre protagonisti - il giovane conte bàlint abàdy, che è appena tornato da una missione diplomatica all'estero per assumere un ruolo di alta responsabilità politica; suo cugino làszló gyeröffy, un artista promettente; e la sua amica adrienne miloth, una sposa infelice - il romanzo rivela al lettore gli avvenimenti politici e sociali che portarono alla caduta dell'impero. Grandi battute di caccia, balli sontuosi, duelli, corse a cavallo, banchetti, fortune dilapidate al tavolo da gioco, sono lo sfondo di questo appassionante e profetico romanzo: il perfetto ritratto di una classe sociale che era in procinto di scomparire per sempre. Scritto negli anni trenta e prima parte di una trilogia, 'dio ha misurato il tuo regno' è pervaso da un profondo senso di smarrimento e di perdita che accomuna i protagonisti, tutti a loro modo 'senza qualità', ma al tempo stesso insoddisfatti della propria esistenza; l'ungheria nel suo complesso, che anche per proprie colpe si sta ormai lasciando alle spalle i decenni di maggiore ricchezza per avviarsi verso una lunga fase di decadenza; e la transilvania in particolare che dovrà fare i conti con gli imprevedibili sviluppi della politica.
Ogni narrazione che possa davvero essere considerata tale è prima di tutto un modo per dare forma alla nostra esperienza. Alcune narrazioni, poi, hanno in sé una dimensione mitica, una capacità di rappresentazione che le rende semplicemente memorabili. Un'esperienza, fondamentale nella vita di ogni essere umano, come il passaggio dalla giovinezza all'età adulta è stata raccontata nel tempo molte volte e in molti modi. Attraverso la messa in scena di uno stallo - una nave costretta all'immobilità dalla bonaccia, l'equipaggio colpito dalla febbre gialla e il protagonista della storia da solo a cercare una soluzione e a meditare sulla propria vita - conrad regala alla letteratura la 'forma' esatta per raccontare quello che siamo, la natura delle nostre ambizioni e delle nostre emozioni.
Storia di un trovatello abbandonato in circostanze misteriose dentro la dimora del buon giudice allworthy, un ricco proprietario terriero del somerset. 'tom jones' segue le vicende del suo eroe durante l'adolescenza spensierata, ma insidiata dalle trame del nipote di allworthy, il perfido blifil e dei suoi alleati. Sensibile alle grazie femminili tom si innamora, corrisposto, di sophia, la figlia di un nobile vicino di casa. Cacciato infine di casa, tom si aggira per l'inghilterra, accompagnato dal prete partridge, suo presunto padre. Infine tutti i personaggi si ritrovano a londra e qui si compie il destino del trovatello.
Il personaggio di gian burrasca, al secolo giannino stoppani, vede la luce sulle pagine del 'giornalino della domenica', fondato da vamba nel 1907. Il suo diario, tanto segreto quanto fittizio, intratterrà i giovani lettori per 55 puntate settimanali, poi raccolte in volume nel 1920. Ogni giorno giannino, senza timore di verità, annota sul suo diario una lunga e ininterrotta messe di marachelle, insubordinazioni, disastri. Rinchiuso dai genitori in collegio nel tentativo di imbrigliare la sua indole ribelle, continuerà la sua opera di protesta, schierandosi senza mezzi termini contro il mondo dei 'grandi', dei genitori, degli adulti. Lontano dai lacrimevoli intenti edificanti di 'cuore' e 'pinocchio', vamba regala al suo protagonista - e ai suoi lettori - la coscienza tranquilla di chi sa di non avere agito per malizia, ma solo per esuberanza o a fin di bene.
Il canto di natale (a christmas carol) è un romanzo breve di genere fantastico del 1843 di charles dickens (1812-1870), di cui è una delle opere più famose e popolari. Il romanzo è uno degli esempi di critica di dickens della società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul natale nel mondo. Narra della conversione dell'arido e tirchio ebenezer scrooge visitato nella notte di natale da tre spiriti (il natale del passato, del presente e del futuro), preceduti da un'ammonizione dello spettro del defunto amico e collega jacob marley. Il canto unisce al gusto del racconto gotico l'impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile. Con immagini dell'edizione originale.
'e così quella era chris e le sue letture e la sua scuola, e di chris ce n'erano due che combattevano per conquistarle il cuore e la tormentavano. Un dato giorno odiavi la terra e la parlata sgarbata della gente e l'istruzione era una gran bella cosa; e il giorno dopo ti svegliavi con le pavoncelle che strillavano di là dalle colline, profonde profonde, ti strillavano nel cuore, e l'odore della terra in faccia, che quasi ci piangevi, quant'era bello e quant'era dolce la terra e il cielo scozzese. ' e questa dunque è chris guthrie ragazza, protagonista di 'canto del tramonto'. Memorabile è ogni sua apparizione nel romanzo, e sorprendente l'intima franchezza di pensiero, tutta femminile, con cui dirime la contesa tra mente e cuore, tra terra e cielo.
Premio bancarella 1968. La famiglia del vecchio patriarca meshulam moskat attraversa gli anni che dall'inizio del novecento scendono fino alla seconda guerra mondiale e alla 'soluzione finale' messa in atto dal regime nazista. Ma il vero protagonista di questo possente romanzo è l'ostjudentum, la società ebraico-orientale - in particolare quella di varsavia - con la sua complessa e densa cultura. Nel racconto di singer la ricchezza immensa di quella civiltà rivive, con minuzia realistica e visionaria, col respiro delle vicende private e il soffio della storia. Magistrale affresco di un periodo cruciale della storia europea, 'la famiglia moskat' è una delle più alte testimonianze di quel mondo che scomparve tra gli orrori dell'olocausto. Introduzione di giorgio montefoschi.
Che fine ha fatto la menorah, il simbolo per eccellenza del popolo ebraico che illuminava l'arca del tempio di gerusalemme? Dopo la distruzione del tempio e il saccheggio della città, nel 70 d. C . , fu portata a roma, in trionfo da tito insieme agli altri tesori trafugati agli ebrei, un bottino talmente prezioso da essere raffigurato sull'arco dell'imperatore. Per anni il candelabro fu conservato insieme con le altre spoglie della prima guerra giudaica, finché a roma arrivarono i vandali di genserico che ne fecero ancora bottino di guerra portandola a cartagine, di nuovo in trionfo. Ma solo finché giustiniano non riuscì a recuperarla per trasferirla a bisanzio, poi chissà. Stefan zweig racconta il suo vagare come metafora stessa del popolo errante, pochi anni prima di porre fine alla propria esistenza di esiliato, in fuga dall'oppressione nazista. Nella postfazione fabio isman si mette a sua volta alla ricerca della menorah per scoprire che potrebbe trovarsi ancora a roma.