Gorston hall, longdale, campagna inglese. Anni trenta. Natale. Le famiglie accantonano i contrasti e si riuniscono per festeggiare, a volte solo con lo scopo di mascherare odi e rivalità feroci. E infatti la riunione familiare voluta dal vecchio e tirannico simeon lee, che ha chiamato attorno a sé figli e nipoti, si trasforma in dramma. Il vecchio patriarca viene misteriosamente ucciso in una stanza chiusa dall'interno. L'assassino è un membro della famiglia? Tutti sono sospettabili, tutti hanno un motivo per volere la sua morte. Prefazione e postfazione di marco polillo.
'l'enigma dell'alfiere' è il quarto dei dodici romanzi nel quale compare l'investigatore dilettante philo vance, un personaggio pomposo e balordo, ma anche elegante, raffinato, coltissimo (le sue conoscenze sono praticamente illimitate e spaziano nei campi più disparati), poliglotta: vance è un signore ricchissimo che per puro hobby si diletta a risolvere, prendendosi gioco della polizia, misteri apparentemente inspiegabili. Come per esempio quelli raccontati nell''enigma dell'alfiere' a cominciare dalla morte del signor joseph cochrane robin, ucciso da una freccia scoccata da un arco poco dopo essersi incontrato con il signor sperling. Un delitto privo di senso, per tutti tranne che per vance il quale scopre subito un curioso collegamento.
Una piccola città, la rochelle, immersa in una gelida pioggia autunnale; borghesi apparentemente insospettabili che giocano a bridge; una serie di strani delitti che viene improvvisamente a turbare la vita della città; e due personaggi (il cappellaio, agiato e rispettabile commerciante, e il 'piccolo sarto' armeno con addosso il suo irrimediabile odore di aglio e di miseria) che si osservano in una comunicazione tragica e segreta: due sguardi consapevoli, due punti di vista contrapposti e complementari fino alla reciproca dipendenza, fino alla complicità, si affrontano in una sorta di controcampo investigativo di altissima tensione drammatica.
Tutte le avvincenti indagini di hercule poirot, il piccolo detective belga dalle infallibili 'celluline grigie', nato dalla fantasia di agatha christie sono qui raccolte in un unico volume nel quale la vocazione narrativa della regina del giallo si esprime al suo meglio: storie che coinvolgono il pubblico in un raffinatissimo gioco di intelligenza accompagnate da raffinate illustrazioni d'epoca in bianco e nero.
Un tranquillo villino vittoriano con vista sul mare e un bellissimo giardino: la casa ideale per due giovani sposi. Eppure, proprio in quella che considerava l'abitazione dei suoi sogni, gwenda reed comincia a provare un senso di angoscia collegato con vaghi ricordi dell'infanzia e con l'immagine, ricorrente nei suoi incubi, di una donna strangolata. Allucinazioni? Premonizioni? Gwenda e il marito si mettono a indagare e riportano alla luce un'oscura vicenda che risale a molti anni prima e che li coinvolge personalmente. Per fortuna su di loro veglia l'eccentrica e sorprendente miss marple.
Un giovane ufficiale inglese ferito viene ospitato da un vecchio amico nella sua lussuosa residenza di campagna. Il soggiorno sarà però tutt'altro che tranquillo. La padrona di casa, matrigna dell'amico, ha sposato un uomo di vent'anni più giovane, e i figliastri, scavalcati nell'eredità, sembrano tramare qualcosa. La padrona di styles court viene avvelenata e i sospetti si concentrano sui membri della famiglia. In paese c'è un buffo profugo belga dai grandi baffi.
«un romanzo più unico che raro per simenon, che è stato ossessionato dai ricordi della guerra e che nel '40 è stato responsabile di un campo di profughi belgi a la rochelle» - fabrizia ramondino, l'espresso«grande romanzo, il treno: per la capacità del suo autore di concentrare in meno di centocinquanta pagine l'affresco storico e la vicenda privata; per la straordinaria efficacia dei dialoghi. Per la sapienza con la quale (bastano talvolta pochi tocchi: un corpo nudo sotto il vestito, un paio di mutandine stese al sole) l'immaginazione sa nutrire l'erotismo. » (giorgio montefoschi)
Un giallo di inusitata potenza uscito dal cilindro di giorgio scerbaneco «tra i giallisti, il più grande degli italiani. » - piero colaprico sullo sfondo di una milano torrida e inabitabile, due ragazzi di periferia, duilio e simona, 'vogliono vedere il mare'. Sono ragazzi condannati fin dalla nascita a una vita meschina, senza prospettive, cui solo la delinquenza può spalancare orizzonti diversi. A essi si aggiunge una giovane borghese in crisi, edoarda, giunta a questo passo per tutt'altre ragioni. Come scrive nella sua prefazione piero colaprico, è uno di quei romanzi in cui scerbanenco 'sa trovare le corde che vibrano per il male. Gli assassini, i vendicatori, gli odiosi, i maniaci dei suoi racconti sono reali, sono gli stessi che ci capita di incontrare in qualche articolo di cronaca. Sono persone che possono sedere vicino a noi in un ristorante e comunicarci un senso di disagio. Sono i 'normali' che, sotto la giacca, nascondono un cuore putrefatto'.
Una misteriosa organizzazione criminale che si firma il cerchio rosso sta gettando nel panico l'inghilterra. Importanti uomini d'affari, influenti personaggi del mondo politico, esponenti dell'alta società, apparentemente nessuno riesce a sfuggire alla sua maledizione. Chiunque riceva l'ormai tristemente famoso biglietto con sopra stampati un cerchio rosso e poche ma precise istruzioni sa quale sarà il suo destino: o paga quanto richiesto o morirà. E infatti chi non ha accettato di sottomettersi al suo volere è stato brutalmente ucciso, a dispetto delle precauzioni prese. Nonostante il grande impegno, l'ispettore capo parr non riesce a risolvere il caso, così i suoi superiori decidono di affiancargli derrick yale, un geniale investigatore privato dotato di facoltà medianiche che gli hanno più volte permesso di smascherare astuti criminali. C'è una sola pista che potrebbe condurre a qualche risultato ed è rappresentata dalla giovane, affascinante e pericolosa thalia: nessuna delle persone con le quali entra in contatto viene risparmiata dal cerchio rosso. Inserito nella lista dei cento migliori gialli di tutti i tempi compilata dal critico inglese julian symons, il 'cerchio rosso' (1922) fu considerato dallo stesso wallace il suo capolavoro.