Prima guerra mondiale, fronte delle ardenne. Il capitano henry baltimore, unico superstite dì una battaglia infernale, gravemente ferito, risveglia l'ira di un essere mostruoso, un vampiro. E il mondo cambia per sempre: una pestilenza che neppure la morte è in grado di fermare si diffonde in tutta europa e solo baltimore, controfigura tragica del tenace soldatino con una gamba sola, può combatterla. Nella sua lotta senza fine contro le tenebre convoca tre amici in una solitaria locanda, tre uomini dal passato inquietante che possono capire la natura del morbo che sta divorando l'umanità. Saranno loro i testimoni dello scontro finale contro il male in cui baltimore si troverà a fronteggiare una volta per tutte la creatura che è la sua nemesi da molto, troppo tempo.
«ho cercato di infondergli un po' dello spirito dell'epoca. Fra i miei antenati, ho avuto due ufficiali di napoleone: un mio prozio materno e il nonno paterno. Si tratta dunque quasi di un affare di famiglia»: così scriveva joseph conrad ad un amico a proposito di questo lungo racconto, raccolto insieme ad altri cinque nel 1908 sotto il titolo di a set of six (un gruppo di sei); 'un racconto militare' - come recita il sottotitolo - che prese spunto da una serie di conversazioni che lo scrittore ebbe a montpellier con un ufficiale di artiglieria. Se, come è stato osservato, si tratta del racconto forse meno conradiano fra quelli del grande scrittore, è pure vero che anche in quest'opera la grande arte di conrad si svela in tutta la sua potenza, e proprio nel reiterarsi quasi imponderabile del conflitto che mette di fronte i due protagonisti della vicenda, l'aristocratico d'hubert e l'impetuoso feraud, nell'ambito del ben più vasto conflitto delle guerre napoleoniche. Si è giustamente sottolineato come il senso dell'onore sia al centro della vicenda; e tuttavia c'è un aspetto non meno importante, e forse preponderante, da richiamare, e cioè l'assoluta inconsistenza dei fatti da cui tutto trae origine, ma che non vale a scongiurare l'ineluttabilità della sorte che i due contendenti si trovano ad affrontare. Ed è forse questo l'aspetto più conradiano dell'intera narrazione.
Chi sognasse di incontrare finalmente un personaggio sfaccettato, deprecabile e irresistibile, insomma magistralmente imperfetto, sappia che harry rent, radiologo californiano quarantenne, non solo non lo deluderà, ma si inciderà profondamente nella sua memoria: perché harry, maldestro in ogni sua impresa, è un uomo che migliora soltanto attraverso i suoi sbagli. La moglie è morta durante un intervento di chirurgia estetica, ed è con riluttante empatia che ricostruiamo a ritroso un viaggio emotivo fatto di rimorso, nostalgia, rancore, desolazione, e della immediata tentazione di un nuovo amore. Proprio per far colpo sulla nuova improbabile preda, harry si imbarca in una serie di avventure che porteranno ad altrettanti comicissimi disastri, sullo sfondo di un'america contemporanea che sarvas dipinge con scanzonata, crudele ironia, disseminando il racconto di tocchi di suspense.
Il dottor eric sweetscent ha molti problemi. Il suo pianeta è coinvolto in una guerra impossibile da vincere. Sua moglie è mortalmente dipendente da una droga che trascina chiunque ne faccia uso avanti e indietro nel tempo, e che sta portando anche lui in una spirale autodistruttiva. L'ultimo paziente che eric ha in cura, inoltre, non è solo l'uomo più potente del tumultuoso pianeta terra, ma probabilmente è anche il più malato. Il segretario delle nazioni unite gino molinari, infatti, ha trasformato la sua malattia mortale in uno strumento di controllo politico, ed eric non sa se con il proprio lavoro deve provare a guarirlo o continuare a tenerlo sospeso a un passo dall'aldilà. Torna, dopo oltre quindici anni, il romanzo di philip k. Dick che stravolge i confini tra il possibile e l'inevitabile, e presenta ciò che consideriamo normale più che mai transitorio e fragile, spingendoci a domandarci se davvero la realtà è quella che vediamo con i nostri occhi.
Akira rumo, un anziano stilista giapponese, vive a parigi in una casa piena di libri. Le sue origini sono misteriose: non si sa da dove venga, non si sa che età abbia. Un giorno come tanti akira decide di assumere una giovane bibliotecaria, virginie latour, per catalogare la sua immensa collezione di opere dedicate al più mutevole dei soggetti: le nuvole. A lei, che lentamente saprà conquistarne la fiducia, confida il segreto di una genealogia della scienza e della poesia meteorologica, in parte reale in parte immaginaria, cui hanno partecipato uomini che la storia ha spesso ignorato. Luke howard, lettore appassionato delle geografie del cielo, che all'inizio del xlx secolo ha per primo classificato e dato un nome alle nubi; il pittore inglese carmichael, che per sottrazioni successive giunse a dipingere solo nuvole e ad eliminare tutto il resto; lo scienziato richard abercrombie, soggiogato da una tale passione enciclopedica da fare il giro del mondo per scoprire come mutano i cicli del pianeta e, per una bizzarra concordanza, le varie forme del sesso femminile.
Una gelida notte di inizio anno sui boschi remoti dell'etruria meridionale alla ricerca di un essere di sogno e incubo. Un thriller teso e buio come l'inverno, tra castelli antichi e riti arcani. Un viaggio nella sensualità oscura di un'italia che ha perso i contorni soleggiati dell'immaginario collettivo per piombare nelle pagine della cronaca nera, nel disegno di un paese fin troppo simile a quello reale. Un romanzo che mescola giallo e sovrannaturale, noir e orrore, cosparso di divinità dimenticate, sette segrete e orrende rivelazioni. Una storia che potrebbe nascere in un campus di qualsiasi nostra università, tra chat e incontri clandestini, e che si tinge del giallo delle indagini di un'investigatrice molto particolare, del nero di efferati omicidi e di quei rossi riflessi di sensualità morbosa e sangue vivo che da sempre dipingono le storie palpitanti di giovanni buzi.
Esiste forse qualcosa di più bello della primavera a parigi? Eppure, quell'8 aprile 1892 nella libreria di rue des saints-pères, nessuno s'interessa alle bellezze della città in fiore, e regnano lo sconcerto e la paura. Perché, nottetempo, un ladro è penetrato nel negozio e nell'appartamento di kenji mori, socio e padre putativo di victor legris, e li ha messi a soqquadro, rubando però soltanto una piccola coppa senza valore. È la prima volta che il crimine tocca direttamente la libreria di victor e la cosa, ovviamente, non può che spingere lui e il suo curiosissimo commesso, joseph, a intraprendere un'indagine per scoprire il colpevole e recuperare la refurtiva, che ha per kenji un grande significato affettivo. Così, seguendo le tracce di quell'oggetto, che sembra essere più inafferrabile del santo graal, i due detective dilettanti si avventurano nei meandri di una parigi insolita, anch'essa indifferente al risveglio primaverile, anzi raggelata da una serie di attentati compiuti dagli anarchici. Inoltre, proprio mentre gli strilloni annunciano che uno dei dinamitardi è stato finalmente arrestato, una catena d'inspiegabili delitti riporta il panico fra la popolazione, rendendo le ricerche ancora più difficili.
Kostas charìtos, commissario dal volto umano e appassionato lettore di vocabolari, cambia i suoi consueti itinerari. In questa sua nuova avventura approda a istanbul per una vacanza. Almeno nelle intenzioni, visto che il demone dell'indagine torna a visitarlo nella persona di un greco, uno dei pochi rimasti nell'antica costantinopoli. Maria, una anziana conoscente dell'uomo, la sua balia, è scomparsa, e lui non sa come districarsi nella ricerca. Così charìtos, solo apparentemente spaesato nei babelici scenari turchi, saprà ricostruire con arguzia, talento investigativo e grande ironia una fitta e complessa rete di vendette personali, soprusi, ingiustizie che faranno luce su quella misteriosa scomparsa. Ancora una volta petros markaris tesse una trama condotta con la precisione di un orologiaio, un affresco a tinte forti delle contraddizioni, dei colori, degli odori della società mediterranea.
Guido, uno dei figli della signora traversari, rientra a casa un giorno con un bambino per mano. Salvino ha dieci anni e un passato segreto. Dei suoi genitori non si sa nulla, né guido fornisce spiegazioni, anche se tra lui e il piccolo sembra esserci una confidenza costruita nel tempo. Per tutti l'arrivo di salvino è un tornado interiore. Non solo e non tanto perché è difficile accettare l'estraneo, l'intruso che irrompe nelle nostre esistenze e le sconvolge, un po' le brucia e un po' le rigenera. Le ragioni per cui la sola presenza di quel bambino è sufficiente a modificare gli equilibri di una famiglia e degli individui che la compongono sono in gran parte oscure: ed è proprio questa zona buia, questo luogo di verità in movimento, che il romanzo di de silva attraversa senza dare né chiedere spiegazioni.
Romanzo d'esordio di musil, il giovane törless (1906) rappresenta nella storia della narrativa tedesca una rottura paragonabile a quella del primo kafka e dei quaderni di malte laurids brigge di rilke, presagendo i modi dell'espressionismo e i sommovimenti che di lì a poco avrebbero trascinato l'europa nel cuore della «catastrofe mondiale». Attraverso una serie di avventure intellettuali e crudi episodi sadomasochistici, ispirati alla vita stessa dell'autore, vi si racconta il cruciale passaggio dall'adolescenza alla virilità. Al rassicurante registro del bildungsroman ottocentesco si sostituisce qui una lucida prospettiva critica, spietata nel portare alla luce le insicurezze ormai palpabili della società borghese, inghiottita dai meandri bui della perversità e della trasgressione, e il costante lavorio di una psicologia oscura ed enigmatica, di una sensibilità inquieta e avida di «sanguinose e grandi cose».