Dorian gray, un giovane di straordinaria bellezza, si è fatto fare un ritratto da un pittore. Ossessionato dalla paura della vecchiaia, ottiene, con un sortilegio, che ogni segno che il tempo dovrebbe lasciare sul suo viso, compaia invece solo sul ritratto. Avido di piacere, si abbandona agli eccessi più sfrenati, mantenendo intatta la freschezza e la perfezione del suo viso. Poiché hallward, il pittore, gli rimprovera tanta vergogna, lo uccide. A questo punto il ritratto diventa per dorian un atto d'accusa e in un impeto di disperazione lo squarcia con una pugnalata. Ma è lui a cadere morto: il ritratto torna a raffigurare il giovane bello e puro di un tempo e a terra giace un vecchio segnato dal vizio.
Woland, incarnazione di satana, capita nella mosca degli anni '20. Con interventi magici sconvolge l'ambiente teatrale e letterario, smascherando soprusi e favoritismi. Aiuta soprattutto il maestro, scrittore vittima della censura per un romanzo su pilato (di cui vengono riportati nella narrazione alcuni capitoli, quelli relativi alla condanna a morte di cristo). Rinchiuso in manicomio, come indesiderabile, viene liberato grazie all'intervento di margherita, la donna da lui amata, che accetta di diventare strega e per una notte guidare il gran sabba di satana.
Jim è forse il personaggio più popolare di conrad; la sua figura, segnata dal mistero, tormentata dal rimorso di un'azione indegna e ansiosa di riscatto, è prossima al nostro sentire di moderni per la umana debolezza che dimostra nel momento della verità. L'idealismo romantico, i sogni impossibili e il rovello per l'onore perduto di lord jim sono il frutto, naturale e insieme paradossale, dell'inghilterra vittoriana, e approdano a un antieroismo tanto singolare in una temperie di imperialistica esaltazione, quanto anticonvenzionale nel solco di una letteratura esotica e avventurosa che ha i suoi maestri in stevenson e kipling.
Nella solitudine delle foreste e dei ghiacciai alpini si svolge l'avventura esistenziale della giovane guardia forestale barnabo, custode, insieme ad alcuni compagni, di una polveriera in alta montagna. In seguito all'attacco di alcuni banditi la polveriera viene espugnata e il comandante delle guardie ucciso. Barnabo, che aveva abbandonato il posto di guardia, viene radiato dal corpo e costretto ad abbandonare la montagna per andare a lavorare in pianura. Ma il giovane continua a sognare le vette e il suo riscatto.
Pubblicato a puntate tra il 1871 e il 1872, 'middlemarch' è, nel variegato paesaggio del romanzo inglese di fine ottocento, tra i punti più alti mai raggiunti in termini di capacità di rappresentazione della complessità delle psicologie e di attenzione quasi d'ordine sociologico all'ambiente sociale (il sottotitolo, 'studi di vita in provincia', definisce da subito il contesto). Al centro della storia è proprio l'immaginaria cittadina inglese di middlemarch, all'interno della quale si articolano i destini di quattro personaggi e di due matrimoni infelici, indagati da george eliot nei loro più impercettibili interstizi attraverso lo strumento chirurgico di uno stile espressivo sempre acuminato. Il romanzo che permette di comprendere la solidissima fragilità dell'inghilterra vittoriana.
'È hashish. Dà fuoco all'immaginazione': così disse il poeta albert samain quando lesse le 'vite immaginarie', ventitré 'percorsi di vita', brucianti di rapidità, dove incontriamo personaggi illustrissimi, come empedocle o paolo uccello o petronio, e gli ignoti destini di katherine, merlettaia nella parigi del quattrocento, o del maggiore stede bonnet, 'pirata per capriccio', o degli impeccabili assassini burke e hare - e tutti circondati dalle folle senza nome di mendicanti, criminali, prostitute, mercanti ed eretici che abitano la storia. È vano, come pure in borges, tentare di discriminare il vero e l'immaginato in queste superfici splendenti, perché tutto vi è visionario e segretamente unito in una sola catena, a dimostrare le parole di schwob secondo cui 'la somiglianza' è 'il linguaggio intellettuale della differenza' e 'la differenza. Il linguaggio sensibile della somiglianza'.
''le affinità elettive' sono, di tutti i romanzi di goethe, il più artisticamente perfetto. [ . ] che cos'è l'affinità elettiva? Lo chiedo a un vocabolario, e leggo: 'è la proprietà di alcune sostanze di reagire tra loro formando composti nuovi'. Ci si chiede che cos'abbia a che vedere questo con un romanzo, dove sono in ballo personaggi umani. E la prima sorpresa è questa: che goethe applica le leggi della chimica, delle scienze naturali, alla psicologia degli esseri umani. [ . ] un romanzo positivo? Sì, perché grande opera d'arte, che come tale è positiva sempre; ma non come opera 'edificante' (se le opere edificanti possono mai dirsi positive), perché al contrario esso è un libro che turba, che sgomenta, che pone mille interrogativi e non ne risolve alcuno: ma è forse questa la sua vera e unica positività. [ . ] quando leggo 'le affinità elettive' sento quel sottile tremore ai nervi, metà delizia metà terrore, che pare colga gli animali quando sentono avvicinarsi il terremoto. ' (dal saggio introduttivo di italo alighiero chiusano)
Tratto dal diario non censurato di anaïs nin, questo ritratto autobiografico copre il periodo trascorso dall'autrice a parigi tra il 1931 e il 1932. A quell'epoca risale l'incontro con henry miller e sua moglie june: un incontro che segnerà una svolta importantissima nell'evoluzione sentimentale e letteraria della scrittrice. Attratta dal fascino geniale di miller e turbata dalla fisicità di june, la giovane anaïs nin inizia una sorta di educazione erotico-sentimentale che la condurrà alla completa maturazione emotiva e personale. Da questo gioco a tre, sotto la magistrale ''regia'' di miller, sullo sfondo della parigi negli anni trenta, si sviluppa un libro dai risvolti morbosiche completa l'immagine provocatoria di una scrittrice ormai consacrata tra i nomi più illustri della letteratura contemporanea. Titolo originale: ''henry and june'' (1986).
Il novecento è appena iniziato in giappone, e l'era meiji sta per concludersi dopo aver realizzato il suo compito: restituire onore e grandezza al paese facendone una nazione moderna. Il potere feudale dei daimyo è un pallido ricordo del passato, così come i giorni della rivolta dei samurai a satsuma, e l'esercito nipponico contende vittoriosamente alla russia il dominio nel continente asiatico. Per nero, il gatto di un vetturino che spadroneggia nel quartiere in cui si svolge questo romanzo, i frutti dell'epoca moderna non sono per niente malvagi: ha un pelo lucido e un'aria spavalda impensabili fino a qualche tempo fa per un felino di così umile condizione. Per il protagonista di queste pagine, invece, un gatto dal pelo giallo e grigio, che i suoi simili sbeffeggiano chiamandolo 'senza nome', le cose non stanno così: dinanzi ai suoi occhi si dispiega tutta l'oscura follia che aleggia in giappone all'alba del xx secolo. Il nostro eroe vive a casa di un professore che si atteggia a grande studioso e che, quando torna a casa, si chiude nello studio. Di tanto in tanto il gatto va a sbirciarlo e puntualmente lo vede dormire. Certo, il luminare a volte non dorme, e allora si cimenta in bizzarre imprese. Compone haiku, scrive prosa inglese infarcita di errori, si esercita maldestramente nel tiro con l'arco, recita canti no nel gabinetto, spettegola della vita dissoluta di libertini e debosciati. Insomma, mostra a quale grado di insensatezza può giungere il genere umano in epoca moderna.