Un classico nel panorama degli studi di storia economica. Questo volume, divenuto ormai un classico nel panorama degli studi di storia economica, illustra come tra il secolo x e il secolo xiii l'europa sia riuscita con le sole sue forze a trasformarsi da area periferica e sottosviluppata a centro motore dell'economia mondiale. Fondendo due diverse anime della storia economica, quella prettamente storica e quella matematica, cipolla mostra come il predominio mondiale acquisito dall'europa nei secoli xviii e xix non sia stato un fenomeno casuale e improvviso, ma l'inevitabile conseguenza degli sviluppi culturali, tecnologici ed economici che si verificarono nel corso del medioevo e del rinascimento.
L'«odissea» di omero e le «storie» di erodoto: due tra le più antiche opere di viaggio della letteratura occidentale, entrambe espressione del mondo greco, eppure straordinariamente diverse l'una dall'altra. Il poema di ulisse tratteggia l'itinerario simbolico e introspettivo di un uomo alla ricerca di se stesso, ed è la grande metafora che sta alle radici della letteratura occidentale e del nostro immaginario collettivo. Le «storie», invece, anche se permeate di informazioni favolose e poco veritiere, sono i resoconti delle ricerche e delle esplorazioni che erodoto ha effettivamente compiuto lungo le rotte e le strade del mediterraneo e dell'antico oriente. In omero, il mondo selvaggio, al di là dei confini dell'egeo occidentale, popolato da maghe seduttrici, giganti cannibali e ciclopi, è modello negativo di barbarie, contrapposto ai valori della civiltà greca: a questi ulisse, tra mille peripezie, e non senza indugiare, desidera infine fare ritorno. In erodoto, l'orizzonte geografico si allarga a luoghi lontani e meravigliosi - la libia, l'iran, il caucaso - e ai popoli che li abitano. Lo storico li osserva con l'atteggiamento di un moderno antropologo, che non crede all'esistenza di valori assoluti e civiltà superiori, ma sa che
A oltre mezzo secolo di distanza è ormai convinzione comune che occorra un ripensamento della resistenza, sulla quale tutti mostriamo troppo facili certezze. Si tratta, soprattutto, di riconoscere a questi fatti la loro dignità di grande evento storico, sottraendoli ai ricorrenti rischi della retorica celebrativa o alle strumentalizzazioni di parte spesso riduttive e liquidatorie. Il libro affronta temi cruciali legati al passaggio dall'italia fascista all'italia del dopoguerra visti sotto il profilo della 'moralità' operante nei protagonisti. Nell'analisi degli eventi tra il settembre 1943 e l'aprile 1945, claudio pavone distingue tre aspetti: la guerra patriottica, la guerra civile e la guerra di classe - «tre guerre» che sono spesso combattute dallo stesso soggetto - introducendo così una novità interpretativa in grado di cogliere tutte le sfumature e di attraversare orizzontalmente una realtà storica di estrema complessità. Gli argomenti presi in esame - tra i quali l'eredità della guerra fascista, il dissolversi delle certezze istituzionali, le fedeltà e i tradimenti, il valore fondante della scelta, il rapporto fra le generazioni, l'utopia e la realtà, il grande nodo del la violenza - ci costringono a riflettere su alcune questioni brucianti e sempre attuali, prima fra tutte quella del rapporto tra la politica e la morale nella vicenda storica.
La napoli turbolenta delle signorine e dei militari alleati, degli sciuscià e del mercato nero, nel diario di un giovane ufficiale inglese che non sapeva ancora di essere un formidabile memorialista lewis entrò a napoli nel 1943 come ufficiale della quinta armata americana e gli furono subito assegnate funzioni di polizia, che svolse per tredici mesi. I taccuini che lewis tenne in quel periodo finirono poi per costituire questo libro. Lewis si aggira in una napoli trasformata dalla guerra in un immenso, miserabile mercato nero. Questo libro fu pubblicato per la prima volta in inghilterra nel 1978 e appare solo ora in italia.
'oggi 5 maggio, alle ore 16, alla testa delle truppe vittoriose, sono entrato in addis abeba. ' con queste parole il maresciallo pietro badoglio telegrafava a mussolini la fine ufficiale delle ostilità in etiopia, costate 4350 morti, 9000 feriti e 40 miliardi di lire. Ma la guerra era tutt'altro che finita. Meno di un quarto del territorio etiopico era stato occupato. Almeno centomila soldati dell'esercito di hailé selassié restavano in armi. Da quel giorno cominciò una guerra segreta, senza comunicati, nascosta dalla censura, nel corso della quale restarono uccisi dieci volte più soldati che nella guerra ufficiale. Angelo del boca è stato il primo storico a dare una lettura molto critica del colonialismo italiano, del quale ha denunciato i crimini (uso massiccio di armi chimiche, creazione di veri e propri campi di concentramento, deportazioni e uccisioni di massa). In questo volume ricostruisce in modo dettagliato le varie fasi della campagna d'etiopia, che fu il preludio alla pomposa proclamazione dell'impero. Ma quel conclamato trionfo, che segnò il culmine del favore (e fervore) popolare verso mussolini, segnò anche l'inizio di una guerra di resistenza locale che tenne impegnate le truppe italiane fino al 1941, anno in cui gli inglesi attaccarono la colonia e misero fine al sogno imperiale fascista. Un sogno breve e, nonostante le atrocità, oggi ben note dopo l'apertura degli archivi di stato e la pubblicazione di montagne di documenti, persino 'innocente'.
Lunedì 6 maggio 1527: roma è assediata dai lanzichenecchi. Un immaginario cronista è sul posto, con il compito di raccontare ora per ora quella che già si preannuncia come una drammatica giornata. L'esercito imperiale di carlo v, circa tremila uomini, è accampato sul gianicolo e in piena notte i suoi comandanti danno l'ordine di prepararsi ad attaccare la città. Seguono fasi convulse con assalti all'arma bianca, manovre diversive, capovolgimenti di fronte, mentre all'infuriare della battaglia si contano migliaia di vittime.
'non sembra il caso di suggerire ai nostri lettori di non aspettarsi i grandiosi affreschi di tucidide o tacito, di machiavelli o gibbon. Tutti sanno che non siamo storici e non avremmo comunque il mestiere e il genio per guardare a tali altezze. Ma da quei maestri una lezione l'abbiamo pur appresa: la storia obiettiva, la storia imparziale, la storia definitivamente veritiera non esiste, può essere soltanto un'aspirazione, una meta intravista e irraggiungibile. Ogni pagina di questo libro è arbitraria e contestabile. Abbiamo scelto 150 giornate a nostro avviso significative, distribuendole equamente fra i quindici decenni dell'italia unita. Ma cosa vuol dire significative? Alcune erano obbligatorie, ma molte altre, non senza lunghe discussioni tra di noi, sono state incluse o escluse, con intendimenti ragionevoli e tuttavia opinabili. A ogni capitoletto di questa ormai lunga vicenda abbiamo cercato di dare un taglio narrativo, di partire da un particolare più vivido per evitare ai nostri lettori la triste impressione del grigiore scolastico. Sono 150 racconti contratti, ridotti all'essenziale e dolorosamente privi di infiniti risvolti, sacrifici dettati dalle necessità grafiche del quotidiano torinese 'la stampa' che ha avuto l'idea e che ha pubblicato nei mesi scorsi queste pagine. Il nostro intento era di offrire un'infarinatura di storia d'italia a tutti coloro che ne hanno perso memoria o non l'hanno mai avuta.
'le crociate: e cioè l'avventura di quei cristiani che hanno accettato l'appello del papa, sentendone il fascino, e si sono messi in gioco, facendo cose che oggi ci sembrano assai discutibili e che invece a loro sembravano sacrosante. Il fatto è che i musulmani non sono rimasti inerti quando un'orda di barbari sanguinari venuti da chissà dove, per di più miscredenti, è entrata in terra islamica seminando distruzione. ' le crociate, raccontate in modo diretto e brillante da barbero, sono tremende esplosioni di violenza, forma sui generis di pellegrinaggio, valvola di sfogo per un'europa sovraffollata; ma sono anche il momento in cui due mondi rivali, che non sanno di avere profonde radici comuni, si incontrano e si descrivono a vicenda.
Nerone. La rinascita di roma e il tramonto di un imperatore. La trilogia di nerone. Vol. 3 è l'ultimo libro di alberto angela, il celebre divulgatore scientifico e storico che ha saputo raccontare con passione e competenza le meraviglie dell'antichità. Il libro è la conclusione della trilogia dedicata a nerone, il controverso imperatore romano che ha segnato la storia con le sue gesta e le sue follie.
Alberto angela ci porta alla scoperta di un nerone poliedrico, capace di grandi opere di ricostruzione dopo il devastante incendio di roma, ma anche di crudeli persecuzioni e intrighi politici. Un personaggio che ha affascinato e scandalizzato generazioni di lettori, e che qui viene presentato con una nuova luce, basata su fonti storiche e documenti d'epoca.
Il libro è un viaggio nella roma imperiale, tra monumenti, arte, cultura, religione, spettacoli e vita quotidiana. Un viaggio che ci fa rivivere le emozioni, le speranze, le paure e i sogni dei romani di duemila anni fa, e che ci fa capire come nerone sia stato al tempo stesso un benefattore e un tiranno, un artista e un despota, un eroe e un mostro.
Nerone. La rinascita di roma e il tramonto di un imperatore. La trilogia di nerone. Vol. 3 è uno dei libri più belli di alberto angela, che conferma la sua abilità nel rendere accessibile e coinvolgente la storia antica. Un libro che appassionerà gli amanti della cultura classica, ma anche chi vuole avvicinarsi per la prima volta a questo affascinante periodo storico.
Se ti è piaciuto questo libro, ti consigliamo anche gli altri due volumi della trilogia: l'ultimo giorno di roma. Viaggio nella città di nerone poco prima del grande incendio e l'inferno su roma. La trilogia di nerone. Vol. 2 .