Parigi, chiesa armena di saint-jean-baptiste. Nell'aria riecheggiano ancora le terrificanti grida dell'esule cileno wilhelm goetz, organista e direttore del coro di voci bianche, appassionato cultore del miserere di gregorio allegri. Il corpo dell'uomo giace ormai inerte in una pozza di sangue, riverso sull'organo, i timpani perforati con indicibile violenza. Accanto al cadavere, le impronte di un bambino. Lionel kasdan, parrocchiano di quella chiesa e poliziotto in pensione, segugio d'altri tempi, testardo quanto acuto, è il primo ad accorrere sulla scena del delitto, un delitto apparentemente inspiegabile, considerata la reputazione di goetz, un uomo tranquillo e riservato, dedito solo alla musica con una passione quasi maniacale. Ma dietro quell'immagine immacolata ben presto kasdan, insieme a cédric volokine, poliziotto della squadra protezione minori, capisce che c'è ben altro, ci sono rapporti ambigui e oscuri che goetz instaurava con gli allievi del coro, ma non solo. Ci sono anche verità inconfessabili, ferite insanabili risalenti agli anni della dittatura in cile. E mentre prosegue l'indagine, gli interrogativi si rincorrono: goetz era veramente un testimone contro i torturatori del regime di pinochet o un attivo collaboratore dei fascisti? Le risposte vanno trovate, e in fretta, perché i delitti si susseguono, uno dopo l'altro, tutti orchestrati secondo le stesse modalità.