Mark twain è stato un autore dissacrante, sempre arguto e ironico nei confronti dei codici morali e delle convenzioni che strutturano le consuetudini tradizionali di vita. Nelle storie qui raccolte - scritte nel suo periodo creativo più fertile, dal 1863 al 1895 - la sua verve umoristica e polemica diventa assoluta protagonista. Ed ecco in rapida sequenza: i consigli spregiudicati a bambini e bambine, gli approcci irriverenti alla retorica sui 'padri della patria' e la graffiante ironia nei confronti della religione e del perbenismo. Ma anche il ribaltamento di trame edulcorate e moraleggianti, cattivi che hanno successo e buoni che falliscono miseramente, un mondo civile e politico messo alla berlina a volte in maniera macabra. Per non parlare poi delle riflessioni al vetriolo sull'ansia di rispettabilità, sull'ipocrisia diffusa, sulla filosofia della 'legge e ordine' e degli aspri attacchi al razzismo della società americana. Quella che risuona con vigore in questi racconti è la voce di grande attualità e fuori da ogni schema di twain: un salutare antidoto ai luoghi comuni e al razzismo. Un grande scrittore libertario.
Un resoconto unico, che offre uno spaccato dell'america degli anni sessanta, fatto di ritmi quotidiani, incontri con persone umili, problemi vecchi e nuovi «il mio piano era chiaro, conciso e sensato, credo. Per molti anni ho viaggiato in molte parti del mondo. In america, io vivo a new york, capito a chicago o a san francisco. Ma new york non è america, allo stesso modo in cui parigi non è francia e londra non è inghilterra. Così scoprii che non conoscevo il mio paese» – the new york times review of books nel settembre 1960 john steinbeck affronta un viaggio attraverso gli stati uniti a bordo di un furgoncino chiamato ronzinante in compagnia del barboncino charles le chien, detto charley. Lo scrittore ha sempre amato viaggiare e alle soglie dei sessant'anni sente che deve uscire di casa alla ricerca di ispirazione e di storie nuove per i suoi racconti e romanzi. Dalle piccole cittadine alle grandi metropoli fino ai paesaggi selvaggi, in questo libro ritroviamo lo sguardo maturo dello scrittore, e la sua curiosità e sensibilità per ogni aspetto della vita, umana e naturale. Un resoconto unico che offre uno spaccato dell'america degli anni sessanta, fatto di ritmi quotidiani, incontri con persone umili come un garagista o un negoziante, problemi vecchi e nuovi, come la questione razziale nelle periferie o l'inquinamento dei fiumi. Steinbeck rivela un acume unico nell'osservare la realtà dalla prospettiva degli umili e una vena lirica inconfondibile nel descrivere un'america che scopriamo pagina dopo pagina, chilometro dopo chilometro.
Il fabbro vakula è innamorato di oksana, la ragazza più bella del villaggio di dikan'ka, ed è determinato a sposarla. Il suo progetto viene però ostacolato dal diavolo in persona, che da tempo medita di vendicarsi di lui e di tutte le «frottole che ha messo in giro sui diavoli»: quatto quatto sale in cielo, ruba la luna e se la infila in tasca, mentre dikan'ka cade nell'oscurità più nera. «la notte prima di natale», pubblicato nel 1832 nella raccolta «le veglie alla fattoria vicino a dikan'ka» e qui proposto nella traduzione di paolo nori, è una prova magistrale dello stile di gogol': come lo ha definito nabokov, «qualcosa di ridicolo e di stellare al tempo stesso».
Il romanzo narra del rapporto tra un giovane studente e un maestro che vive in una condizione di totale isolamento all'interno della nuova società giapponese, immersa nella frenetica corsa verso l'occidentalizzazione. Di fronte all'emergere dell'egoismo e della vanità come nuovi valori imperanti, non resta, per il maestro, che rifugiarsi nella virtù del riserbo, del distacco e della serena indifferenza. Un'opera che, nei suoi temi (il suicidio come estremo gesto di protesta, la disperata ricerca del perduto 'cuore delle cose', il malinconico rimpianto della tradizione) anticipa gli argomenti di tutta la moderna letteratura giapponese.
Scritto nel 1795 con il titolo di elinor and marianne, ragione e sentimento fu pubblicato nel 1811. Protagoniste sono due giovani sorelle che, alla morte del padre, si trovano costrette ad affrontare una situazione economica molto critica nella loro nuova e modesta casa nel devonshire. Qui conosceranno le pene e le gioie dell'amore, si confronteranno con difficili scelte sentimentali e matrimoniali, e, imparando a conciliare la ragione con il sentimento, diventeranno donne. Attorno a questo processo di formazione, la austen tesse una trama piena di grazia e ironia, in cui con la sua elegantissima prosa riesce a disegnare un ritratto acuto e penetrante di un mondo convenzionale e pettegolo contro cui sia marianne sia elinor dovranno combattere per raggiungere quell'auspicato lieto fine che potrà nascere soltanto dall'equilibro tra i due estremi di ragione e sentimento.
Nello splendore della villa di famiglia di morton hall, sir philip e lady gordon aspettano la nascita dell'erede. Quando anziché il maschio desiderato nasce una femmina, decidono comunque di chiamarla stephen. La bambina crescendo rivela ben presto abitudini e atteggiamenti diversi dalle sue coetanee e la isolano da chi la circonda, costringendola a un'infanzia difficile e a una tormentata adolescenza. Raggiunta la maturità stephen gordon si innamorerà perdutamente di un'altra donna.
Un principe pronto a sacrificarsi per i suoi sudditi anche dopo la morte, un usignolo che dona la vita per l'amico innamorato. Questi e tanti altri sono i protagonisti dei racconti che oscar wilde (1854-1900) inventava per far divertire e riflettere i suoi figli. Fiabe senza tempo presentate qui con il corredo di illustrazioni tratte da celebri edizioni dell'ottocento.
La giovane catherine morland, in villeggiatura a bath, visita la sinistra abbazia di northanger e ne rimane suggestionata al punto di confondere, progressivamente, fantasia e realtà. Divertita denuncia dei pericoli di un'acritica accettazione della letteratura, 'northanger abbey' è al tempo stesso un'appassionata difesa della scrittura romanzesca che, da parodia dei falsi orrori della narrativa gotica, si muta in un romanzo di disincantato realismo. Pubblicato postumo, 'northanger abbey' è un raffinatissimo gioco intellettuale in cui realtà e immaginazione si riflettono l'una nell'altra.
La pubblicazione del cavaliere di sainte-hermine, ultima opera di alexandre dumas padre, ha suscitato in francia grande clamore. E non solo per il fatto, che fosse rimasto nascosto per centocinquant'anni un romanzo, scritto dall'autore forse più popolare di tutti i tempi. Ma per due ragioni speciali. Innanzitutto si tratta di un testo che nessuno aveva finora sospettato, tanto che la vicenda del ritrovamento costituisce da sola un romanzo del romanzo. La racconta nell'introduzione a questo volume l'uomo a cui si deve la scoperta, claude schopp. Alla morte dello scrittore durante la guerra franco-prussiana, per timore dei saccheggi delle truppe, il suo legatario sotterra in cantina le ultime carte dello scrittore. Fino a quando da un archivio dumasiano nella boemia postcomunista, si ricompone il romanzo nelle mani del suo detective instancabile. La seconda meraviglia è che il romanzo è considerato l'anello mancante della catena che nelle intenzioni di dumas doveva unire tutta la storia di francia, dalla regina margot al conte di montecristo: un romanzo della storia, cui mancava la stagione di napoleone, il 'despota della libertà'. Così a hector de sainte-hermine sono riconosciute tutte le virtù dei sui antenati: la forza di porthos; l'audacia di d'artagnan; la saggezza di athos; la raffinatezza di aramis; la nobile indulgenza di edmond dantès. È un aristocratico di sangue e di cuore, un marinaio senza paura. Uccide le tigri di birmania e spara la pallottola che ucciderà nelson vincitore a trafalgar.