Camden town è una promessa, un viaggio, la ricerca di qualcosa che è sfuggente, impalpabile ma che pesa gravemente sul cuore. Carla è una donna alla fine dell'amore e il suo peregrinare disperato segue una scia di
Monaco di baviera, 1982. Vladimir karcev è uno scrittore sovietico dissidente in esilio, e un giorno, un po' per caso, un po' per bizzarra volontà del destino, scopre che una misteriosa agenzia organizza viaggi nel futuro. Decide così di partire per la mosca del 2042. L'unione sovietica è ora governata da un nuovo leader, il genialissimus, uscito vincitore dalla grande rivoluzione d'agosto, e mosca è diventata una città-stato (mosco-rep) in cui il comunismo è stato finalmente realizzato. O almeno questa è la versione ufficiale. La realtà è che il
Anarchico, vagabondo, individualista, solidale con ogni eversione solitaria: le narrazioni di dovlatov posseggono un'incantevole forza di immedesimazione per il lettore. Voce narrante e protagonista insieme di storie che hanno l'inconfondibile marchio del vissuto, la prosa rapida e classica di dovlatov dà un 'ordine lirico' - è stato detto - a un caos naturale. E trascina in viaggi, lungo il percorso di una trama, in un mondo popolato di umoristi naturali, che esprimono la totale insensatezza esistenziale, la casualità che stringe nel paradosso ogni genere di personalità: siano essi i confusi emigrati ex dissidenti, siano gli stralunati ubriaconi, mezzi intellettuali mezzi barboni, suoi amici nell'urss anni settanta, come in questo romanzo.
«nessuno scrittore ha insegnato all'ortese questa callida acredine del discorrere, quella volatile furia e insieme quella macerazione labirintica che danno, fin dalle prime pagine, una letizia aspra, inquieta, insonne e insieme allucinatoria. Il linguaggio letterario è l'ultima e definitiva forma di incantamento, di carmen, l'ultima formula che agisce e costringe l'inesistente a esistere; e l'incantesimo dell'iguana, appunto, agisce. Volendo, si può chiamare ‘romanzo' questo libro; ma forse è inutile. Ha qualcosa della fiaba, e insieme della ballata, della filastrocca, dell'incubo, del sogno, del delirio; appunto, è un incantesimo che agisce».
L'autrice continua con questo romanzo a scavare nella memoria personale e collettiva del novecento. Questa volta trasmette il racconto affidatole ancora bambina da un piccolo profugo prussiano nell'estate del 1949. Attraverso le parole di kurt rivivremo così la tragedia delle migliaia di tedeschi orientali che nell'inverno 1944-45, fuggendo davanti all'armata rossa che avanzava da est, cercavano di raggiungere il baltico e da qui la germania occidentale. Dopo aver assistito alla morte del nonno ed essersi trovato a stringere tra le braccia il corpo del fratellino neonato che credeva di aver portato in salvo, kurt sprofonda in un
Alessandro berselli sceglie la formula dell'epistolario (nei precedenti quella del diario e del racconto sceneggiato) ma, soprattutto, affonda il coltello di lettore e di narratore in un personaggio che nel romanzo ha poco più di qualche pagina. Ma molte responsabilità. Berselli estrae da né con te né senza di te la fi gura della madre di nicola, offre la voce narrante al diario di francesco (e in questo rispetta alla lettera la regola del sequel), ne sviluppa il personaggio che vendica l'amico nicola e tutte le vittime consenzienti e ignare di madri possessive, egopatiche e anaffettive. Ma ne diviene egli stesso vittima, in un inesorabile declino senza possibilità di appello.
Luca e irene abitano in un'elegante villa nella città bianca, un paradiso affacciato sul mediterraneo dove convivono l'integralismo della popolazione locale e i vizi della comunità di stranieri. Una notizia drammatica interrompe bruscamente la vita della giovane coppia, irene deve rientrare in europa per curare una grave malattia e luca rimane solo ad affrontare le sue ossessioni. È un'inquietudine che viene da lontano, dal frutto di una passione proibita consumata molti anni prima su una spiaggia dell'atlantico, per difendersi dalla quale luca ha imparato ad amare la sensualità della natura, a trovare rifugio tra i fiori del suo giardino. Qui, l'abbraccio degli iris lo rassicura, l'intrico di arbusti e cespugli lo protegge da gordon, un avido collezionista inglese, e dalle favole della torbida jaima. Mentre irene è sempre più lontana, luca dovrà combattere da solo contro le menzogne degli altri e i suoi stessi segreti, che tingono di rosso anche i petali più candidi.
È la storia di un giovane e fragile insegnante disoccupato, simon, e della sua ossessione per l'ex fidanzata anna, ormai sposata con un altro uomo da cui ha avuto anche un figlio, sam, di sei anni. Quando l'ossessione supera i livelli di guardia, simon si lascia andare a un gesto inconsulto e rapisce il piccolo sam, che già seguiva da alcuni giorni. Ne nasce una vicenda complessa, raccontata a sette voci (oltre a quella del protagonista, vi compaiono lo psichiatra che lo ha in cura, l'ex fidanzata anna, suo marito joe, il collega di lui dennis mitchell, la prostituta angela e rachael, figlia diciottenne dello psichiatra) che vede simon sotto accusa, vittima delle violenze del carcere e delle accuse di pedofilia scatenate dai media.
'lo conobbi al pireo. Parole, risate, balli, ubriacature, preoccupazioni, quiete conversazioni al tramonto, occhi sgranati che mi fissano con tenerezza e disprezzo, come se mi dessero ad ogni istante il benvenuto, come se ad ogni istante mi dicessero addio, per sempre'. Zorba il greco è il romanzo di nikos kazantzakis da cui venne tratto il fortunato film con anthony quinn e irene papas, proposto ai lettori italiani in traduzione dal greco e in versione integrale. 'sicuramente il cuore dell'uomo è una fossa chiusa di sangue, e quando si apre corrono ad abbeverarsi e a riprendere vita tutte le inconsolabili ombre assetate. Corrono a bere il sangue del nostro cuore, perché sanno che altra risurrezione non esiste. E più avanti di tutti corre oggi zorba con le sue grandi falcate, e scansa le altre ombre, perché sa che è per lui oggi la commemorazione. Facciamo tutto quanto è in noi perché riviva ancora per un po' questo crapulone, beone, lavoratore instancabile, donnaiolo e zingaro. L'anima più grande, il corpo più saldo, il grido più libero che abbia mai conosciuto in vita mia'.