'carta straccia' non è un pedante trattato sui media. È un libro carogna, un racconto all'arma bianca, sornione e beffardo, pieno di ricordi. Mette in scena una quantità di personaggi, tutti attori di una recita alla quale ho partecipato anch'io: l'informazione stampata e televisiva, di volta in volta commedia o tragedia. Sono un signore che ha trascorso cinquant'anni nei giornali, lavorando in molte testate con incarichi diversi. Che cosa ho capito della mia professione? All'inizio pensavo che avesse la forza di un gigante, in grado di vincere su chiunque. Poi ho cambiato opinione: in realtà, il nostro è un potere inutile, serve a poco, non conta quasi nulla rispetto a quello politico, economico e giudiziario. Il perché lo spiego in 'carta straccia'. Dopo un'occhiata al passato, la mia prima macchina per scrivere e l'apprendistato ferreo imposto da direttori senza pietà, vi compaiono i capi delle grandi testate di oggi. E i misfatti delle loro truppe. La faziosità politica dilagante. Gli errori a raffica. Le interviste ruffiane. Le vendette tra colleghi. Lo schierarsi in due campi contrapposti, divisi da un'ostilità profonda. Il centrodestra, dove si affermano maurizio belpietro e vittorio feltri, con le campagne di stampa condotte senza guardare in faccia a nessuno. E il centrosinistra, dominato dalla potenza guerrigliera di ezio mauro e dalle ambizioni politiche di carlo de benedetti, nemici giurati di silvio berlusconi'. (giampaolo pansa).
In un momento come questo in cui l'universo degli adolescenti viene studiato soltanto col cipiglio perplesso degli entomologi, con l'atteggiamento diagnostico degli psicologi o con la verve scandalistica dei cronisti, andrea bajani ha deciso di calarsi tra i ragazzi delle nuove generazioni. È ritornato prima tra i banchi di scuola (a torino, firenze e palermo) e poi in gita di classe a distanza di 15 anni dal suo esame di maturità. Il risultato è un reportage ironico sull'italia dei teenagers, raccontato da un infiltrato, poi diventato in qualche modo ostaggio dei ragazzi, tra chiacchiere sul pullman, foto di classe e improbabili discoteche turistiche.
Questo volume traccia la parabola dell'urss dalle origini fino al suo trionfo sul nazismo. Attingendo alla documentazione resasi disponibile dopo il collasso dell'urss e alle ricerche condotte su di essa, l'autore ha potuto operare una ricostruzione nuova, e diversamente credibile, di una storia che ha affascinato e impaurito il xx secolo. Due dittature affini ma anche profondamente diverse, quella di lenin e quella di stalin, due guerre mondiali, una guerra civile e una guerra scatenata nel 1929 dal regime contro la popolazione, che causò nel 1931-33 due carestie sterminatrici, nonché la più grande operazione di terrore preventivo mai condotta in epoca di pace in un paese europeo formano lo sfondo in cui graziosi inserisce la costruzione del grande
Un saggio ormai classico sulla rivoluzione francese, un libro che non si limita al racconto dei fatti, ma ci restituisce anche vivide immagini e, soprattutto, tenta una spiegazione. Apparso per la prima volta nel 1928, in seguito completamente rivisto e aggiornato, il libro di gaxotte suscitò, fin dalla prima pubblicazione, ampia eco e discussioni. La visione dell'autore, infatti, supera alcuni stereotipi storiografici sull'89, e talvolta vi si scontra apertamente. Gaxotte indaga la concatenazione degli eventi, descrive il tumulto delle strade, l'orrore delle sommosse, illuminando, al di là delle prese di posizione ideologiche, soprattutto quel volto
Un paese che affonda sotto i colpi di una classe dirigente sempre più prodiga di cattivi esempi, in un deserto di valori. Un ceto politico affannosamente complementare nella finzione tra destra e sinistra. Un potere barricato in un residence privo di cultura, che sostituisce la realtà con la sua rappresentazione televisiva. L'italia mafiosa di oggi, ben oltre la mafia tradizionale negli interessi e nei comportamenti. Un viaggio della mente e del cuore per denunciare una società in pezzi, e cogliere i segnali di 'nuove resistenze' nella stagione peggiore degli ultimi cinquant'anni.
Forse non tutti sanno che i soldi non versati in italia al fisco corrispondono a 7 punti percentuali del prodotto interno lordo. Se tutti gli evasori pagassero le tasse, infatti, gli italiani avrebbero in tasca 100 miliardi di euro in più all'anno, circa 8 miliardi e mezzo al mese. Ma, soprattutto, non tutti conoscono l'inesauribile fantasia creativa di chi froda il fisco: esiste un paese, antartictland, paradiso fiscale virtuale per chi non vuole pagare le tasse, fondato nel cuore del polo sud, con tanto di bandiera e moneta; si è arrivati ad allegare materassi ai giornali per sfruttare il favorevole regime fiscale concesso all'editoria; il settore delle pompe funebri tocca livelli record di evasione tanto che si dovrebbe dedurre che al nord un morto su due si sotterra con le proprie mani mentre al sud si sale a due su tre. Tragedia e commedia, dunque. Un campionario surreale di giochi di prestigio e trucchi diffusi in tutta italia, regione per regione, nessuno escluso, privati, sia famosi che sconosciuti, e aziende, sia piccole che grandi. La prima inchiesta puntuale, rigorosa, documentata, che racconta un malcostume talmente diffuso da non essere neppure più percepito. Anzi, che sembra perfino legittimato.
Il 21 febbraio del 2001 erika de nardo, 16 anni, con la complicità di omar favaro, 17 anni, ha ucciso sua madre e suo fratello. Non solo: ha accusato un innocente, ha mentito, ritrattato, mentito di nuovo. Erika ha spostato le frontiere dell'orrore, le ha rese domestiche. Ora, tre anni dopo il delitto e un anno dopo che è stata condannata, su erika è sceso il silenzio. Non si può premiarla con la notorietà dopo che ha ucciso. Ma non si può neanche premiarla col silenzio, dopo che ha offeso le nostre certezze. Lei ha bisogno di silenzio, noi abbiamo bisogno di risposte o almeno di continuare a porci delle domande, a riflettere, a pensare, perchè erika è un caso estremo, ma il freddo che è dentro di lei, potrebbe essersi insinuato anche in altri corpi giovani.
Questo libro racconta il ruolo dell'islam nell'immaginario europeo, i fraintendimenti, le menzogne, le mistificazioni, gli errori, le calunnie. Dal maometto 'cristiano eretico' all'islam 'religione diabolica', dal 'feroce saladino' al turco 'nemico della croce', i rapporti e gli scambi tra europa e islam - che furono molti, intensi, fecondi, amichevoli - si configurano come quasi sempre vissuti e pensati alla luce di un pregiudizio duro a morire. Tanto che, alla fine del novecento, è riemerso quasi intatto dopo circa due secoli di apparente oblio.
Annegata nell'illegalità, strozzata dal traffico e dall'abusivismo, umiliata dal servilismo e dal clientelismo, napoli muore: ma siccome muore da troppi anni nessuno ci fa più caso. 'napoli è un caso a parte', 'napoli è sempre stata così': se napoli è unica ed eterna, allora non ci riguarda e comunque nulla si può cambiare. La verità che giorgio bocca ha scoperto era sotto gli occhi di tutti, bastava andare a vederla: napoli ha, elevate a potenza, malattie molto simili a quelle del resto d'italia. Il suo problema più grave non è la camorra: è l'immoralità e la vigliaccheria della politica, che fa affari, che cerca il consenso costi quel che costi, che fa finta di non vedere.
Firenze, agosto 1968 - settembre 1985: sedici omicidi sconvolgono la provincia del capoluogo toscano. Un 'mostro' massacra senza pietà coppie di giovani fidanzati, mutilando il corpo delle donne, e nella città esplode la paura delle colline, della campagna, delle strade poco frequentate. Il noto giallista carlo lucarelli e michele giuttari, che ha condotto le indagini su quegli omicidi, ricostruiscono in modo lucido e avvincente le diverse piste seguite dalla polizia, l'enigma pacciani, la scoperta dei complici, i segreti dei 'compagni di merende' e i misteri che ancora circondano un caso entrato nella storia della cronaca nera italiana. E indagando anche l'inquietante possibilità che dietro i delitti si nascondessero dei mandanti insospettabili ma ancora più perversi degli esecutori, ci guidano in una serrata caccia all'uomo nella quale siamo, di volta in volta, preda e inseguitori.