Noa, studentessa di fotografia a gerusalemme e amir, studente di psicologia a tel aviv, decidono per convenienza di spostamenti di trasferirsi in un villaggio a metà strada tra le due città. Castel - questo è il nome del villaggio - è un'ex enclave araba abbandonata nel 1948 e da allora divenuta dimora di una comunità ebraica proveniente dal kurdistan. I due ragazzi sviluppano da subito un rapporto di caldo vicinato con i padroni di casa, gli zakian e con una famiglia che vive nei dintorni, segnata dalla tragedia della morte di uno dei figli, ucciso in libano e il cui secondogenito stringerà un'amicizia fraterna con amir. Questo intreccio di sentimenti e drammi privati si complicherà quando un operaio palestinese di nome saddiq che sta svolgendo dei lavori nei paraggi riconoscerà nella casa dove abitano noa e amir l'abitazione da cui la propria famiglia era stata scacciata all'arrivo dei coloni ebrei. Di quella casa saddiq possiede ancora la chiave, e si fa forte in lui, giorno dopo giorno, il desiderio di entrare furtivamente nell'appartamento della sua infanzia. Il giorno in cui cede alla tentazione, ritrovando tra l'altro un gioiello che sua madre aveva nascosto dietro a un mattone, verrà arrestato come sospetto terrorista. Intanto, sulle esistenze di noa, amir e degli altri abitanti del quartiere, si stende il velo nero di una tragedia collettiva: è il 4 novembre del 1995 e yitzak rabin, capo del governo, viene assassinato.
È la vigilia di natale. Santo si risveglia in uno dei bagni della scala di milano dopo essersi fulminato con l'interruttore difettoso. Santo è un manager di successo, direttore della filiale milanese di una multinazionale della pubblicità e ha costruito la sua fortuna su un mix di spregiudicatezza personale e abilità politica. Ma santo non si ricorda più niente di tutto questo. La scarica elettrica gli ha bruciato gli ultimi dodici anni di vita e i suoi ricordi risalgono a quando era ancora un ventenne impegnato nel sociale, che viveva in una casa occupata cercando di sbarcare il lunario come giornalista free lance. Un uomo che non ha mai visto un telefono cellulare, che non ha mai sentito parlare di euro o della guerra in iraq, che non sa come usare internet o le carte di credito che scopre di avere in tasca. Un uomo assolutamente inadatto a vivere nel presente. Recuperare la memoria significherebbe ridiventare il cinico manager in cui si è trasformato negli anni che ha dimenticato, e santo, tornato 'quello di prima', non lo vuole assolutamente. A costo di ricominciare da capo. Ma nei suoi anni perduti si nasconde un buco nero che santo è costretto ad affrontare. La sua carriera da manager, infatti, ha avuto un balzo in avanti grazie alla tragica morte di quello che era il suo capo, caduto in mare dal suo yacht e annegato. E qualcuno sembra convinto che santo non sia estraneo a quell'incidente.
Più che un manuale tecnico per aspiranti scrittori, questo libro è un'autobiografia del mestiere, in cui la storia personale e professionale di king si fondono totalmente. Il capitolo d'apertura, 'curriculum vitae' ripercorre gli anni della formazione attraverso i momenti di crescita fino al grande successo di 'carrie'. 'la cassetta degli attrezzi' è invece una disincantata elencazione dei ferri del mestiere. 'sullo scrivere' illustra le fasi del racconto creativo fino all'approdo editoriale; infine 'sul vivere' racconta come l'autore abbia visto la morte da vicino dopo lo spaventoso incidente in cui è stato coinvolto e come, grazie alla scrittura, sia tornato alla vita.
Peripezie, incontri straordinari, episodi a lungo taciuti: marco polo, ormai giunto alla fine della sua vita, decide di raccontare le sue strabilianti avventure nell'oriente del mondo, anche quelle che non aveva avuto il coraggio di narrare nel milione. Si inizia così dall'età difficile dell'infanzia, spesa tra le strade più povere di venezia insieme agli orfani della città, fino all'esilio, che spinge marco a partire per la cina, dove diventa uomo di fiducia, amico e spia del gran khan qubilai. Un romanzo epico ricco di avventure e personaggi esotici, violente battaglie e intrecci amorosi lungo la via della seta, dalla venezia del doge alla persia, dalla cappadocia dei briganti alla misteriosa costantinopoli.
Nel vasto dominio delle sette città, nel deserto santo di raraku, la veggente sha'ik e i suoi seguaci si preparano ad affrontare l'insurrezione da lungo tempo predetta con il nome di vortice di vento. Questa tempesta, che non conosce precedenti in quanto a proporzioni e a furore, trascinerà l'impero di malazan nel conflitto più sanguinoso che abbia mai conosciuto, forgiando il destino di molti e dando origine a imperiture leggende. Sullo sfondo di una terra buia e desolata, sconvolta dalla guerra e da inesplicabili magie un romanzo di guerra intrighi e tradimenti.
A new orleans, sotto il portico di una vecchia casa, ogni giorno una donna siede immobile su una sedia a dondolo, lo sguardo spento. Un misterioso giovane è il solo visitatore, ma svanisce nel nulla se qualcuno cerca di avvicinarlo. A san francisco, michael curry, annegato nell'oceano, ritorna inspiegabilmente alla vita. Che cosa lega la donna di new orleans alla ragazza, geniale neurochirurgo, che ha ripescato michael curry dalle acque?
Un affresco da cui emerge 'il dolente ritratto di una generazione drammatica'. Il protagonista del romanzo, will savage, è un personaggio indimenticabile, un uomo del sud profondamente ribelle che, avendo la ventura di vivere la propria giovinezza negli anni bollenti della contestazione e dei figli dei fiori, si appropria di questa filosofia e compie una personale, certamente non facile, rivoluzione contro gli schemi consolidati della propria famiglia, aristocratica e conservatrice, della propria razza, della propria cultura.
'la conquista della felicità' non è e non vuole essere la soluzione a tutti i problemi esistenziali dell'uomo moderno, bensì il tentativo di individuare concretamente una via verso una consapevole serenità. Autonomia di giudizio, rispetto delle opinioni altrui, solidarietà, pari opportunità per tutti, sono, per russell, alcuni degli ingredienti per una moderna ricetta dell 'felicità'.
Nel sottosuolo della metropoli, sotto la luce fredda dei neon, ventuno persone aspettano il prossimo convoglio. Nel tempo sospeso dell'attesa, i pensieri prendono un ritmo particolare, che conosciamo bene. È il ritmo della folla solitaria, quando affiorano ricordi e paure, sogni e angosce, rabbie e desideri. Quelli che traccia culicchia sono venti autoritratti della solitudine, senza filtri e senza meditazioni: sottofondi di banalità quotidiana, accordi di un'esperienza interiore ormai esplosa, echi sincopati di cronaca nera, assoli lancinanti di identità sempre più fragili, nostalgie di corpi segnati dalla violenza e dalla tenerezza.
Quando il sommario apparve a parigi, nel 1949, cioran era un oscuro apolide, che aveva già pubblicato in romania opere importanti, ma ignorate da tutti. La cultura francese inclinava per l'engangement e le sue molteplici bassezze, che sarebbero poi venute alla luce con decenni di ritardo. Cioran era perfettamente solo e, con queste pagine, scopriva una lingua, il francese, di cui si rivelava subito maestro. Non alla maniera di sartre ma piuttosto a quella di chamfort e di pascal. Con un solo gesto cioran presentava tutto se stesso. Così non meraviglia che questo libro abbia avuto la ventura di incontrare come traduttore in tedesco uno dei poeti più alti del secolo: paul celan.