È l'inverno del 1941 a leningrado. La città è sotto l'assedio delle truppe tedesche e i suoi abitanti non hanno mai patito tanta fame. Per lev, diciassette anni, naso grosso e capelli neri, e kolja, giovane cosacco con la faccia impertinente, la fame, tuttavia, è ben poca cosa rispetto a quello che li aspetta. Lev ha rubato il coltello a un paracadutista tedesco morto assiderato e kolja ha avuto la brillante idea di disertare. Reati gravissimi in tempo di guerra, per i quali la pena prevista è una sola: la fucilazione. Dopo qualche giorno trascorso in un cupo carcere sulla neva, i due si ritrovano al cospetto di un colonnello dal collo taurino e le stelle ben in vista sulle mostrine. Il colonnello dapprima li squadra, poi li invita a seguirlo fino ai margini del fiume. Sulla neva ghiacciata una ragazza, capelli corvini legati in uno chignon morbido, pattina esibendosi in piroette strette e veloci. È sua figlia e sta per sposarsi. Un matrimonio vero, alla russa, con musica e danze e. Un solo problema: la torta nuziale. Ci sono lo zucchero, il miele, la farina e tutti gli altri ingredienti, ma mancano le uova, una maledetta dozzina di uova introvabili in tutta leningrado per gli eroici soldati dell'armata rossa, ma non forse per una volgare coppia di ladri.
Secondo libro di fenoglio, 'la malora' apparve nel 1954, due anni dopo il fulminante esordio dei 'ventitré giorni della città di alba'. Vi si racconta, con un tono ruvido che nulla concede alla retorica e al sentimento, la vicenda carica di destino del giovane agostino che, morto il padre, va a servizio in un'altra cascina. Fenoglio conosceva bene la realtà umana delle colline di casa. Le vite elementari dei suoi personaggi, scandite dalla fatica e dal silenzio, dalla dignità e da speranze impossibili, sono come scolpite nella pietra di un linguaggio essenziale, e tuttavia profondamente partecipe che ha fatto dello scrittore albese uno dei 'grandi' del novecento.
La raccolta di racconti, pubblicata nel 1978, con cui alice munro ha vinto il governor general's literary award. Come dieci capitoli di un anomalo romanzo di formazione, i racconti di questa formidabile raccolta delineano con sapienza il personaggio di rose, privilegiando il ruolo che il rapporto con la matrigna flo ha avuto nel complesso definirsi della sua identità. La voce da cui riceviamo le storie è quella di un narratore provvisoriamente onnisciente il quale organizza in ordine cronologico episodi della vita di rose lasciando che emerga dalla loro successione il conflitto tra desiderio di fuga e consapevolezza della necessità di restare. Rose è la bambina ribelle e pensosa del primo racconto, punita a cinghiate da un padre imperscrutabile e chiuso; rose è l'avida lettrice che tiene a bada il pensiero del padre ammalato e l'insofferenza alle meschinità di casa a furia di shakespeare e dickens; è l'adolescente in viaggio dalla piccola west hanratty a toronto, vittima e complice di una sordida iniziazione sessuale ad opera di un impassibile ministro del culto. Ma rose è anche la giovane innamorata del modo in cui sembra amarla patrick blatchford, dottorando in storia presso la stessa università che le ha aperto le porte grazie a una borsa di studio; è la donna coinvolta in una relazione extraconiugale destinata a concludersi nell'amarezza; è la madre nervosa di una bambina piú saggia di lei, ed è infine la donna matura che torna là dove tutto era cominciato e ritrova, nel tono brusco e inclemente di flo, ormai prossima al ricovero in casa di riposo, il filo ininterrotto di un'esistenza interiore, e il ricordo dell'unico amore mai raccontato. Non è un caso dunque che l'ultimo racconto, quello che dà il titolo alla raccolta, chiuda a cerchio il percorso e coaguli il senso delle esperienze narrate nella severa domanda retorica rivolta da una maestra arcigna a una rose di nuovo bambina: «chi ti credi di essere? » se, come l'autrice afferma, «la memoria è il modo in cui non cessiamo di raccontare a noi stessi la nostra storia e di raccontare agli altri versioni in certa misura diverse della nostra storia», allora alice munro dispone del dono straordinario di attingere a un repertorio di materiale privato senza mai esaurirne la forza. Susanna basso
Giunta alla soglia dei trent'anni, clare de vries abbandona londra e il suo lavoro e decide di attraversare in auto il sud degli stati uniti, in compagnia del suo gatto claudio. Claudio, che ha diciannove anni e una malattia al fegato, potrebbe essere un impedimento. Invece si dimostra un fantastico compagno di viaggio, un alter ego saggio ma anche capace di trasgressioni, portatore di una versione on the road della vita, un felino buffo ma anche serio e profondo.
Georg røed ha quindici anni e conduce una vita tranquilla, come la maggior parte dei suoi coetanei. Ma un giorno trova una lettera che suo padre gli aveva scritto prima di morire e che aveva poi nascosto, affinché il figlio la potesse trovare una volta grande. In questa lettera il padre, jan olav, racconta la storia della 'ragazza delle arance', una giovane con un sacchetto di arance incontrata un giorno per caso su un tram di oslo e subito persa. Per jan è un colpo di fulmine. Georg si appassiona a questo racconto, che si accorge riguardarlo molto da vicino e che pian piano gli svela ciò che è accaduto prima della sua nascita; un racconto attraverso il quale la voce del padre lo raggiunge da lontano facendolo riflettere sul senso della vita.
E' il tentativo di ricostruire un passato al tempo stesso individuale e collettivo, non per conservarlo, bensì per liquidarlo, estinguerlo una volta per sempre. Commedia umana dell'austria contemporanea, estinzione è al tempo stesso commedia dell'arte con i suoi personaggi esilaranti, buffoneschi. A spezzare la tensione più intollerabile una comica ambiguità disseminata fra le pieghe del romanzo fa da contravveleno, producendo un amalgama di cupezza ed euforia che è contrassegno inconfondibile di bernhard.
Alessandro berselli sceglie la formula dell'epistolario (nei precedenti quella del diario e del racconto sceneggiato) ma, soprattutto, affonda il coltello di lettore e di narratore in un personaggio che nel romanzo ha poco più di qualche pagina. Ma molte responsabilità. Berselli estrae da né con te né senza di te la fi gura della madre di nicola, offre la voce narrante al diario di francesco (e in questo rispetta alla lettera la regola del sequel), ne sviluppa il personaggio che vendica l'amico nicola e tutte le vittime consenzienti e ignare di madri possessive, egopatiche e anaffettive. Ma ne diviene egli stesso vittima, in un inesorabile declino senza possibilità di appello.
Siamo negli anni fra le due guerre e le travagliate vicende coinvolgono una famiglia così misera che può guardare dal basso la povertà, fra un padre perennemente ebbro e vociferante contro il mondo, gli inglesi e i protestanti, e una madre che sbrigativamente trascina la sua tribù verso la sopravvivenza. Tutto ci arriva attraverso gli occhi e la voce del protagonista mentre vive le sue avventure. Questo ragazzino indistruttibile, sfrontato, refrattario a ogni sentimentalismo, implacabile osservatore crea con le sue parole un prodigio di comicità e vitalità contagiose, dove tutte le atrocità diventano episodi e apparizioni di un viaggio battuto dal vento verso la terra promessa.
L'autrice continua con questo romanzo a scavare nella memoria personale e collettiva del novecento. Questa volta trasmette il racconto affidatole ancora bambina da un piccolo profugo prussiano nell'estate del 1949. Attraverso le parole di kurt rivivremo così la tragedia delle migliaia di tedeschi orientali che nell'inverno 1944-45, fuggendo davanti all'armata rossa che avanzava da est, cercavano di raggiungere il baltico e da qui la germania occidentale. Dopo aver assistito alla morte del nonno ed essersi trovato a stringere tra le braccia il corpo del fratellino neonato che credeva di aver portato in salvo, kurt sprofonda in un 'lutto patologico', ma la simpatia che helga si ostina a dimostrargli segnerà l'uscita dall'orrore e l'inizio della guarigione.
In uno stile romantico e inimitabile, capace di portare in poche pagine il lettore dal riso alla commozione più profonda, alessandro barbaglia con questo suo secondo romanzo regala a chi lo legge un gioiello che raggiunge straordinarie vette di intensità e poesia.